Gianni Dessì – Con Anima

Informazioni Evento

Luogo
PROGETTO ARTE ELM
Via Mario Fusetti 14, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
29/10/2015

ore 18,30

Artisti
Gianni Dessì
Curatori
Marco Meneguzzo
Generi
arte contemporanea, personale

In questa sua prima mostra personale milanese Gianni Dessì ha pensato a un articolato percorso tra pittura e scultura, che ribadisce e rinforza il significato che l’”essere artista” ha per lui.

Comunicato stampa

Due sculture – un autoritratto e l’intreccio di due mani, memoria del gesto fanciullesco della cattura gentile delle lucciole –, una grande opera pittorica insieme a una serie di piccoli contrappunti su tela costituiscono la narrazione dell’artista, nel senso che l’artista narra se stesso con passione e desiderio, “gettandosi” generosamente nel mezzo delle cose dell’arte, e facendo che queste diventino tutt’uno con la propria vita. Non, dunque, un osservatore esterno, tendenzialmente razionale che decodifica la narrazione del proprio paziente, quanto l’identificazione col paziente, oggetto e soggetto poetico diverso dall’analista: è su questa dichiarata debolezza e contemporanea ricchezza del vivere che si basa la necessità dell’arte di Dessì.

Gianni Dessì - Biografia

Gianni Dessì nasce a Roma nel 1955. A Roma frequenta prima il Liceo artistico, dove ha come insegnante di disegno Nicola Carrino, poi l’Accademia di Belle Arti, dove nel 1976 si diploma in scenografia con Toti Scialoja. Fra il 1975 e il 1977 inizia a collaborare con Giorgio Barberio Corsetti, che conosce all’Accademia, e con il gruppo teatrale “La Gaia Scienza”, che Corsetti fonda in quegli anni con Marco Solari e Alessandra Vanzi. Dessì realizza una serie di interventi per gli spettacoli La Gaia Scienza nel 1975, La rivolta degli oggetti da V. Maiakovskij nel 1976 e Cronache marziane nel 1977. Nel 1977 presenta per la prima volta in pubblico un suo lavoro nell’ambito della rassegna teatrale Le iniziative di ii, organizzata dall’associazione culturale “Beat 72”, per cui allestisce un percorso nel tunnel della Stazione San Pietro di Roma in cui lo spettatore è invitato a decifrare alcuni brevi testi lungo un tragitto attraversato da fasci di luce blu. L’anno successivo espone per la prima volta presso la Galleria Ugo Ferranti di Roma in una mostra collettiva insieme a Bruno Ceccobelli, Giuseppe Gallo, Angelo Ségneri e FrancescaWoodman. In questa occasione Dessì presenta un lavoro, intitolato Penetrazioni (i quattro sensi), che evidenzia il forte interesse dell’artista per lo spazio. L’opera consiste, infatti, in quattro frammenti di carta disposti sul muro della galleria che accennano alle quattro diverse direzioni possibili (alto, basso, destra e sinistra) attraverso i segni tracciati con la matita sulla carta e la sagoma leggera dei tondini di ferro. Nel 1979 tiene la sua prima mostra personale organizzata da Ugo Ferranti nell’ambito dell’Arte fiera di Bologna. Quello stesso anno realizza un lavoro in una casa rurale abbandonata a Bistrica ob Sotli in Slovenia. Con l’uso di materiali e tecniche diverse interviene all’interno di una delle stanze dell’edificio alterandone la normale percezione e guidando lo sguardo dell’osservatore in un percorso tra interno ed esterno dell’ambiente. Nel 1980 tiene tre mostre personali, una a Roma da Ugo Ferranti e due all’estero: alla Galerie Swart di Amsterdam all’inizio dell’anno e alla Galerie Yvon Lambert a Parigi in autunno. In quello stesso periodo Dessì trasferisce il suo studio da vicolo della Renella, dove durante gli anni dell’Accademia aveva diviso uno spazio con Bruno Ceccobelli, Domenico Bianchi e poi Roberto Pace, all’ex pastificio Cerere nel quartiere romano di San Lorenzo, che in quegli anni diventa un centro vitale della cultura artistica cittadina e internazionale. Qui si tiene nel 1984 la mostra Ateliers, a cura di Achille Bonito Oliva, in occasione della quale Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Giuseppe Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli e Dessì aprono i loro studi al pubblico. Si intensifica intanto la sua attività espositiva sia in Europa che negli Stati Uniti. Tiene mostre personali alla Galerie Swart di Amsterdam nel 1981, alla Galleria Ugo Ferranti di Roma nel 1982, presso la Galerie Folker Skulima a Berlino nel 1982, nel 1985 e nel 1987; da Gian Enzo Sperone a Roma nel 1985, nel 1986 e nel 1989 e nella sede di New York della stessa galleria, la Sperone Westwater, nel 1985, nel 1987 e nel 1991; alla Galerie Triebold a Basilea nel 1989 e alla L.A. Louver Gallery di Los Angeles nel 1989. Tra le collettive cui partecipa si ricordano Italiana. Nuova Immagine curata da Achille Bonito Oliva a Ravenna nel 1980 e Artemisia alla Galleria Ugo Ferranti di Roma lo stesso anno; nel 1981 l’esposizione dedicata a Bianchi, Ceccobelli, Dessì, Gallo al Gröninger Museum di Gröningen e la XVI Bienal de São Paulo in Brasile; la 12e Biennale de Paris a Parigi nel 1982, An International Survey of Recent Painting al MoMA di New York nel 1984; nel 1985 L’Italie aujourd’hui al Centre National d’Art Contemporain di Nizza, Nuove trame dell’arte al Castello di Genazzano e Anniottanta a Bologna, Imola, Ravenna e Rimini; Bianchi, Ceccobelli, Dessì, Gallo ai Riverside Studios di Londra nel 1986 e nel 1988 le esposizioni Trait d’union in Villa Medici a Roma e Dal ritorno all’ordine al richiamo della pittura 1920-1987 alla Künstnernes Hus di Oslo. Partecipa inoltre alla Biennale di Venezia del 1984 e del 1986, e alla Quadriennale di Roma del 1986. In occasione delle personali dei primi anni Ottanta Dessì realizza grandi opere su tela in cui fa convivere una sobria gamma cromatica, attestata su poche variazioni tra il bianco e il nero, con un’ampia varietà di interventi sulla tela. Lacerazioni, incisioni (Pictor pinxit, 1984), sovrapposizioni di piani, inserzioni materiche (Elegia, 1983), testimoniano una complessità di intervento gestuale e materico che, in forme diverse, rimarrà costante nella sua opera, insieme alla presenza in ogni immagine di un nucleo centrale, che serve da punto di fuga prospettico ideale, da punto d’incontro tra lo sguardo dell’autore e quello dello spettatore e che spesso assume una forma molto simile a quella di un vero e proprio occhio (Quadro ovale, 1986). Dalla fine del decennio, mentre l’attività espositiva prosegue e si intensifica, la sua pittura si anima di un nuovo rapporto col colore, che si accende fino a esplodere nei gialli di opere come Punto a capo (1987) e Campione (1988). Nel 1991 realizza per Edicola Notte a Roma la sua prima Camera picta, un piccolo ambiente (largo un metro e lungo sette) visibile unicamente dall’esterno, in cui il colore invade le pareti della stanza e diviene vera e propria esperienza sensoriale oltre che visiva. L’immagine, formata dal colore sulle pareti e da un elemento tridimensionale al centro dello spazio (un piccolo quadro su un piedistallo), offre una visione unitaria e bidimensionale se osservata da un punto di osservazione privilegiato, mentre si frantuma nei suoi diversi elementi ad ogni spostamento di chi guarda. Nel corso degli anni Novanta sue mostre personali sono allestite nelle gallerie Alessandro Bagnai a Siena (1990, 1995, 2000), Volker Diehl a Berlino (1991), Gian Ferrari a Milano (1992), Otto a Bologna (1996). Nel 1994 in una personale a Parigi che si tiene contemporaneamente all’Hôtel de Galliffet, sede dell’Istituto Italiano di Cultura, e alla Galerie Di Meo, realizza una grande opera sulla parete esterna dell’Istituto di Cultura, simile per concezione al lavoro che realizzerà nel 1996 al Palazzo delle Esposizioni di Roma in occasione della XII Quadriennale d’arte. Nel 1995 gli viene dedicata un’ampia rassegna antologica alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento a cura di Danilo Eccher. Tra le mostre collettive di quegli stessi anni si segnalano Roma interna al Museum Moderner Kunst – Stiftung Ludwig di Vienna nel 1991, Concordantiae al Centre Régional d’Art Contemporain di Tolosa nel 1992, Una generazione a Roma alla Rocca Paolina di Perugia e al Centro per l’Arte Contemporanea di Umbertide sempre nel 1992, Italia America: l’astrazione ridefinita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di San Marino nel 1993, Arte italiana 1945-95. Il visibile e l’invisibile nell’Aichi Prefectural Museum of Art di Nagoya nel 1997 e Arte italiana. Ultimi quarant’anni. Pittura aniconica alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna nel 1999.