Gio’ Pomodoro – Il percorso di uno scultore: 1954-2001
Nel circuito, che vede coinvolte ben nove sedi espositive, saranno esposte 173 opere, e si propone quale viaggio conoscitivo nella poetica e nell’estetica dei monumentali e straordinari capolavori di Gio’ Pomodoro, la cui radice intellettiva, matematica e filosofica, ha lasciato un patrimonio artistico-concettuale riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
Comunicato stampa
Si inaugura mercoledì 7 dicembre 2011 una fra le più importanti mostre antologiche dedicate allo scultore marchigiano Gio’ Pomodoro.L’evento, dal titolo “Gio’ Pomodoro. Il percorso di uno scultore: 1954-2001”, si snoda in un vero e proprio museo diffuso nell’incantevole territorio dell’alto Monferrato. Ville, Palazzi storici e Musei diventeranno, nei mesi dell’esposizione, un circuito senza eguali dove compiere uno fra i più esaustivi dei viaggi fra le opere del grande Maestro della scultura internazionale. Si parte dalla città di Alessandria per un percorso che tocca le più suggestive e peculiari città della provincia: Acqui Terme, Novi Ligure, Valenza, Tortona e Casale Monferrato.
Nel circuito, che vede coinvolte ben nove sedi espositive, saranno esposte 173 opere, e si propone quale viaggio conoscitivo nella poetica e nell’estetica dei monumentali e straordinari capolavori di Gio’ Pomodoro, la cui radice intellettiva, matematica e filosofica, ha lasciato un patrimonio artistico-concettuale riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
La manifestazione è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dalla Provincia di Alessandria, dai Comuni di Alessandria, Acqui Terme, Novi Ligure, Tortona, Casale Monferrato e Valenza. Contribuisce in maniera significativa anche il Museo Gori e Zucchi della UNOAERRE di Arezzo poiché, nella sede dell’oratorio della Chiesa di San Bartolomeo di Valenza, verranno esposte 45 preziose ed uniche sculture gioiello realizzate da Gio’ Pomodoro. La rassegna è curata da Marco Meneguzzo e da Giuliana Godio di Arte Futura. Testi in catalogo di Marco Meneguzzo, Giuliano Centrodi, Isa Caffarelli e Giuliana Godio.
Questa straordinaria manifestazione si propone altresì come percorso attraverso le eccellenze del territorio alessandrino. Ognuna delle sedi espositive è già di per sé un luogo di interesse storico-artistico, così come ognuna delle città offre giacimenti eno-gastronomici d’eccellenza. Si potrà compiere dunque, attraverso il circuito dell’antologica dedicata a Gio’ Pomodoro, un viaggio completo nel segno del più piacevole dei percorsi turistico-culturali. Ed è proprio così che si vuole intendere questa manifestazione, un omaggio a coloro che amano cogliere le essenze dell’arte e della cultura e le uniscono alle tradizioni di un territorio per coglierne l’universo.
Il viaggio inizia dalla Città di Alessandria dove, a Palazzo del Monferrato, raro esempio di connubio fra Barocco ed Espressionismo e caratterizzato da una singolare e solenne compostezza architettonica, saranno esposte, oltre all’opera monumentale “Grande Ghibellina”, 12 sculture in bronzo, pietra e marmo e una importante serie di acquerelli; nella Galleria Carlo Carrà di Palazzo Guasco, aristocratico edificio di impianto settecentesco del casato dei Marchesi Galiarati di Solero, saranno esposti “I Luoghi” di Gio’ Pomodoro, 5 sculture in pietra e bronzo e una serie di tavole progettuali su carta.
A Palazzo Cuttica, oggi sede del Museo Civico, dove si conservano i documenti della celebre battaglia dell’epopea napoleonica combattuta a Spinetta Marengo, e in epoca napoleonica residenza dei Generali Chasseloup e Despinois e sede della Prefettura di Marengo, troveranno spazio 9 sculture di piccole e medie dimensioni e 10 importanti opere su carta, oltre all’opera monumentale “Sole deposto” installata all’ingresso del palazzo. Nel cortile della sede della Camera di Commercio sarà installata la scultura monumentale in bronzo “Colloquio col figlio”.
Novi Ligureospita un corpus piuttosto importante di opere della serie “Tensioni” e “Soli”. In mostra, 23 sculture e 17 acquerelli. La sede è quella del Museo dei Campionissimi, un sito che raccoglie e racconta una delle pagine più belle e coinvolgenti della storia recente del nostro paese, e rende omaggio agli eroi del pedale: Costante Girardengo e Fausto Coppi.
A Valenza, città nota in tutto il mondo per la storica tradizione orafa, trova luogo nell’Oratorio della Chiesa di san Bartolomeo, il monumento più antico della città, una significativa, raffinata e preziosa, serie di 45 gioielli-scultura di Gio’ Pomodoro. Le opere saranno esposte nelle teche che hanno ospitato gli stessi gioielli al Petit Palais di Parigi.
Un altro gioiello di questa manifestazione è la Villa Ottolenghi di Acqui Terme, questa magnificente dimora merita una davvero un viaggio: essa è l’unico esempio in Italia di stretta collaborazione in epoca recente fra architetti, pittori e scultori, i quali hanno dato vita ad una dimora padronale caratterizzata dalla presenza di importanti opere d’arte. Vi hanno contribuito Marcello Piacentini, Arturo Martini, Fortunato Depero, Venanzo Crocetti. Mentre le meravigliose scenografie del parco della villa sono il risultato dell’opera del famoso architetto paesaggista Pietro Porcinai. Qui sarà esposta la grande opera in bronzo “Due” mentre all’interno della villa troveranno spazio 13 opere fra sculture e acquerelli.
Sede del Museo Archeologico e delle Civiche Raccolte Artistiche è il Palazzo Guidobono di Tortona, la facciata di ispirazione gotica tradisce l’originario impianto settecentesco ma gli interni, caratterizzati da importanti decori, rendono questo palazzo nobiliare un luogo davvero suggestivo quale spazio museale atto ad ospitare i bronzi e i marmi di Gio’ Pomodoro.
Ulteriore tappa del circuito è Casale Monferrato dove, nel loggiato della Villa Comunale, sarà ospitata per tutto il periodo della manifestazione la grande opera-capolavoro in bronzo lucido “Folla”.
Gio’ Pomodoro, l’umanista. La sintesi della mostra, che trova spazio e si traduce in un vero e proprio museo diffuso sul territorio nella Provincia di Alessandria, percorso esaustivo nell’opera del grande scultore, e perché no, filosofo dell’arte italiana, si ritrova nelle parole del curatore Marco Meneguzzo: Come artista, Gio’ Pomodoro, si è sempre mosso tra gli assoluti che insieme definiscono la categoria dell’”umano”: lo spazio e la storia. La scultura è la disciplina linguistica che secondo lui può incarnare meglio il senso dell’assoluto. E’ per questo che è diventato scultore.
Ritornare ai fondamentali è sempre stata la necessità della scultura di Gio’, mentre restare nei fondamentali è sempre stata la sua aspirazione. Qual è l’essenza della sua sperimentazione? Sperimentare il basso e bassissimo rilievo, la scultura come pannello, come superficie, esplorare i confini del territorio plastico, provare a forzare i limiti della scultura, imposti non tanto dalle sue qualità intrinseche, quanto da una tradizione scivolata prima nella consuetudine, poi purtroppo nell’abitudine. Le prime Superfici in tensione, sono dedicate a questa esplorazione, e si affiancano ad altre esperienze plastiche italiane simili (come quelle di Umberto Milani, di Francesco Somaini, di Emilio Scanavino, dei pannelli ceramici di Franco Meneguzzo, e soprattutto di Pietro Consagra, oltre naturalmente a quelle del fratello Arnaldo), che denotano l’esistenza di un’atmosfera di ricerca plastica di allora, lontana sia dalla figurazione in tutte le sue accezioni, sia dagli eccessi razionalistici e iperprogettuali del concretismo alla Max Bill o alla Bruno Munari.
Le tensioni sono il punto di svolta sia nei confronti della materia sia dello spazio, qual è il rapporto fra Gio’ e il suo concetto di scultura? Le tensioni furono salutate come qualcosa di eccezionalmente nuovo, cui contribuì certamente tutto il processo ideativo e realizzativo che Gio’ aveva escogitato. Esse sono l’acme, la sintesi di ciò che era stata la sua ricerca, e di ciò che diventerà il suo sviluppo nei successivi quarant’anni. Qui la materia cede il passo allo spazio, e questo è il primo passo estremamente significativo, perché si definisce una priorità all’interno di quella triade altrimenti indistinta costituita dal tradizionale rapporto tra materia, spazio e forma.
In altre parole, l’aver compreso una volta per tutte come trattare lo spazio, quale priorità attribuire agli elementi fondamentali della sua scultura, gli ha dato la forza e la fiducia per poter inserire nuovamente nel linguaggio plastico quegli elementi narrativi che aveva rifuggito solo qualche anno prima: risolto il problema del rinnovamento linguistico, eliminato il repertorio ammuffito della statuaria, affermata ormai la forma e la formula aniconica anche per la scultura, non era più necessario allontanare dalla disciplina plastica quel versante simbolico-narrativo che comunque poteva essere parte sostanziale della scultura, come lo era stato nei secoli passati.
Gio’ Pomodoro definisce lo spazio attribuendogli delle misure e costellandolo di simboli antichi e perduranti, come la colonna, la piramide, la sfera, il cubo. Percorre l’universo, ce lo rende conoscibile e addirittura familiare, come quando i pastori di Piranesi passeggiavano per le rovine dell’antica Roma, tra colonne e vestigia affioranti. E’ l’umanesimo, il romanticismo di un razionalista passato attraverso la Modernità, che ci consegna misure apparentemente arcane ma decifrabili, per metterci in contatto con l’universo, ma soprattutto con tutti gli uomini che quell’universo hanno costruito. Conclude Marco Meneguzzo rimandando il lettore all’ampio suo saggio nel catalogo della mostra.
GIO’ POMODORO, sintesi biografica
“ Ubi materia,ibi geometria “ Keplero
“ Ognipunto diventa il punto dell’universo “ Giordano Bruno
Nato a Orciano di Pesaro il 17 novembre 1930 muore a Milano il 21 dicembre 2002 nel suo studio di Via S.Marco 50. Si era stabilito a Milano con la famiglia nel 1954, dove conosce Lucio Fontana, e dopo la morte della madre si sistema con il fratello Arnaldo nello studio di via Orti 19 in Milano.
Con il fratello iniziano ad esporre presso le gallerie di Milano,di Roma e a Venezia a partire da 1955. Giò Ponti parla di “ strutture spaziali “ in riferimento ad una mostra del 1955 al Naviglio ed è una lucida chiave di lettura verso l’Artista.
Nel 1956 viene invitato per la prima volta ad esporre alla Biennale di Venezia.
Nel 1958 la GAM di Torino acquista “ Terra e sole “
Nel 1959 espone le sue “Fluidità contrapposte“ a Documenta II a Kassel. Nello stesso anno vince ex
aequo il Primo premio della Biennale per Giovani Artisti di Parigi con Antony Caro.
Nel 1962 viene nuovamente invitato alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale. Nello stesso anno stringe un contratto di esclusiva con la Galleria Marlborough che durerà fino al 1967.
Mentre si susseguono negli anni successivi prestigiose mostre in tutto il mondo, la Tate Gallery nel 1964 acquista “ One” e la galleria nazionale di Roma “ Folle “.
Nel 1967 dopo alcuni viaggi compiuti negli USA realizza “ Black Liberator “ dedicata ai neri d’America ed inizia a esporre in Louisiana , in Germania, e a New York, dove nel 1967 firma un contratto d’esclusiva con Martha Jackson Gallery .
Nel 1970 inizia a lavorare sulle grandi sculture in marmo e pietra nel suo studio di Querceta, in Versilia.
Nel 1976 espone con due personali al Castello dell’Imperatore a Prato e al Musèe d’Ixelles a Bruxelles.
Nel 1977 realizza la prima grande opera pubblica in Sardegna intitolata “Piano d’uso collettivo” e dedicata ad Antonio Gramsci.
Nel 1978 cura l’allestimento scenografico dell’opera di Verdi “La forza e il destino “ per l’Arena di Verona. e viene nuovamente invitato ad esporre alla XXXVIII Biennale di Venezia.
Nel 1981 Carlo Ludovico Ragghianti, grande storico e critico d’arte, presenta una sua personale alla Galleria Farsetti .
Nel 1983 viene inaugurata dopo quattro anni di progettazione la grande opera monumentale Teatro del Sole. 21 giugno, solstizio d’estate, grande piazza –fontana nella centralissima Goetheplatze di Francoforte.
Nel 1983 si trasferisce nel nuovo studio milanese di Via S.Marco.
Nel 1984 è di nuovo presente con la sala personale a lui dedicata alla XLI Biennale di Venezia.
Nel 1985 presenta al Palazzo Civico di Lugano il ciclo di sculture dedicate a Hermes, mentre a Villa La Favorita viene installata in permanenza la grande opera monumentale “ Montefeltro.I passi e il volgersi.”
Nel 1987 Guido Ballo presenta la monografia di Pomodoro edita dall’Agrifoglio e nel 1989 il Comune di Milano gli dedica alla Rotonda della Besana una importante antologica curata sempre da Guido Ballo.
Sempre in quell’anno ,in occasione del ventennio dell’Aeritalia a Torino viene collocato un grande bronzo in Piazza Adriano “ Sole-aerospazio 90 “.
Nel 1993 viene inaugurata l’opera monumentale “ Scala solare. Omaggio a Keplero “ , installata all’ingresso principale dell’Università di Tel Aviv.
Nel 1997 in occasione della mostra alla Berman di Torino, dona una scultura in marmo nero del Belgio “ Sole serpente “ alla GAM di Torino. Nella primavera dello stesso anno si inaugura la grande antologica , curata da Giovanni Carandente, alla Sala d’Arme di palazzo Vecchio in Firenze e l’anno successivo sul Lungarno Serristori viene installata la scultura monumentale “ Sole caduto, a Galileo Galilei
Fra le altre sculture monumentali si ricordano :
Sul piazzale dell’aeroporto di Malpensa, zona partenze e arrivi ,l’opera in pietra di Trani e bronzo alta 10 metri “ Spirale 82 “.
“Sole,luna,albero” è stata completata nel 1986 e sistemata in piazza Ramazzotti a Monza.
“Spirale caduta a Galileo “ è collocata nel centro storico di Padova davanti all’Università, e a Taino (Varese) nel parco pubblico viene sistemato il complesso monumentale “ Luogo dei quattro punti cardinali “. Realizzata in granito bianco e rosa è collocata in un punto scelto dal maestro da dove si vede un paesaggio a 180 gradi.
Nel 1995 l’artista viene invitato da Peter Murray ad allestire una personale grandiosa nello Yorkshire Sculpture Park a York.
Nel 1998 la Fondazione Veranneman di Krushoutem (Bruxelles) acquista per il parco “Sole Caduto a Galileo” che era stato esposto ad Aosta davanti alla Basilica in occasione della mostra del luglio 1997 curata dal prof. Del Guercio e Giuliana Godio assistita dal figlio Bruto Pomodoro, erede dell’artista. In occasione di tale mostra è stata donata dall’artista la scultura “Sole Aosta”.
Nel 2001 viene collocata l’opera monumentale in marmo “Agli italiani nel mondo” sul pontile dei Mille nel porto di Genova, in occasione del G8.
Nel 2002, il 7 aprile, a New York gli viene conferito il premio più prestigioso del mondo nel settore della scultura: “ISC’s Outstanding Achievement in Contemporary Sculpure Award” dell’International Sculpture Center di Washington DC.
New York gli attribuisce grandi onori per circa otto giorni. Furono invitati tutti i mercanti del mondo che si erano occupati delle sue opere.
Il 21 novembre 2002 Gio’ muore nel suo studio di Milano.