Gino Sabatini Odoardi – Nel cilindro del Dubbio
In mostra una selezione di opere e installazioni inedite, in parte ispirate alla novella Mario e il mago che lo scrittore tedesco Thomas Mann scrisse durante un soggiorno estivo a Forte dei Marmi.
Comunicato stampa
Venerdì 24 giugno 2022 al Forte Leopoldo I di Forte dei Marmi inaugura Nel cilindro del dubbio, la
personale dedicata all'artista Gino Sabatini Odoardi, a cura di Beatrice Audrito. La mostra –
patrocinata dal Comune di Forte dei Marmi, presenta una selezione di opere e installazioni
inedite, in parte ispirate alla novella Mario e il mago che lo scrittore tedesco Thomas Mann scrisse
durante un soggiorno estivo a Forte dei Marmi. Le opere sono realizzate con la tecnica della
termoformatura in polistirene, un processo di derivazione industriale che identifica la ricerca di
Sabatini Odoardi, unico artista nel panorama italiano e internazionale ad applicare questa tecnica
al campo dell’arte.
La ricerca di Gino Sabatini Odoardi si caratterizza per un marcato interesse verso il pensiero
tradizionale quale occasione per riflettere sul modo di porsi dell'uomo di fronte all'inconoscibilità del
mondo. Un concetto indagato con modalità sempre nuove dove segno, disegno, pittura, scultura e
installazione si intersecano senza soluzione di continuità, generando cortocircuiti dialettici tra forma
e contenuto atti a forzare i limiti della rappresentazione. L'intenzione, come dichiara l'artista, è
quella di «insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia
la nostra cultura scardinando le nostre sicurezze, in un gioco di specchi infiniti, un continuo
rimando senza risposta». Per raggiungere questo obiettivo, Sabatini Odoardi si serve della
termoformatura in polistirene: una tecnica industriale utilizzata nel campo dello stampaggio delle
materie plastiche, da lui declinata in ambito artistico con risultati estetico-formali innovativi. Un
processo che consente all'artista di isolare oggetti del quotidiano per poi trasformarli in sculture e
installazioni complesse dall'equilibrio spesso precario, o di imprimere il segno della grafite nel
disegno sostituendo al comune foglio di carta un foglio di polistirene. Con un artificio plastico
tecnologicamente avanzato, Sabatini Odoardi porta ai limiti estremi la condizione di esistenza degli
oggetti che risultano così completamente estraniati dal mondo esterno di cui facevano parte. Uno
straniamento che li rende muti fantasmi di sé stessi, annullando la loro funzione pratica.
Ispirandosi alla novella autobiografica Mario e il mago dello scrittore tedesco Thomas Mann -scritta
proprio durante un soggiorno estivo a Forte dei Marmi e pubblicata nel 1929-, Nel cilindro del
dubbio indaga attraverso la seduzione della forma, la linea di confine tra magia e inganno. In
mostra numerosi cicli di opere rievocano i passi più salienti del racconto, divenendo metafora
dell'inganno visivo. L'allestimento pone il fruitore in una enigmatica dimensione spazio-temporale,
sospesa tra presente e futuro, rafforzata dall'utilizzo dominante del bianco, colore di sottrazione e
apertura al possibile.
Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968)
Si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti
dell’Aquila discutendo una tesi in Estetica sulla fenomenologia del “Silenzio” con Massimo Carboni.
Nel 2011 è stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia,
Padiglione Italia (Arsenale). Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale, ha al
suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive, in Italia e all’estero.
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è
il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente suo assistente) e Jannis Kounellis
(allievo al Seminario-Laboratorio nel 1998 a L’Aquila curato da Sergio Risaliti). Tra i vari premi: nel
1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) Le prix des Jeunes Createurs
all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2010 la Logos edizioni ha pubblicato
un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni.
“Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per
realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista
unico nel panorama italiano e internazionale. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni
private e pubbliche in Italia e all’estero. Dal 2013 è rappresentato dalla galleria Gowen
Contemporary di Ginevra. Attualmente è docente di Plastica Ornamentale e Tecniche Plastiche
Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.