Gilberto Zorio – Per purificare le parole
Il decimo ed ultimo appuntamento del ciclo dedicato allo scopo dell’arte è affrontato con la significativa opera “Per purificare le parole” di Gilberto Zorio. Emblematica a partire dal titolo che ne riassume la poetica concettuale, quest’opera è un vero e proprio strumento spaziale, simbolico e pratico dove le parole possono essere parlate, passando attraverso delle condutture in cui simbolicamente si purificano.
Comunicato stampa
inner room© e BRICK, con il supporto della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, per il ciclo “lo scopo dell'arte”, presentano la mostra personale di Gilberto Zorio
“Per purificare le parole”
opening 16 marzo 2012, ore 18.00
con apertura straordinaria 17 marzo 2012, ore 18,00
Il decimo ed ultimo appuntamento del ciclo dedicato allo scopo dell’arte è affrontato con la significativa opera “Per purificare le parole” di Gilberto Zorio. Emblematica a partire dal titolo che ne riassume la poetica concettuale, quest'opera è un vero e proprio strumento spaziale, simbolico e pratico dove le parole possono essere parlate, passando attraverso delle condutture in cui simbolicamente si purificano. Dal boccaglio recettore attraverso il giavellotto vettore, le parole entrano nel vulcano modellato con sabbia dello Stromboli catalizzata con impasti naturali come ad evocare il fuoco che purifica gli elementi. Con quest'opera di Zorio si ha secondo noi (all'inner room) un'opportunità nuova: quella di considerare come un ambiente ciò che convenzionalmente è considerato un mezzo. Questo avviene grazie all’ intuizione presentata dall'artista, ovvero la necessità che le parole possano essere purificate, riportate cioè alla loro essenza originaria di elementi senza essere decontestualizzate dal linguaggio, che è l'ambiente nel quale vivono e si esprimono. Un proverbio dice appunto”Le parole uccidono e le parole danno vita, possono essere un frutto o un veleno, a te la scelta”. L'opera -Per purificare le parole- è chiamata a chiudere il ciclo in quanto assume, in tipologia, il simbolo di ogni opera d'arte e gesto artistico il cui destino appare quello di rendere visibile, vero e reale ciò che è in realtà è già presente nel mondo invisibile. Detto questo, passiamo quindi a vedere il contesto dello “scopo dell'arte”:se assumiamo come nozione di scopo la presenza di una ragione ultima, costante ed indipendente da mode, sentimenti, pensieri e credenze, allora lo scopo dell'arte può essere considerato il creare un ambiente (l'opera) in cui gli elementi sono sia i rinnovati che gli innovatori con lo scopo ultimo, funzionale al proprio destino; della restituzione rinnovata di un ambiente fisico e vitale per l'uomo.
Ogni opera d'arte o gesto artistico è quindi già di per sé un ambiente in cui si rende fisico qualcosa di non fisico che cambia l'ambiente circostante nel quale è contenuto.
“Lo scopo dell'arte” è un ciclo costituito da 10 mostre che si è proposto di tracciare una definizione o ridefinizione di quanto espresso nel suo titolo, attraverso i lavori specifici di una serie di artisti, indipendentemente dalle loro contestualizzazioni e ricerche. Si è svolto con la precisa convinzione che il periodo di crisi come quello attuale presenti l'opportunità di valutare le pratiche della vita secondo il loro scopo precipuo, che è la ragione per cui sono state create. In tutto questo vi è sia il superamento che il rinnovamento. Il concept e la curatelia del ciclo – iniziato nel 2011 nel retrobottega del negozio fusi&fusi nel centro storico di Siena - è di Federico Fusi per l'etichetta inner room©, ed ha avuto il contributo attivo di Romeo Giuli per gli allestimenti e la teoretica, di Enrico Mazzon per i gioielli, di Ursula Valmori per il coordinamento processuale ed organizzativo. Il ciclo si è composto di quattro parti: la prima, “condizioni per” ha ospitato opere di : Liedeke Kruk (NL), Romeo Giuli (Ita), Jan Fabre (B), Federico Fusi (Ita); la seconda, “ impatto” opere di Bruna Esposito ( Ita) e di Marco Fedele di Catrano (Ita); la terza parte, “in visione” ha visto protagonisti Andrea Santarlasci (Ita) ed Alfredo Pirri (Ita), la quarta , “in novità”, Lucio Pozzi (Usa) e Gilberto Zorio (Ita). Un gioiello ispirato all'opera è realizzato da Enrico G. Mazzon per fusi&fusi.
Gilberto Zorio (Andorno Micca, Biella 1944 ). L'energia è la costante che attraversa l'intera opera di Zorio, dagli attrezzi 'per purificare le parole', alle stelle, alle canoe, alle 'macchine irradianti', tutte immagini in movimento, vettori d'energia, che costruiscono di volta in volta la forma stellare. Zorio dal 1967 ha partecipato alle principali mostre dell'Arte Povera. Innumerevoli sono le sue mostre, personali e collettive, presso spazi pubblici e privati, tra cui: ilKunstmuseum di Lucerna,lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Galleria Civica di Modena e il Kunstverein di Stoccarda, il Centre d'Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi, la Philadelphia Tyler School of Art, la Fundacao de Serralves di Oporto, l'Istituto Valenciano de Arte Moderna di Valencia, il Centro per l'Arte Contemporanea Pecci di Prato, Documenta di Kassel, la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento, il Dia Center for the Arts di New York, la Certosa di Padula. Nel 2011 ha preso naturalmente parte alle mostre del ciclo Arte Povera 2011 tenutosi in vari musei italiani ed esteri.
inner room© realtà underground in Siena che organizza ciclicamente mostre ed incontri coinvolgendo i talenti dell’arte contemporanea nelle molteplici realtà di ricerca e produzione delle aziende il tutto per la crescita spirituale, sociale ed economica delle persone che sono e che passano da Siena.
BRICK, Centro per la Ricerca e la Cultura Contemporanea da tempo collabora e stabilisce relazioni culturali con le più efficaci realtà senesi e italiane.
In linea con la propria missione, è lieta di supportare con un'inedita joint venture il progetto lo scopo dell'arte proposto da inner room©.