Giorni felici? quello che accade quello che può accadere
Un’inedita evoluzione della mostra Giorni Felici? a cura di Agata Polizzi, in corso negli spazi del Padiglione ZAC presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Comunicato stampa
Fondazione Merz presenta, dal 21 marzo al 12 maggio 2024, un’inedita evoluzione della mostra Giorni Felici? a cura di Agata Polizzi, in corso negli spazi del Padiglione ZAC presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Il nuovo progetto espositivo si intitola Giorni felici? quello che accade, quello che può accadere e riprende i linguaggi creativi messi in campo da Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Genuardi/Ruta e Chen Zhen nella mostra Giorni Felici?, innescando un’evoluzione che apre a nuove riflessioni e sperimentazioni.
Il progetto espositivo prosegue ampliandosi e attivando un transito affidato all’artista palermitano Francesco De Grandi e alla sacralità della sua pittura. Inoltre, la mostra presenta una staffetta nelle opere di Silvia Giambrone.
Francesco De Grandi presenta Come creatura (2018), Medea nel giardino del regno di Colchide (2023), Inizianti (2021), una trilogia che celebra la Natura, magnifica, controversa e rasserenante, un “paradiso terrestre” che si offre nella sua immensa ambigua bellezza, luogo dove tutto è accaduto e tutto può ancora accedere. Il video Sotto tiro (2013) di Silvia Giambrone è un’intensa e significativa analisi dell’artista sull’urgenza di “sentire il centro” non come minaccia ma anzi come punto di forza e di salvezza.
Spiega la curatrice Agata Polizzi: “Proprio come accade quando si fa esperienza di qualcosa di profondamente rilevante, la potenza sprigionata dai lavori in mostra e dai linguaggi messi in atto da Chen Zhen, Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Silvia Giambrone e Genuardi Ruta, profeti di infinito, suggerisce la necessità di andare avanti, andare oltre. Giorni Felici? genera un’evoluzione che apre nuovi livelli di analisi, un esodo dalla zona di conforto che proietta verso una rinnovata pacificazione. In questo tempo immaginato e insieme percepito, in questa dimensione in equilibrio tra finzione e vissuto, la consapevolezza ci rende solidi, diventa fiducia e può finalmente tradursi in solennità di azione e di pensiero.”
Il percorso espositivo prosegue con gli affondi dei cinque artisti già protagonista della precedente mostra Giorni Felici?. Il film Séance (2014) di Yuri Ancarani è un viaggio visivo in un ambiente domestico rarefatto, custode di vita e morte in grado di trasmettere una situazione rassicurante solo in apparenza. Per Barclay con l’installazione Senza titolo (1992), materializza l’idea della casa come luogo misterioso; colma di acqua trasmette energia attraverso una luce intensa. Joanna Piotrowska con le sue fotografie (2016-2019) focalizza l’attenzione sul tema della fragilità dell’infanzia e sulle sue proiezioni nel presente, rileggendo il concetto di casa inteso come rifugio oppure prigione. La promessa della primavera che sta per arrivare è alla base dell’installazione site-specific Vestita di color fiamma viva (2023) del duo Genuardi/Ruta, un tripudio di colore e speranza, mentre i cortocircuiti che caratterizzano la ricerca di Chen Zhen, qui con l’opera Jardin Lavoir (2020), concedono una “seconda vita” agli oggetti simbolo delle contraddizioni della società contemporanea e della storia.
Completa sottovoce il percorso espositivo il monologo tratto dal dramma Happy Days di Samuel Beckett, qui nell’interpretazione di Nicoletta Braschi per il Teatro Stabile di Torino.
Il progetto ZACentrale a Palermo
Nel 2021 ha preso il via nello spazio ZAC – Zisa Arti Contemporanee, il progetto ZACentrale con il quale la Fondazione Merz, dopo diversi anni di intensa attività sul territorio, inaugura a Palermo un presidio permanente dedicato alle arti del nostro tempo grazie a un accordo triennale con la municipalità.
Il progetto ZACentrale vuole trasformare ZAC – Zisa Arti Contemporanee in una vera e propria centrale energetica e al tempo stesso in una stazione da cui possano prendere le mosse viaggi che siano a un tempo partenze e ritorni, accoglienze e slanci. Lungi dal limitarsi al solo spazio della ZAC, il programma prevede infatti percorsi, relazioni e contaminazioni tra varie parti della città di Palermo: dagli antichi palazzi alle estreme periferie, dai luoghi del lavoro a quelli dello sport e dell’aggregazione, senza escludere le aree della cosiddetta marginalità.
Nel progetto ZACentrale di Fondazione Merz si uniscono grande impegno organizzativo e profonda radicalità culturale: accanto a un fitto programma di mostre, concerti, spettacoli teatrali e di danza, trovano posto la realizzazione di attività formative ai più diversi livelli, incontri pubblici in partenariato con le altre realtà dei Cantieri Culturali alla Zisa, interventi documentari, la nascita di un incubatore creativo e l’apertura di una biblioteca specialistica dedicata all’arte contemporanea.
Il programma triennale di ZACentrale si avvale della consulenza di un comitato scientifico internazionale dedicato composto da: Suad Amiry scrittrice e architetto, Manuel Borja-Villel, curatore indipendente, ex direttore Museo National Centro de Arte Reina Sofía Madrid, Caroline Bourgeois conservatrice e curatrice della Collection Pinault Paris, Giulia de Spuches professore ordinario di geografia culturale Università di Palermo, Samuel Gross curatore responsabile delle esposizioni di MAH Genève, Salvatore Tedesco professore ordinario di estetica Università di Palermo e coordinatore DAMS-Palermo.
GLI ARTISTI
Chen Zhen nasce a Shanghai nel 1955 da una famiglia di medici francofona. Artista visuale, cresciuto nel periodo della Rivoluzione Culturale, nel quartiere della Concessione Francese di Shanghai. Fin da giovane si interessa ai legami tra la filosofia tradizionale cinese e la cultura occidentale. Studia alla School of Fine Arts and Crafts di Shanghai (1973), dove inizia ad insegnare nel 1976. Un paio di anni più tardi, nel 1978, studia al Drama Institute di Shanghai dove si specializza in scenografia e dove, nel 1982 diventa professore. All’età di venticinque anni, Chen Zhen viene colpito da una malattia incurabile: l’anemia emolitica. Quest’ esperienza lo conduce ad ampliare la sua conoscenza e ad approfondire l’analisi del valore del tempo e dello spazio.
Al suo arrivo in Francia nel 1986, dove continua i suoi studi d’arte, Chen Zhen vive un forte shock culturale che gli fa mettere da parte la pittura per dedicarsi alla creazione di opere installative. Studia all’ École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi e, dal 1989, all’ Institut des Hautes Études en Arts Plastiques, dove diventa assistente professore nel 1993. Il suo lavoro sviluppa, attraverso una scuola di pensiero transculturale, un concetto che l’artista chiama ‘Transexpérience’, basato sulla relazione tra Uomo, società dei consumi e Natura. Due anni prima della sua morte, l’artista decide di studiare la medicina tradizionale cinese, considerandone il sistema di pensiero e azione molto vicino alla propria visione dell'arte. Trasforma e infonde quindi questa conoscenza nei suoi ultimi lavori che affrontano il dialogo tra corpo e spirito, Uomo e Universo.
Chen Zhen muore il 13 Dicembre 2000. La sua apertura mentale e la qualità del suo lavoro gli hanno guadagnato un ampio riconoscimento internazionale. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, e molte mostre retrospettive e personali hanno avuto luogo in importanti musei e istituzioni: la Serpentine Gallery, Londra, nel 2001, il National Museum of Contemporary Art, Atene e l’ICA, Boston, nel 2002; il P.S.1 Contemporary Art Center, New York, e il Palais de Tokyo, Parigi, nel 2003; la Kunsthalle Wien nel 2007; il MART, Rovereto, nel 2008; il Rockbund Art Museum di Shanghai, nel 2015 e Pirelli Hangar Bicocca di Milano, nel 2020. Tra il 1990 e il 2000 Chen Zhen ha ricevuto sei borse di studio da istituzioni d’arte francesi e americane, e preso parte a grandi esposizioni come: Chen Zhen au Magasin, Le Magasin – CNAC, Grenoble, 1992; Light of Confession, Centraal Museum, Utrecht, 1994; Field of Waste, The New Museum of Contemporary Art, New York, 1994; Dialogue de Paix, Palais des Nations Unies, Ginevra, 1995; The Quiet In The Land: Everyday Life, Contemporary Art and the Shakers, ICA, Boston, 1997; Artists’ Projects, The Re-opening Show of the P.S.1 Museum, P.S.1 Art Center, New York, 1997; Jue Chang / Fifty Strokes to Each, Tel Aviv Museum of Art, 1998; Cities on the Move, Louisiana Museum of Contemporary Art, Humlebaek, 1999; Chen Zhen, Elogio della Magia Nera - In Praise of Black Magic - Eloge de la Magie Noire, GAM, Torino, 2000. Ha partecipato a diverse biennali internazionali, tra le quali quella di Lione, Johannesburg e Gwangju nel 1997; la Biennale di Montréal nel 1998; e la Biennale di Venezia nel 1999, nel 2007 e nel 2009.
Per Barclay nasce a Oslo nel 1955, vive e lavora a Torino e Oslo.
Ha studiato Storia dell’Arte all’Università di Bergen, completando poi la sua formazione all’Istituto Statale d’Arte di Firenze, all’Accademia di Belle Arti di Bologna ed infine all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1990 partecipa al Padiglione dei Paesi Nordici alla XLIV Biennale di Venezia. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei nazionali e internazionali, tra i quali: Henie Onstad Kunstsenter di Oslo, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza, Museet for Samtidskunst di Oslo, CCC Centre de Création Contemporaine di Tours, Palacio de Cristal, Parque del Retiro, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, Fondazione Merz di Torino, CAC Málaga Centro De Arte Contemporáneo di Málaga. Nel 2014 ha preso parte alla seconda edizione di Icastica, ad Arezzo, creando una installazione d’olio nella Chiesa di San Domenico, sotto il crocifisso del Cimabue. Nello stesso anno espone a São Paulo, Brasile, in Made by Brazilians… Creative Invasion. Nel 2015 viene invitato a partecipare a L’albero della cuccagna, manifestazione ideata da Achille Bonito Oliva, realizzando una camera d’olio a Ca’ Pesaro, Venezia. Nel 2017 ha presentato una sua grande installazione all’inaugurazione del Centre de Création Contemporaine Olivier Debré a Tours, Francia. Nel 2018 ha partecipato a Manifesta 12, Palermo, con una oil room alla Cavallerizza di Palazzo Mazzarino e nel 2019 ha creato una camera d’olio alla Carpintarias de São Lázaro, Lisbona. Attualmente è in corso all’Henie Onstad Kunstsenter di Oslo un’importante personale dell’artista.
Joanna Piotrowska nasce nel 1985 a Varsavia, in Polonia e attualmente vive e lavora a Londra.
Nelle sue foto e nei suoi video, Joanna Piotrowska si concentra sull'esplorazione delle relazioni umane e della loro espressione corporea. Osserva personaggi incastrati nel contesto delle istituzioni sociali, alle prese con manifestazioni di potere, dipendenze emotive e l'elemento violento della natura umana. Si interessa alla famiglia, alla sicurezza, alla casa e ai senzatetto, alla posizione della donna e alla psicologia e politica della ribellione femminile, nonché al bisogno umano di controllare e dominare gli animali. Le sue stampe in bianco e nero, fatte a mano, all'argento gelatinoso e i suoi video su nastro da 16 mm sono più una registrazione di una performance o di uno spettacolo che un documentario.
Tra le mostre personali recenti si segnalano: Entre Nous, Le Bal, Parigi (2023); Sleeping Throat, Bitter Thirst, Kestner Gesellschaft, Hannover (2023); Are we home yet? Thomas Zander, Colonia (2021); Thump, Museum Insel Hombroich, Neuss (2021); FROWST, Zacheta National Gallery, Varsavia (2020); Joanna Piotrowska, Madragoa, Lisbona (2020); Stable Vices, Kunsthalle Basel (2019); All Our False Devices, TATE Britain, Londra (2019); Joanna Piotrowska, Leeds Art Gallery (2019); Frantic, Madragoa, Lisbona (2016); Joanna Piotrowska, Dawid Radziszewski Gallery, Varsavia (2016): Hester, Southard Reid, Londra (2015).
Tra le mostre collettive selezionate: The Milk of Dreams, Biennale Arte, 59a Biennale di Venezia, Venezia (2022); British Art Show 9, Aberdeen, Wolverhampton, Manchester e Plymouth (2021); Our Red Sky, Göteborgs Konsthall, Gotheborg (2020); Yorkshire Sculpture International, Leeds Art Gallery, Leeds (2019); There'll Never Be a Door. You’re inside. Works From the Coleção Teixeira de Freitas, Fundación Santander, Madrid (2019); A Terceira Margem, Biennale Ano Zero, Coimbra (2019); Drowning in a sea of data, La Casa Encendida, Madrid (2019); New Photography, MoMA, New York (2018); Antarctica, Kunsthalle Wien (2018); Role-Playing, Rewriting mythologies, Daegu Photo Biennale (2018); 10th Berlin Biennale for Contemporary Art, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2018); Room, Sadie Coles, Londra (2017); Something halfway between the typical atmosphere I breathe and the tip of my reality, La Tabacalera, Madrid (2017); SEVER, Galeria Boavista, Lisbona (2017); These Rotten Words, Chapter Art Centre, Cardiff (2017); Give Me Yesterday, Fondazione Prada Osservatorio, Milano (2016); What love has to do with it, Project Space, Hayward Gallery, Londra (2014); Bloomberg New Contemporaries, Institute of Contemporary Arts, Londra (2013).
Genuardi/Ruta, duo artistico composto da Antonella Genuardi (Sciacca, 1986) e Leonardo Ruta (Ragusa, 1990), nasce nel 2014 all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Le geometrie che il duo mette in campo da qualche anno non esistono per se stesse, sono sempre il frutto di una riflessione sulla luce, sui volumi che essa intercetta, sui tagli che definisce. E la riflessione non deriva da una matrice tecnico-analitica. È piuttosto l'espressione di un'attitudine storico-sentimentale, ha a che fare con emozioni legate a un bagaglio memoriale remoto. Potremmo leggere l'insieme delle loro forme come le pagine del libro di un diario di bordo, un'unica narrazione intorno al rapporto indicibile e sempre rinnovantesi con la potenza naturale della luce che incontra un costrutto altrettanto potente, tutto umano, lo spazio architettonico. Le imprevedibili relazioni formali che si allacciano tra queste due potenze costituiscono il vero fulcro del loro lavoro. Direttori artistici dello spazio espositivo L’Ascensore a Palermo. Dal 2022 collaborano al progetto Spazio Acrobazie, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, supportato da Fondazione CON IL SUD e Fondazione Sicilia presso Istituto Penale per Minorenni Malaspina.
Tra le mostre personali: Le trombe d’oro della solarità, American Academy in Rome Gallery, 2023 (Progetto facente parte del Winter Open studios); Stavamo in piedi su una scogliera, bipersonale con John M Armleder, a cura di Samuel Gross, Lemoyne, Zurich, 2022; Sotto Verde Manto, con un testo di Elsa Barbieri, I.D.E.A. Salento, progetto di Nicoletta Rusconi, Masseria Canali, Casarano, 2021; Locomotive Breath, a cura di Jorge Reis, Casa Azul, Torres Vedras-Distretto di Lisbona, Portogallo, 2020; ZR, a cura di Samuel Gross, Edicola Radetzky, Milano, 2019; Wormhole, a cura di Samuel Gross, Galleria FPAC, Milano, 2019; La danza dei giganti, Magazzino Brancaccio – Progetto Oltre Oreto, Evento Collaterale Manifesta 12, Palermo, 2018; Supercella SS115, a cura di Daniela Bigi, Progetto MAS, direzione artistica di Francesco Lucifora – Chiesa di Santa Maria del Gesù, Modica, 2017. Tra le collettive: Contestabile-Permeabile, a cura di Davide Silvioli, Contemporary Cluster, Roma, 2023; Recht Trifft Kunst, a cura di Michael Kortländer, in collaborazione con Nancy Granata printmaking studio, progetto di Haus der Kunst, Düsseldorf, 2022; Post-Turismo, Progetto di Post-Ex, a cura di Giuliana Benassi, BDC Central Holiday House, Roma, 2021; Ciak Collecting_Collezionismo Italiano Attivo, a cura di Irene Sofia Comi, Palazzo Orti, Verona, 2021; Gentilivicini, con il supporto di MiC e SIAE, Via della Fucina 16 Condominio-Museo, Torino, 2020; Talent Prize, Mattatoio, Roma, 2019; Manabamáte, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, BocsArt, Cosenza, 2019; La vita della mente, a cura di Giuliana Benassi, Istituto Svizzero, Roma, 2017; Attraverso i punti #2, a cura di Osservatorio Arti visive (Toni Romanelli, Daniela Bigi, Gianna Di Piazza), Palazzo Ziino, Palermo, 2017; La struttura alare del calabrone, a cura di Daniela Bigi, Fondazione per l’arte, Roma, 2016.
Yuri Ancarani nasce a Ravenna nel 1972. Video artista e film-maker italiano, le sue opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, e sono il risultato di una ricerca spesso tesa ad esplorare regioni poco visibili del quotidiano, realtà in cui l’artista si addentra in prima persona. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali, tra cui: PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano, Italia); MAMbo (Bologna, Italia); Fondazione Prada (Milano, Italia); Kunstverein Hannover (Germania); MoMA (New York, USA); Teatrino Palazzo Grassi (Venezia, Italia); Castello di Rivoli (Rivoli Torino, Italia); Manifesta 12 (Palermo, Italia); Kunsthalle Basel (Basilea, Svizzera); Art Basel Unlimited (Basilea, Svizzera); 16° Quadriennale d’Arte Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni (Roma); 55° Esposizione d'Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La Biennale di Venezia (Italia); Beursschouwburg (Brussel, Belgio); CAC, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Centre Pompidou (Parigi, Francia); Fondazione Sandretto, Re Rebaudengo (Torino); Hammer Museum (Los Angeles, California); AMACI, Museo del Novecento (Milano); MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma); R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA); Palais de Tokyo (Parigi, Francia); RaebervonStenglin (Zurigo, Svizzera); Stiftung Insel Hombroich (Neuss, Germania). E in numerosi Festival, tra cui: Premio Film Impresa (Roma, Italia); Transit Film Festival (Regensburg, Germania); New York Film Festival (New York City, USA); DocAviv (Tel Aviv, Israele); Festa Do Cinema Italiano (Lisbona, Portogallo); Camden International Film Festival (Maine, USA); New Directors/New Films, MoMA (New York, USA); Desert Exhibition of Art (Palm Spring, California); True/False Film Festival (Columbia, Missouri); SXSW South by Southwest (Houston, Texas); Ann Arbor Film Festival (Michigan, USA); Hot Docs (Toronto, Canada); TIFF Toronto International Film Festival (Toronto, Canada); BIM Biennale dell’Immagine in Movimento, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); Viennale (Vienna, Austria); 67° e 68° Festival del Cinema di Venezia (La Biennale di Venezia, Italia); IFFR International Film Festival Rotterdam (Rotterdam, Olanda); 23° IDFA International Documentary Film Festival Amsterdam (Amsterdam, Olanda); Cinéma du Réel (Centre Pompidou, Parigi Francia); CPH:DOX (Copenhagen, Danimarca); Festival International du Film de La Roche-sur-Yon (La Roche-sur-Yon, Francia); Beat Film Festival (Mosca, Russia); Taipei Film Festival (Taipei, Taiwan).
Silvia Giambrone nasce ad Agrigento nel 1981. Vive e lavora tra Roma e Londra. Lavora con performance, installazione, scultura, video, suono. La sua ricerca è incentrata sulle forme sotterranee di assoggettamento. Negli ultimi quattro anni vince numerosi premi e partecipa a numerose conferenze e residenze in Europa e Stati Uniti. È stata ambasciatore per Kaunas città europea della cultura 2022. Vince il Premio VAF 2019. Alcune tra le sue mostre più significative includono: W Women in Italian Design, Triennale Design Museum, Milano (2016); Corpo a corpo, La Galleria Nazionale, Roma (2017); Terra mediterranea: in action, NiMAC, Cyprus (2017); Wall-eyes. Looking at Italy and Africa, Keynes Art Mile, Johannesburg (2019); VII Premio Fondazione VAF, Mart, Rovereto (2019); VII Premio Fondazione VAF, Stadtgalerie Kiel, Germania (2019); Sovvertimenti, Museo Novecento, Firenze (2019); Nobody’s room. Anzi, parla, Museo del Novecento, Milano (2020); Io dico io, La Galleria Nazionale, Roma (2021); Galleria delle Ombre, Dior show FW2021, Reggia di Versailles (2021); Mascarilla 19 – Codes of domestic violence, LOOP Festival, Fundació Antoni Tàpies, Barcelona, Spagna (2021); Mascarilla 19 – Codes of domestic violence, Castello di Rivoli, Rivoli, Italy (2021); Reclaiming and Making: Art, Desire, Violence, Museum Of Sex, New York, NY (2022); Blow-up Arthouse Film Festival di Chicago, USA (2022); INTERTWINGLED – The role of the Rugs in Art, Craft and Design, La Galleria Nazionale, Roma (2022); Fine Arts Festival 2022, Los Angeles (2022); Female Feedback Film Festival, Los Angeles / Toronto (2022); Mill of performing Art, Larissa, Greece (2022); San Francisco Arthouse Festival, CA (2022); Accolade Global Film Festival, Los Angeles (2022); Ediplay International Film Festival, Paris (2022); London Indie Short Film Festival (2022); World of Film International Festival, Glasgow (2022); Florida shorts (2022); Some things, Nicola Del Roscio Foundation, Rome (2022); Turning Pain into Power, Kunst Mean (2022); Sensei Tokyo filmfest (2023); Tokyo Film award (2023); Reise nach Italien, Goethe house, Rome (2023) ; You owe me one, Prometeo Gallery, Milan (2023); Cinequest Film & VR Festival, San Jose, California (2023); Sexually explicit content, PAC Padiglione Arte Contemporanea, Milan (2023); Carmarthen Film Bay festival (2023); Lift off Japan film festival (2023); Houston film festival (2023); L’incontro, Forof, Roma (2023). Lavora con Richard Saltoun Gallery in London, Stefania Miscetti Studio in Rome, Prometeo Gallery in Milan.
Francesco De Grandi è nato a Palermo nel 1968. Dopo gli studi presso l'Accademia di Belle Arti della sua città, nel 1994 si trasferisce a Milano, dove vi resterà fino al 2008. Dal 2009 al 2012 lavora a Shanghai, poi decide di tornare a Palermo dove trova un luogo più adatto per continuare la sua ricerca.
Dal 1994 a oggi partecipa a mostre collettive e personali in spazi pubblici, musei e gallerie private in Italia e all'estero.
Dal 2017 è docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, di Carrara e di Catania.
Interessato alla matrice ontologica della Pittura come percorso di conoscenza, Francesco De Grandi trova nei motivi archetipici della storia una via per l'elevazione spirituale in una forma del dipingere quasi meditativa. Fra studio della natura e sentimento del sacro, dopo anni trascorsi a restituire la sontuosità del paesaggio, nella produzione più recente De Grandi si pone oltre il perimetro del “genere” e fa della natura il luogo di Dio.
Narrativa, figurativa, romantica, evocativa, la pittura di De Grandi giunge a una maturità subito leggibile nella qualità del colore, del segno, della rivisitazione iconografica. Una pittura che fa i conti con la tradizione, mentre una vibrazione contemporanea la attraversa, col gusto sottile della mescolanza, del ribaltamento e dell’ambiguo, un omaggio all’immensa platea umana che ogni giorno, dal racconto mitologico fino alla cruda cronaca attuale, abita il palcoscenico del mondo.
Tra le mostre personali recenti: Vago Fiore, Ex Chiesa degli Almadiani, Viterbo, 2020. Aurea Hora, Fondazione Sicilia Pinacoteca di Villa Zito, Palermo, 2019; Come Creatura, RizzutoGallery, Manifesta 12 Collateral Event, Palermo, 2018; Fragmente des Unbekennten, Gartenpavillon Malkasten, Dusseldorf, 2016; Archetipi della pittura inquieta, Convento del Carmine, Marsala, 2014.
Tra le collettive: Camera Picta, Galleria Civica, Castello del Buonconsiglio, Mart, Trento, 2021; EX MACHINA, Ex Convento del Carmine e Palazzo Bonelli Patanè, Scicli; Maledetti Disegni, Festival delle Letterature Migranti, sez. Arti Visive, 2020; Foresta Urbana, Museo Riso Palermo, 2019; La Scuola di Palermo, Museo Riso Palermo, 2018; Walking on the Planet, Casa Masaccio, Casa Giovanni Mannozzi, Palazzo Panciatichi, San Giovanni Valdarno, 2018; 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Corderie dell’Arsenale, Venezia, 2011; Milanogallerie, Triennale di Milano, 2009; XV Quadriennale d'Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2008; “Apocalittici e Integrati” utopia nell’arte italiana di oggi, MAXXI, Roma, 2007; Sui Generis, PAC, Milano, 2000.