Gianni Benedetti – L’arte di fotografare l’arte
Gianni Benedetti fotografa l’Arte. E coglie l’ipotesi aperta e avvincente delle opere d’arte, in un complessivo rilancio d’immagine che è parte viva, qualificante e caratterizzante la sua professionalità di fotografo.
Comunicato stampa
Fondazione Oderzo Cultura ospita, all’interno del ciclo di eventi “oderzocult 2014 – linea di confine”, la mostra di fotografie di Gianni Benedetti.
Gianni Benedetti fotografa l’Arte. E coglie l’ipotesi aperta e avvincente delle opere d’arte, in un complessivo rilancio d’immagine che è parte viva, qualificante e caratterizzante la sua professionalità di fotografo.
Gianni Benedetti ha al suo attivo un lavoro vastissimo costruito all’interno del Centro di Catalogazione Regionale del FVG e proseguito nel lavoro di documentazione di archivi d’artista, fondi museali e nella collaborazione a cataloghi d’arte. In questo pluridecennale operare, il suo sguardo ha fermato in decine di migliaia di scatti un mondo artistico nella sua molteplicità di generi, scala, autori, epoche. Il suo sguardo si è posato sulla vastità del paesaggio quanto sul particolare del reperto archeologico; si è soffermato sul paramento sacro come sull’installazione contemporanea. Ha saputo perdersi in ampiezze e profondità quanto contrarsi nel particolare minuto; la sua attenzione ha conferito medesima dignità all’opera “alta”, quanto al bene minore, legato a quella cultura materiale che fuori dal valore monetario ri-conosce il valore della storia collettiva.
Nella selezione operata per la mostra, si è tenuto in considerazione il ruolo di Gianni Benedetti al Centro di Catalogazione e il lavoro presso la Pinacoteca Alberto Martini di Oderzo che ospita oggi l’esposizione, lavoro che ha prodotto la documentazione del luogo museale, lo storico Palazzo Foscolo nel fasto di scorci, spazi, decorazioni e stucchi, ma anche delle opere in esso contenute tra cui, in mostra, la rarissima selezione di fogli autografati da Alberto Martini e realizzati a corredo de “La Danza Macabra Europea”, l’insieme di cartoline postali dedicate alla prima guerra mondiale.
L’ultima sezione dell’esposizione presenta il corpus più recente del lavoro di Gianni Benedetti, costituito da una serie di scatti realizzati fuori dall’ufficialità e dalla committenza, fermando in modo improvviso l’attimo fuggente della luce, lo scorcio che una finestra offre sul paesaggio, l’imperfezione del materiale che concorre all’unicità dell’opera d’arte.
Emerge in questo modo il significato documentario, ma anche la capacità di superare questo assunto in favore della complessità che sostiene il processo di pensiero e di realizzazione fotografica. Ogni scatto dichiara la capacità di cogliere con sicurezza l’alto valore formale delle opere come del contesto, per proseguire nello svelamento della tensione verso le relazioni che alimentano il dialogo tra il fotografo e il suo sguardo, così da destinare parte della sua sensibilità al piacere proprio verso la fotografia.
Biografia
Gianni Benedetti nasce a Basiliano (Udine) il 2 giugno 1956.
Frequenta l’Istituto Statale d’Arte “Giovanni Sello” di Udine, dove si diploma nel 1976 nella sezione Grafica pubblicitaria. Nel 1987 è assunto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal 1994 è impegnato nell’attività di documentazione promossa dal Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali con sede a Villa Manin di Passariano. Realizza numerose campagne fotografiche finalizzate alla schedatura delle diverse tipologie di beni: dalle opere d’arte alle architetture, dai materiali etnografici ai reperti archeologici. Cura la formazione dei collaboratori del Centro regionale per gli aspetti inerenti alla riproduzione delle immagini.
Ha documentato il lavoro di molti artisti del territorio e collaborato alla realizzazione di cataloghi d’arte. Si segnala anche la sua attività di rilevamento video e fotografico di eventi, mostre e iniziative culturali in ambito regionale.
Vive a Basiliano.