Giovanni Albanese – Giocare col fuoco
Gli oggetti fiammeggianti del “poeta delle mille luci” sono divenuti punto di riferimento per l’arte contemporanea italiana nell’ambito della ricerca d’avanguardia e della sperimentazione di nuovi linguaggi.
Comunicato stampa
La Ermanno Tedeschi Gallery inaugura il 30 Ottobre la mostra personale di Giovanni Albanese dal titolo “Giocare col fuoco”.
Gli oggetti fiammeggianti del “poeta delle mille luci” sono divenuti punto di riferimento per l’arte contemporanea italiana nell’ambito della ricerca d’avanguardia e della sperimentazione di nuovi linguaggi.
Si tratta di veri e propri scheletri in ferro di oggetti che ricostruiscono figure archetipiche della memoria individuale e collettiva. Sono loro che, con sapiente aiuto della luce pulsante, dinamica e a tratti nostalgica, acquistano quel dualismo simbolico in grado di donare una potente energia fisica e mentale, come ad esempio il “ Mezzocuoreasega” illuminato a metà “un cuore che fiammeggia solo per metà, dualismo poetico attorno al simbolo dei simboli. Lo vedi e diventa subito imprescindibile. Un’icona fiammeggiante che colpisce per la potenza del messaggio, la vibrazione stilistica, l’idea evocativa” Gianluca Marziani, Giovanni Albanese, Opere 1988/2008, Claudio Grenzi Editore.
Questi oggetti sono il frutto di una ricerca contraddistinta da una vena ludica “ri-creativa” e immaginifica, il cui fine ultimo è di sorprendere ed emozionare; le installazioni di Albanese sono, infatti, teatri di posa, set cinematografici che, inglobando l’architettura che li circonda, cercano di attirare l’attenzione degli spettatori e comunicare con essi. L’artista riesce a utilizzare nei suoi lavori la tecnologia con atteggiamento ironico, tentando di portare gli oggetti nello spazio animato della rappresentazione. La luce rimane la vera protagonista delle sue installazioni: lampadine cimiteriali a luce arancione che “infuocano” e “fanno vivere” gli oggetti che le circondano.
Giovanni Albanese nasce a Bari, vive e lavora a Roma. Verso la metà degli anni Novanta inizia a realizzare “oggetti fiammeggianti” utilizzando lampadine a fiamma che simulano la luce delle candele votive. L’artista, anche regista cinematografico, ha realizzato due importanti film: il primo AAA Achille (sceneggiatura di Vincenzo Cerami e musiche di Nicola Piovani), con cui vince il Giffoni Film Festival del 2003; il secondo Senza arte nè parte con cui Giuseppe Battiston vince il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista.
Nel 2002 vince il Premio Pino Pascali. Nella sua carriera ha partecipato a mostre e premi prestigiosi, esponendo le sue installazioni a Venezia, Roma, Mosca e New York.