Giovanna Lacedra – Io sottraggo

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA COMUNALE D'ARTE MODERNA - EX PESCHERIA
Via Pescheria 23, Cesena, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

h 10.00-12.00; 16.00-19.00

Vernissage
17/03/2012

ore 17

Contatti
Email: iosottraggoperformance@gmail.com
Artisti
Giovanna Lacedra
Curatori
Grace Zanotto
Generi
fotografia, arte contemporanea, performance - happening, personale, new media

Si tratta di un progetto ideato, scritto e agito da Giovanna Lacedra, curato da Grace Zanotto, con video-sonorizzazione di Giuseppe Fiori. Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.

Comunicato stampa

Nel mese di marzo la città di Cesena dedica alle donne non una sola giornata, ma un intero mese. Un mese di eventi artistici e iniziative culturali, conferenze su tematiche psicologiche e sociali, discussioni sui diritti e sui soprusi, per porre l’accento su una collana di questioni riguardanti l’essere donna oggi. Tra bellezza e fragilità, speranze e paure, genialità e patologia una eterogenea moltitudine di talenti femminili si racconta.

Pittura, Fotografia, Performance, Teatro, Cinema, Musica, Letteratura, Poesia, Psicologia. Ogni artista , una donna. Ogni attrice, una donna. Ogni autrice, una donna. A mostrare la propria luce e le proprie piaghe, perché, come ha dichiarato una nota performer francese, Annette Messager “ Essere un artista vuol dire guarire continuamente le proprie ferite, e allo stesso tempo non cessare di mostrarle”.

Il “Marzo delle Donne”, un’iniziativa organizzata da Forum Donne, Centro Donna, Casa delle Donne, con il Patrocinio del Comune di Cesena – Assessorato alle Istituzioni e ai Servizi Culturali - Politiche e Differenze – con la collaborazione e partecipazione di numerose Associazioni femminili, è quindi un concertato inno alla femminilità. Alla sua complessità, alla sua problematicità, alla sua straordinarietà. E per il 2012 è stato coniato uno slogan quanto mai esplicativo: “A partire da una, a partire da ciascuna”.

Sì, perché la storia di una donna può essere la storia di ogni donna.

Così come la storia di una anoressia può essere la storia di tante anoressie.

E una donna, confessando se stessa, con la parola, con l’azione, con il corpo, può prestare la propria voce, la propria rabbia, la propria speranza a milioni di altre donne che invece tacciono.

Per paura o per vergogna. O per non disturbare. Perché a tutt’oggi, scandalosamente, i disturbi del comportamento alimentare vengono ancora sottovalutati, superficializzati, e ignobilmente derisi. Patologie che uccidono, vengono lette come capricci.

È per assottigliare questa mancanza di attenzione, per ridurre questa ignoranza, che Giovanna Lacedra ha deciso di prendere tra le mani la materia informe del proprio veleno, e provare a trasformarlo in medicina.

Così è nato, lo scorso giugno 2011, l’evento performativo itinerante ora alla sua quinta tappa, che andrà in scena sabato 17 marzo 2012, presso la prestigiosa location della Galleria Comunale Ex Pescheria, in centro città:

IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO.

Una performance, una mostra. Un evento proposto della Galleria Famiglia Margini di Milano, e organizzato per il “Marzo delle Donne” di Cesena dall’Associazione Atera – Terapia e ricerca nell’alimentazione.

Si tratta di un progetto ideato, scritto e agito da Giovanna Lacedra, curato da Grace Zanotto, con video-sonorizzazione di Giuseppe Fiori. Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici.

E una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela, attraverso una sequela di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento, e intime e pagine di diari scritti nei mesi più deliranti della patologia.

IO SOTTRAGGO è atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore. Un atto in cui è il corpo stesso a confessare la verità che sta dentro a tutto il cibo divorato e rifiutato.

La verità che sta dentro a tutto il nutrimento sottratto e vomitato.

La vera patologia: la piaga del disamore.

La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro il cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito ad essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione.

IO SOTTRAGGO nasce per trasformare il veleno in medicina.

Trasformare in arte la patologia.

Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico.
Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi.
Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare.
Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.

Anoressia, Bulimia, Bing Eating, Obesità. Malattie della nutrizione. Malattie dell’amore.

Perché il nutrimento cui si anela, quello stesso nutrimento che si teme,che ci spinge a divorare bestialmente tutto e più di tutto, cibo cotto, cibo crudo, perfino cibo congelato, prima dolce e poi salato, prima nutella e poi brasato, pasta cruda, pizza estratta dal freezer, legumi direttamente dalla lattina.... quel nutrimento , non sarà mai cibo. Mai.

Inutili orge alimentari si alternano a digiuni ascetici: corse al massacro, per il corpo e per l'anima, schiaccianti quanto vacue al fine di anestetizzare una fame insaziabile. Un'inarginabile flusso di vacuità. Perché è l’amore il nutrimento primario che chiamiamo all’appello, con un grido che dalle fauci si perde in corridoi infiniti, e senza ascolto. E' l'amore, e non il cibo, il nutrimento che ci affama. E' l'amore. E nient'altro.

E sapere che l'amore è tutto, basta a capire che non servirebbe altro.

La verità, semplice e incomprensibile, è che in un disturbo del comportamento alimentare non è l'alimentazione ad essere disturbata, no. Non è il cibo il vero problema.

Il cibo non è che una dipendenza e un'astinenza. È il sintomo di una patologia.

Ma la verità è altrove: è nel bisogno di non aver bisogno. È nell’inesauribile fame di tutto. È in quell’anoressia che nel tempo massimo di un infinitesimo,si trasforma in bulimia, Perché la bulimia, in realtà, è sempre stata lì appostata, ad aspettare il momento della resa. La bulimia in realtà è quel mostro che brama e trama dietro le quinte dell’anoressia.

Dai diari:

4 Luglio 2005

“Lasciarsi morire di fame. Sottrarsi al mondo.

Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno, con vocazione.

Oggi: 475 Kilocalorie.”

Ad integrare le tematiche affrontate dalla performance, un ciclo grafico, in cui il corpo è l’anima del discorso figurativo.

Hoc Est Corpus Meum è un ciclo di grafiche in tecnica mista realizzate tra il 2004 e il 2010, atto a sublimare – attraverso l’immediatezza di un segno vagante su disordinate macchie di colore e caffè – quel difficoltoso intreccio di dinamiche psico-emotive sospese tra rifiuto e volontà, annichilimento e desiderio, Eros e Thanatos, che sottendono alla fatica di esser donna.

Hoc Est Corpus Meum è una nodosa amalgama di anatomie femminili, di sguardi feriti, spaventati o inferociti. È una disorientante mescolanza di corpi che si isolano e bocche che si cercano (come a voler soddisfare la sensuale urgenza di riappacificarsi col proprio doppio).

È in definitiva, la trasposizione creativa – e dunque visionaria – delle maniacali ossessioni che sono alla base della patologia anoressico-bulimica.

Un ciclo nato come indispensabile appendice al sintomo; come “voce”, o meglio “grido” figurato del sintomo.

Vedrete corpi dalle pose intorcinate, scomposte o strazianti. Sovente scarnificati, nodosi, magri sino a sfiorare l'androginia. Ma femminili. E fortemente espressivi nella loro tensione.

Una folla di creature che insorge contro il vuoto, dentro al vuoto.

Una legione di vergini, amazzoni e scarne dee .

Hoc Est Corpus Meum. Questo è il Mio Corpo.

Un corpo pieno. Un corpo vuoto. Un corpo sterile. Un corpo fervido.

Un corpo-non-corpo e un corpo-a-corpo.

Dentro e sotto la pelle. Negli occhi e nelle ossa.

Tra la negazione e la smania, di una femminilità intricata.

Gli appuntamenti organizzati dall’Associazione AterA (Terapia e Ricerca nell’alimentazione)

sono quindi: