Giovanni Fattori – Capolavori da collezioni private
Milano rende omaggio a uno tra gli indiscussi protagonisti della pittura italiana dell’Ottocento, a 25 anni dalla storica rassegna tenuta alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, attraverso quaranta capolavori, alcuni dei quali mai esposti in pubblico, provenienti da prestigiose collezioni private italiane.
Comunicato stampa
Dal 25 ottobre al 21 dicembre 2013, GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano (via Manzoni 45) ospita una mostra interamente dedicata a Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908) uno degli indiscussi protagonisti della pittura italiana dell’Ottocento.
Il capoluogo lombardo torna a omaggiare l’arte di Giovanni Fattori, a 25 anni dalla storica rassegna tenuta alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente.
Curata da Francesco Luigi Maspes ed Enzo Savoia, l’esposizione ripercorrerà le tappe fondamentali della carriera del pittore livornese attraverso la selezione di quaranta capolavori – alcuni dei quali mai esposti in pubblico – provenienti da prestigiose collezioni private italiane, come quella del milanese Giacomo Jucker o quella del genovese Mario Taragoni, privilegiando le opere eseguite tra il 1860 e il 1905 circa, il periodo della sua piena maturità creativa e stilistica.
Il percorso presenterà opere di grande importanza, come il nucleo dedicato ai militari, sentiti parte integrante di quella realtà ordinaria, che Fattori scandaglia, senza retorica né idealismi, in tutti i suoi aspetti. Dipinti come Passaggio del Mincio (1865-1870 circa), Le vedette (1870-1875 circa), Cavalieri in perlustrazione (1875 circa), Cavalleggeri in avanscoperta (1875-1880 circa), Manovre di artiglieria (1880 circa), Le ordinanze (1883), Militari al bivacco (1885 circa), Ritorno dalla passeggiata (1885-1890) e L’appello dopo la carica (1895), documenteranno la sua lunga, quanto attenta riflessione sui modi e sui tempi della guerra, sulle ragioni e sui drammi individuali, prima che collettivi. Lo studio di questo argomento lo ha portato a perfezionare la sua tecnica, superando l’elemento descrittivo, grazie a un’autonomia di costruzione di figure, caratterizzate da una ridotta gamma cromatica, che accentuavano la drammaticità degli eventi.
Di altrettanto interesse sono le “impressioni” paesistiche della Maremma, ossia di quella parte della campagna toscana che Fattori “preferiva per istinto, sentendosi più libero e puro e più vicino all’essenza delle cose nella semplice e selvatica solitudine della natura”. Case nella campagna livornese (1866-1870 circa), Veduta di Poggio Pelato a Castiglioncello (1867-1868), Viale soleggiato (1870 circa), Uliveto (1875-1885) e il Bosco di San Rossore (1890-1900) riveleranno un artista apertamente “macchiaiolo”, cantore della natura cólta in ogni suo aspetto e sintetizzata mediante stesure cromatiche essenziali.
A questi paesaggi “puri” si affiancano quelli animati dalla presenza umana, fra cui la tavoletta Silvestro Lega che dipinge sugli scogli (1867 circa), in cui sfrutta e intensifica le venature del legno per ricreare visivamente la sensazione del vento che investe gli scogli, sui quali siede l’esile figura dell’amico pittore; o ancora l’idilliaca Contadina nel bosco (1861), nella quale lo sperimentalismo della “macchia” degli anni precedenti si allarga alle scene dal vero e si incanala verso una crescente libertà esecutiva. La stessa che Fattori applica anche alle opere dedicate al lavoro dei campi, documentate in mostra da Riposo in Maremma (1867 circa) e da Le boscaiole (1878 circa).
Alla calma silente di questi dipinti fa da contraltare la vitalità di certi quadri di butteri, come i due grandi pastelli Incontro fatale (1900) e Un incontro (1904 circa). Non mancano pure brani di vita quotidiana ambientati sullo sfondo di paesaggi urbani che l’artista realizza nei primi anni Ottanta, fra cui Viale principe Amedeo a Firenze (1880 circa) e L’arrivo dei barocci (1881).
Con Giovanni Fattori. Capolavori da collezioni private, il Centro Studi GAMManzoni conferma la propria attività di istituzione culturale finalizzata alla promozione e trasmissione del sapere artistico in territorio lombardo. Lo stretto legame che lo lega alla città di Milano è in questo caso sancito dalla sua collaborazione con la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, che mette a disposizione il suo archivio per le ricerche degli studiosi coinvolti nell’iniziativa, fra cui Francesca Dini, tra i maggiori esperti dell’artista livornese.
Accompagna la mostra un catalogo GAMManzoni edizioni