Gianni Berengo Gardin – San Fruttuoso di Camogli
Una mostra di scatti inediti che rivelano il legame profondo tra il grande fotografo Gianni Berengo Gardin e il Borgo di San Fruttuoso.
Comunicato stampa
Fino al 7 gennaio 2024 il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano ETS torna a ospitare presso l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE), dopo dieci anni dall’ultima edizione, una mostra di scatti inediti che rivelano il legame profondo tra il grande fotografo Gianni Berengo Gardin e il Borgo di San Fruttuoso.
La mostra, allestita in due ambienti dell’Abbazia, presenta ventotto fotografie in bianco e nero scattate da Gianni Berengo Gardin nel 2020, all’età di novant’anni. Le foto esprimono – grazie al gioco di contrasti tipico dell’autore – tutta la meticolosità, la passione, l’attenzione ai dettagli e alle persone che da sempre animano il suo lavoro. Dopo aver dedicato a Camogli, di cui è cittadino onorario, un progetto fotografico nel 2008, Gianni Berengo Gardin firma sulla costa ligure un nuovo reportage realizzato durante il periodo della pandemia: l’emergenza e la straordinarietà di quei mesi hanno permesso di ottenere immagini particolarmente suggestive, che mostrano San Fruttuoso come un luogo di meditazione in una situazione di completo isolamento.
Curatore della mostra è Guido Risicato, storico amico dell’artista e suo accompagnatore durante le “spedizioni” nel Borgo. Risicato ha ordinato e selezionato gli scatti da esporre con l’aiuto della figlia del fotografo Susanna Berengo Gardin, identificando le tematiche principali che hanno guidato il reportage. Nella prima sala, la Sala della Quadrifora, sono raccontati il tragitto per arrivare a destinazione, il paesaggio naturale, le architetture monumentali dell’Abbazia e della Torre Doria; il borgo, la presenza dello storico mulino, le persone che ancora oggi vivono a San Fruttuoso, invece, occupano le sale del piano inferiore, in cui sono ospitati anche cinque scatti stampati in grande dimensione, un’eccezione assoluta, concessa da Berengo Gardin solo in occasione della mostra, per permettere ai visitatori di percepire al meglio la forza delle immagini.