Gianni De Luca e la nona arte
Una rivoluzione nel fumetto
Comunicato stampa
Oltre 130 tavole originali di uno dei maggiori artisti italiani del Fumetto: una mostra per apprezzare la bellezza estetica e l’innovazione rivoluzionaria della nona arte di Gianni De Luca. Dai primi anni della sua carriera sul giornale “Il Vittorioso” fino ad arrivare ai capolavori per “Il Giornalino”, soffermandosi sugli episodi del noto commissario Spada (ambientati nella Milano degli anni Settanta) e sulle tragedie shakespeariane, il vertice artistico e narrativo più alto di De Luca.
Gianni De Luca (Gagliato, provincia di Catanzaro, 1927-Roma, 1991) a 14-15 anni disegna già le sue prime storie a fumetti, quando i suoi riferimenti sono i pochi giornalini che filtrano attraverso le maglie della censura fascista. Nel dopoguerra trova spazio sulle pagine del più diffuso giornalino cattolico, "Il Vittorioso", accanto a Jacovitti, Caesar e a decine di autori nuovi finalmente liberi di esprimersi.
Mai pago dei risultati, per tutta la sua carriera artistica ha continuato a sperimentare nuove modalità e un utilizzo sempre più avanzato degli strumenti, sia nel “bianco e nero” sia nel “colore”.
Il suo livello espressivo e narrativo, di grafica, impaginazione e di uso del colore raggiungono il massimo quando passa al "Giornalino": sempre una testata cattolica ma con una maggiore apertura a temi anche laici e obiettivi più moderni. Troviamo così diversi classici della letteratura trasposti in fumetto, riuscendo a portare sulla carta opere “impossibili” come le tragedie di Shakespeare su testi di Raoul Traverso: La tempesta, Amleto, Romeo e Giulietta. Mantenendo il senso della rappresentazione teatrale e aggiungendo il fascino degli interpreti, introducendo una terza dimensione e violando lo spazio pur operando su superficie piana e, ultima sfida, superando anche la quarta dimensione (il tempo).
Fatti storici, personaggi dello spettacolo, un raffinato umorismo grafico per un’originale interpretazione a fumetti del Giornalino di Giamburrasca: sono state tante sfide che l’hanno fatto amare da generazioni di lettori.
Ha sempre preferito storie “concluse”, romanzi e racconti a fumetti, ma quando si è cimentato nella creazione de un personaggio seriale – il commissario Spada, su testi di Gian Luigi Gonano – il risultato è stato un ulteriore capolavoro. Il tratto di Gianni De Luca evolve storia dopo storia, con soluzioni visive sempre innovative. In mostra sono esposte tavole di episodi esemplari del commissario, dalla prima storia Il ladro d’uranio all’ultima Fantasmi, e due preziosi dietro le quinte: uno studio dell’evoluzione del viso del commissario e il bozzetto di una tavola mai pubblicata, forse facente parte di una storia del personaggio mai conclusa.
De Luca ha realizzato inoltre una quantità di splendide copertine per i grandi albi di Brick Bradford e di alcuni altri personaggi classici del fumetto statunitense. Un altro aspetto importante dell’opera di Gianni De Luca è infatti la sua produzione come illustratore. Autore di decine e decine di copertine e illustrazioni, De Luca anche in questo ambito realizza immagini estremamente suggestive, con la consueta ricerca di nuove formule espressive.
Ultima storia di Gianni De Luca, rimasta incompiuta per la scomparsa dell’autore, è I giorni dell’impero (1992, su testi di Mauro Cominelli): un’avventura storica che, quasi a chiudere un cerchio, si avvicina nelle tematiche alle storie disegnate agli inizi della sua carriera.
Accanto alle opere esposte in originale, grazie agli archivi della Fondazione Franco Fossati e del collezionista Pier Giuseppe Barbero, saranno in mostra le pagine più belle del "Vittorioso" e del "Giornalino", libri illustrati da De Luca, rare edizioni estere delle sue opere e le ristampe, che nel corso degli anni hanno consentito e consentono a nuove generazioni di lettori di conoscere questo straordinario artista.
Domenica 3 marzo alle ore 16.30 si terrà al museo un incontro (a ingresso libero) con Laura De Luca, figlia dell’artista, per conoscere meglio l’opera di Gianni De Luca, l’uomo “nato con la matita in mano”.