Giordano Floreancig – In paradiso non c’è bella gente

Informazioni Evento

Luogo
TORRE GALFA
25° piano, via Alfredo Campanini, 12, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
25/05/2023

ore 19

Artisti
Giordano Floreancig
Curatori
Luca Cantore D’Amore
Generi
arte contemporanea, personale

“IN PARADISO NON C’È BELLA GENTE” è il titolo che lascia presagire la straordinarietà della mostra, di Giordano Floreancig a cura di Luca Cantore D’Amore.

Comunicato stampa

«Sono autodidatta in tutto specialmente negli sbagli ma quando la partenza è zoppa ti trascini invalido per tutta la vita le tracce di sangue restano sempre e non potendo tradire il sentire avendo vissuto da sempre con il caos dentro ho fatto di me stesso fiamma e inferno forse per questo quello che non ho è tutto quello che mi resta una vita senza punti e virgole»

Giordano Floreancig

“IN PARADISO NON C’È BELLA GENTE” è il titolo che lascia presagire la straordinarietà della mostra, di Giordano Floreancig a cura di Luca Cantore D’Amore che inaugura giovedì 25 maggio dalle ore 19.00 per il quarto appuntamento con GAD Galleria d’Arte Domestica, il ciclo di mostre organizzate da Crudemon che sta riscuotendo un grande successo di pubblico per la sua originale formula. Fino al 20 giugno negli ambienti domestici al 25° piano di Torre GalFa a Milano, con magnifica vista a 360 gradi su tutta la città, saranno in esposizione oltre 40 opere dell’artista friulano, «un meraviglioso essere umano senza provenienza, senza radici, senza confini geografici che ne perimetrino la territorialità, senza età anagrafica che significhi qualcosa: semplicemente tratteggiato, delineato, da un profumo, un ampio respiro a pieni polmoni, che odora inconfondibilmente di fanciullo, di giovinezza, di eterna “prima volta” - lo descrive il curatore, Luca Cantore D’Amore.

Nato 1954 a Stregna in provincia di Udine, dove vive e lavora, attraverso pennellate decise ed impietose Floreancig esprime nelle sue opere la tragedia dell'esistenza. Opere apparentemente inquietanti, che provocano un forte impatto emotivo. Conosciuto per i volti di "matti ed incazzati" in una sua intervista, alla domanda “come scegli cosa ritrarre? risponde: non ritraggo quello che vedo, ritraggo le emozioni di chi guardo. Ritraggo quello che immagino”. Una concentrazione intensissima di colore e materia, di anima e sentimenti, di rabbia e genialità.

Una mostra complicata quella di Giordano Floreancig – la definisce il curatore -. «In paradiso non c'è bella gente sarà complicata non soltanto perché è uno degli artisti italiani viventi più importanti, ma soprattutto perché i temi che affronta non sono temi possibili, non sono temi che la società contemporanea autorizza. Sono temi legati al senso della nevrosi, dell'isteria, del tormento, dell'angoscia, tutto quello che noi nascondiamo tutti i giorni, e lo nascondiamo perché lo reputiamo spesso socialmente non accettabile, socialmente da nascondere, socialmente da occultare, tutta la vergogna che proviamo nelle nostre infinità più profonde Giordano Floreancig lo schiaffeggia sulla tela ed è come se in qualche modo ci facesse sentire meno soli. La vera opera d’Arte di Giordano Floreancig, è Giordano Floreancig – continua Cantore D’Amore -. Il brutale e l’infantile che si intrecciano, la giovinezza e la vecchiaia che si confondono, lo spirito di sopravvivenza e l’autolesionismo che s’intersecano. Le sue opere non potevano che essere così come le vediamo: piene di vita, di materia, di dimensione, di oltre e di altrove, di urla e di sofferenze insopportabili, di muse e di canti paradisiaci e infernali assieme. Sembrava di essere con un parente neanche troppo lontano di Vincent Van Gogh poco prima di tagliarsi l’orecchio, che incontrava casualmente Louis Ferdinand Cèline, Chaèm Soutine, Federico Garcìa Lorca, Charles Buwkowski, Amedeo Modigliani, Duccio di Buoninsegna, Egon Shiele e tutta questa sfilza di Fulminati, tutti dentro di lui nello stesso momento, che, oltre il sipario della Mezzanotte, si erano impossessati di Giordano Floreancig per intraprendere un viaggio che Rainer Maria Rilke in riferimento a Cezanne aveva intitolato “Verso l’Estremo”. Uno spericolato parallelo tra Giordano Floreancig ed Edgar Allan Poe, pensando a come ciò che il mio amico friulano sostiene quando dice che “i matti son gli ultimi normali”, in questo mondo di stitichezza dell’emozione, paralisi dell’esplosione e anoressia della sensazione, si intrometta come una frittata in un panino nel pensiero dello scrittore americano quando ponderava e si domandava se “la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelligenza”.

GAD, Galleria d'Arte Domestica è un nuovo modo di avvicinarsi e godere dell’arte, uno spazio in cui le opere vengono esposte in modo “informale” alle pareti di una casa, proprio dove ogni appassionato o collezionista vorrebbe vederle. Una formula inusuale, in cui l’atmosfera è semplice, amichevole, colloquiale, dove il pubblico dialoga con l’artista per scoprire come nascono le opere, il loro senso, dove l’arte diventa argomento non solo di riflessione, ma di conversazione davanti a un bicchiere di champagne. Ideato da Massimiliano Pianta, Domenico Galeotti – fondatori di CrudeMon - il progetto prevede una mostra al mese dedicata ad artisti emergenti o già affermati.

«È in questo scenario irresistibile e meraviglioso che abbiamo deciso di realizzare GAD Galleria D’Arte Domestica, aprendo il nostro spazio all’arte e ai suoi amanti per coltivare la bellezza e, allo stesso tempo, l’informalità» affermano da CrudeMon. Obiettivo preciso del progetto, infatti, è quello di esporre le opere d’arte all’interno della loro naturale destinazione finale: le case e gli appartamenti dei collezionisti, degli appassionati e di coloro che investono nel settore dell’arte o anche che, semplicemente, comprano per il proprio godimento personale. Svecchiando, così, il preconcetto per cui il prestigio di un’opera può essere certificato solo se esposto in un Museo, in un’Istituzione o in un luogo di culto. E infine, dare ai numerosi appassionati di arte la possibilità non solo di incontrarsi e creare rete, ma anche di venire a stretto contatto con gli artisti in un luogo che profuma di confidenza, di intimità e di semplicità.