Giovanni Coda – Twentyfive

Informazioni Evento

Luogo
PINACOTECA COMUNALE CARLO CONTINI
Via Sant’Antonio , Oristano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/06/2017

ore 19

Artisti
Giovanni Coda
Curatori
Roberta Vanali, Efisio Carbone, Ivo Serafino Fenu
Generi
fotografia, personale

La mostra è dedicata ai venticinque anni di carriera di Giovanni “Jo” Coda, fotografo e regista tra i più talentuosi e pluripremiati della Sardegna.

Comunicato stampa

Giovedì I giugno, alle 19.00, presso la Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano sarà inaugurata la mostra TWENTY FIVE_GIOVANNI CODA EXPOSITION, a cura di Roberta Vanali, Efisio Carbone e Ivo Serafino Fenu, promossa dal Comune di Oristano, Assessorato alla Cultura, su proposta della Commissione Equità tra i Generi e Pari Opportunità del Comune di Oristano che, come ogni anno dalla sua fondazione, con l’iniziativa aderisce alle Giornate arcobaleno per la promozione dei Diritti fondamentali e di Cittadinanza dell’Unione europea.
In collaborazione con l’Associazione Culturale Labor e il V-art Festival Internazionale Immagine d'Autore, col contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra è dedicata ai venticinque anni di carriera di Giovanni “Jo” Coda, fotografo e regista tra i più talentuosi e pluripremiati della Sardegna. Suddivisa in diverse sezioni ospita cinque serie fotografiche prodotte fra il 1998 e il 2016, in cui Giovanni Coda esplora il drammatico mondo di una malata di Alzheimer (Other Body), accompagnandoci lungo un percorso teso a rappresentare il dolore dell’intimità di un corpo martoriato dalla malattia. La seconda alle proiezioni di film e cortometraggi dal girati tra il 1994 al 2012, tra cui spicca Bullied to Death, recentemente premiato con il prestigioso Umanity Award al New Renaissance Film Festival di Amsterdam. Sono esposti, inoltre, strumenti di lavoro, maschere, locandine e articoli tratti da quotidiani e riviste.

La Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” apre i suoi spazi alla mostra Twenty five – Giovanni Coda exposition, dedicata ai venticinque anni di carriera di Giovanni “Jo” Coda, fotografo e regista cagliaritano ma oristanese d’adozione. Ci sono mostre che, in determinati momenti storici, oltre che per i loro contenuti estetici si impongono come “necessarie” perché costringono, spesso con un approccio urticante, a meditare su una contemporaneità contraddittoria e sempre meno inclusiva. Questa di Jo Coda parla di alterità e differenze, le evoca attraverso l’epifania di corpi feriti dalla malattia, offesi dal potere e dai suoi dogmi, violati dal pregiudizio, corpi che, per dirla con Foucault, divengono “carnaio di segni” e luoghi del conflitto. Ma Jo Coda evita, da artista qual è, la cronaca e il contingente, sublima il conflitto con un linguaggio formale stratificato e complesso che sugge e rielabora le esperienze dei più rappresentativi videoartisti contemporanei e di quei registi, da Genet a Jarman, visionari e colti, maledetti e lirici, che hanno ibridato il linguaggio cinematografico con le icone della tradizione pittorica del passato. La sua ricerca, al contempo esperenziale, civile ed estetica, si connota, pertanto, per i forti accenti ermetici, onirici e visionari, capaci di evocare pulsioni interiori e derive sociali in cui Eros e Thanatos combattono la loro eterna lotta. (Ivo Serafino Fenu)