Gigi Rigamonti – Inner
In mostra ventun opere pittoriche, di medio e piccolo formato realizzate tra il 2013 e il 2015 dall’artista in Sardegna.
Comunicato stampa
All’inizio dell’estate, in Sardegna, nel B&BArt Museo di arte contemporanea, si inaugura la mostra personale Inner di Gigi Rigamonti, a cura di Bianca Laura Petretto.
Il vernissage di sabato 11 luglio 2015 a partire dalle ore 21 sarà una occasione speciale per conoscere l’artista e apprezzare le sue opere e il suo straordinario percorso estetico e creativo.
La mostra si potrà visitare, su appuntamento, dal 22 luglio al 30 agosto 2015.
Si tratta di un evento importante, dove saranno esposte per la prima volta, ventun opere pittoriche, di medio e piccolo formato realizzate tra il 2013 e il 2015 dall’artista in Sardegna. Sono inoltre permanenti nel Museo due opere della serie Cross stories. La mostra è accompagnata da un catalogo con l’introduzione di Arturo Schwarz, a cura di Bianca Laura Petretto.
Gigi Rigamonti è un geniale artista che coniuga le sue innate doti di capitano d’industria con quelle di creativo che spazia nei molteplici campi dell’arte: Fotografia, scultura, socialità, pittura, mixed media, viaggiando tra i continenti e vivendo tra la casa di San Pantaleo in Sardegna, Milano, la Svizzera e New York. In questi luoghi recupera i suoi appunti di viaggio, riflette e crea. Preso da stupore, capace di sorprendersi, chiama le sue ultime produzioni, di cui una parte sono presenti nella mostra, stupid word, per la sua ingenuità nell’avvicinarsi alla stupidità del mondo.
L’artista definisce la sua pittura astrazione emotiva, è convinto che l’astratto possa dare emozioni, che crei un filo diretto con l’altro. La gente, di fronte a una sua opera, si sente bene e comprende, gioca.
Da buon giocatore di tennis parla del gioco psicologico, come il gatto con il topo e - afferma Gigi Rigamonti - bisogna essere molto intelligenti per giocare con le persone. Dialogare vuol dire giocare ma è più difficile che mettersi in gioco. Le persone sono permalose, restie, incapaci di giocare e quindi di dialogare. I bambini sono molto materici e giocano senza esclusione di colpi, sono feroci e amabili, vivi e comunicano. Per questo mi piacciono.
Arturo Schwarz, storico dell’arte e collezionista, l’ultimo testimone del movimento surrealista, presenta e descrive l’artista, la sua opera e l’uomo:
“Gigi Rigamonti possiede la necessaria carica di humour per riconoscere, nel proprio cognome, la condizione esistenziale che lo definisce senza scampo – sempre preda del dialogo tra concretezza e aspirazione. Qui, come raramente altrove, egli dimostra che lo humour è di natura tragica, segna un momento d’indipendenza assoluta della poesia, è anzitutto una rivolta dello spirito e dell’inconscio contro i condizionamenti della società e della vita.
Lo humour – e questi suoi lavori ne sono la magistrale verifica – possiede una valenza inesauribile di sfida e provocazione. Lo humour è un fattore di opposizione magistralmente sovversivo in quanto consacra il trionfo del principio del piacere sul principio di realtà. Piacere che implica una libertà creativa e un rifiuto di ogni facile scorciatoia mimetica, di ogni condizionamento, per preferire la gioia di un esigente estetica libertaria”.