Gioacchino Alvente – Tororot
Visioni oniriche sulla figura architettonica.
Comunicato stampa
“La mostra nasce come omaggio alla figura di Gioacchino Alvente, noto architetto e raffinato disegnatore - racconta il curatore Ermanno Tedeschi - Il suo sogno e il suo massimo desiderio sono sempre stati quelli di unire la figura dell’artista a quella dell'architetto. Gioacchino è un sognatore, un poeta con una visione speciale e molto aperta, dotato di una straordinaria sensibilità che lo porta a esaminare ogni cosa con attenzione e curiosità”.
Aggiunge poi “Gioacchino Alvente ha intrapreso un suo personalissimo tributo alla città di Torino, dove ha deciso di studiare e trascorrere la propria vita, e ha iniziato a rappresentare tori in mille modi, citando artisti, come Picasso e Modigliani, o presentando una sua personalissima visione onirica. Spesso anche questi tori si nascondono tra elementi architettonici come, per esempio, scale che non si sa dove vadano a finire, ma che creano un equilibrio perfetto della composizione con un gioco unico di colori”.
Alvente è stato allievo dell’architetto Aimaro Isola, che così lo ricorda: “Castello del Valentino. Gli studenti del laboratorio di progettazione hanno gli occhi fissi sui fogli ancora bianchi. Lui si alza, si stira, si stacca dal tavolo, gira gli occhi intorno, si affaccia dai grandi finestroni. Pensa. Tornato al banco riempie veloce grandissimi fogli. Matite, penne, colori. Mi avvicino, mi siedo, parliamo, discutiamo. Intanto sul tavolo si materializzano splendidi, coraggiosi, segni policromi. Forse già allora, da quella aula, attraverso la finestra, decollava Alvente”.