Gilberto Zorio
Per la prima volta in un museo pubblico a Torino, il Castello di Rivoli dedica una grande mostra retrospettiva a Gilberto Zorio (Andorno Micca, 1944), tra i pionieri della storia dell’arte contemporanea e tra i protagonisti dell’Arte Povera. Curato da Marcella Beccaria e sviluppato in dialogo con l’artista, il progetto espositivo include nuove installazioni e opere storiche.
Comunicato stampa
Per la prima volta in un museo pubblico a Torino, il Castello di Rivoli dedica una grande mostra retrospettiva a Gilberto Zorio (Andorno Micca, 1944), tra i pionieri della storia dell’arte contemporanea e tra i protagonisti dell’Arte Povera. Curato da Marcella Beccaria e sviluppato in dialogo con l’artista, il progetto espositivo include nuove installazioni e opere storiche.
Il progetto espositivo raccoglie in un innovativo percorso organico alcuni tra i più importanti lavori realizzati da Zorio dai suoi esordi, tra cui installazioni storiche gelosamente custodite dall’artista nella propria collezione privata. Queste rare opere saranno presentate al pubblico con lavori provenienti da selezionate collezioni e opere dell’artista presenti nella collezione del museo. Saranno inoltre esposte per la prima volta nuove installazioni appositamente ideate e create da Zorio per gli spazi del terzo piano del Castello. Le diverse condizioni di luce e buio predisposte dall’artista duplicheranno idealmente la mostra in due inediti scenari percettivi.
Le opere di Gilberto Zorio sono campi inesauribili di energia fisica e mentale. Dal 1966 ha indirizzato la propria ricerca in direzione di una processualità che rende continuamente mutevole ciascuna opera: in tal senso ha rinnovato il linguaggio della scultura, liberandola dalla fissità e dalla pesantezza a cui è tradizionalmente associata. Attivando reazioni chimiche o fisiche, l’artista immette i propri lavori all’interno di un ciclo vitale di fronte al quale egli per primo si pone come spettatore. Il tempo è spesso un’importante componente, in quanto solo il naturale trascorrere delle ore e dei giorni rende pienamente tangibile il dispiegarsi delle trasformazioni a cui le opere sono soggette. Afferma Marcella Beccaria: “In linea con la processualità che connota il metodo di Gilberto Zorio in base al quale più opere sono realizzate contemporaneamente e opere già realizzate possono essere riformulate, la mostra offre l’esperienza di un tempo sincronico nel quale passato e presente convivono, e di uno spazio mutevole, nel quale la sapienza alchemica dell’artista regala visioni inaspettate e coinvolgenti”.
La poetica dell’Arte Povera emerge alla metà degli anni Sessanta come radicale e rivoluzionario uso di materiali non tradizionali per creare installazioni in cui l’energia vitale fluisce e provoca situazioni di esperienze autentiche e intense negli spettatori. Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli, dichiara “La mostra dedicata a Gilberto Zorio continua la lunga e particolare attenzione del Castello di Rivoli nei confronti dell’Arte Povera e della sua importanza nella costruzione dell’identità del museo. Gilberto Zorio è stato uno degli artisti che, dalla mostra inaugurale Ouverture nel 1984, per primi hanno dato nuova vita alle sale del Castello, contribuendo a renderlo un museo unico al mondo”.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo scientifico con nuovi testi del curatore, del direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, di João Fernandes, di Tommaso Trini e da una ricca antologia di saggi critici, oltre alla più ampia selezione di scritti dell’artista mai pubblicata. Il volume includerà un nuovo progetto di disegni dell’artista e, ispirandosi alla sua pratica, ripercorrerà come in un viaggio la storia del suo percorso creativo e intellettuale, scrivendo per la prima volta attraverso parole e immagini il racconto che lega le opere ai luoghi che le hanno ospitate e che ne hanno favorito la creazione. Il catalogo sarà pubblicato in una edizione bilingue (italiano - inglese) dal Castello di Rivoli con Skira Editore, Milano.