Gino Sabatini Odoardi – Dispiegamenti
Mostra personale di Gino Sabatini Odoardi, a cura di Daniela Pietranico, con testo critico di Antonio Arévalo, fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
Dispiegamenti
Mostra personale di Gino Sabatini Odoardi
A cura di Daniela Pietranico
Testo critico di Antonio Arévalo
❝Il chiaro si immerge sempre nello scuro. E il chiaroscuro riempie la monade, secondo una serie che si può percorrere nei due sensi: a una estremità il fondo scuro, dall’altra la luce sigillata.❞
Gilles Deleuze
Alviani ArtSpace, spazio di ricerca e di contaminazione tra linguaggi artistici e tecnologici, all’interno dell’Aurum di Pescara, diretto da Lucia Zappacosta, sabato 7 maggio alle ore 18 presenta Dispiegamenti la mostra personale di Gino Sabatini Odoardi, a cura di Daniela Pietranico, con testo critico di Antonio Arévalo, fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, la mostra gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio del Comune di Pescara e dell’Assessorato alla Cultura.
Dispiegamenti è un’installazione sospesa tra forma e segno capace di creare una foresta monocroma attraverso la metafora e la sublimazione della “piega”.
La piega - concetto leibniziano e barocco - consente di scoprire analogie e connessioni dei soggetti multidimensionali, che caratterizzano in maniera forte l'orizzonte novecentesco delle scienze dell’uomo.
Ventiquattro drappi di polistirene bianco termoformati manualmente dall’artista riempiono lo spazio sospesi tra cielo e terra come in un giudizio universale. Uno svolgersi-avvolgersi in cui i drappi e le pieghe cercano di definire una incessante volontà di manifestarsi, stratificarsi, produrre composizioni visive, creare rapporti aritmetici, “accordi” che contribuiscono ad una diversa armonia dove l’orizzonte è forma e viceversa.
A parete dodici teche contenenti piccoli disegni su polistirene bianco che riportano segni e appunti del grande filosofo francese Gilles Deleuze.
La “piega” non si rivolge all’interno o all’esterno, ha come orizzonte se stessa, perché nel suo estendersi diventa il proprio perimetro. La “piega” nasconde sempre se stessa. Come una sinusoide che si sviluppa tra due valori non necessariamente costanti, dotata di una frequenza crescente. Come un’alchimia tra caso-gravitazione-gesto che non permette repliche e/o ripensamenti nel momento della tua termoformatura. Una manciata i secondi che precedono la solidificazione che trasformerà per sempre il manto bianco. Un happening “annodato” e “congelato”.
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Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968)
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e poi suo assistente) e Jannis Kounellis (allievo nel 1998 a L’Aquila). Nel 2010 la Logos ed. pubblica un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni. Nel 2011 è alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte “La Biennale di Venezia”, Padiglione Italia (Arsenale).
Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale, ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive, in Italia e all’estero. Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) “Le prix des Jeunes Createurs” all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.
“Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. È rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra e dalla Whitelight di Milano. Vive e lavora a Pescara.
http://www.ginosabatiniodoardi.com/
Alviani ArtSpace è uno spazio di ricerca e di contaminazione tra linguaggi artistici e tecnologici all’interno dell’Aurum di Pescara.
Lo spazio, diretto da Lucia Zappacosta, presenta una programmazione annuale che vuole essere per lo spettatore una scoperta, un viaggio verso le nuove tendenze dell’arte contemporanea.
Per raggiungere lo spazio espositivo bisogna fare una suggestiva esperienza cinetica, un vero e proprio viaggio di iniziazione attraversando un tunnel, in bianco e nero, opera site specific realizzata da Getullio Alviani per Fuori Uso 1995.
Le tematiche scelte annualmente per la stagione dell’Alviani ArtSpace, lo spazio-tempo nel 2013, il suono nella sua assenza nel 2014 e il volume della luce per il 2015, anno internazionale della Luce, tendono a posizionarsi sulla linea di confine tra diverse discipline, a dialogare con il Tunnel e a portare avanti una ricerca sul territorio dal respiro nazionale che fa della collaborazione con altri curatori italiani il suo tratto distintivo.
A novembre 2014 con il progetto “Andai nei boschi”, a cura di Lucia Zappacosta, l’Alviani ArtSpace partecipa alla prima fiera vincendo la menzione speciale del premio curatoriale a The Others, la fiera alternative di Torino.
A gennaio 2015 l’Alviani ArtSpace presenta a SetUp, la fiera di Bologna dedicata alle realtà artistiche emergenti, il progetto “Biophilia” con cui Lucia Zappacosta si aggiudica il premio miglior curatore under35 italiano.
http://www.alviani-artspace.net