Giovanni Gastel – The people I like / I gioielli della fantasia
Triennale Milano rende omaggio al fotografo Giovanni Gastel (Milano, 1955 –2021) attraverso due mostre: The people I like, in collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, e I gioielli della fantasia, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea.
Comunicato stampa
Triennale Milano rende omaggio al fotografo Giovanni Gastel (Milano, 1955 –2021) attraverso due mostre: The people I like, in collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, e I gioielli della fantasia, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea.
Afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano: “Giovanni Gastel è stato un sofisticato ritrattista del mondo. Non solo visi, ma corpi, mode, gioielli, tessuti, ambienti. Con un sorriso, faceva sembrare facile il gesto infallibile e preciso di un grande fotografo. Il suo lavoro si è intrecciato più e più volte con i percorsi di Triennale, cui aveva regalato idee, progetti e ispirazioni. Con queste due mostre la nostra istituzione rende il primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso, troppo presto.”
The people I like, a cura di Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati, presenta oltre 200 ritratti che sono la testimonianza dell’immensa varietà d’incontri che ha caratterizzato la lunga carriera di Gastel. Un labirinto di volti, pose, sogni di personaggi del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo, della politica. Un ritratto collettivo di anime, incontrate nel corso di una carriera quarantennale. Tra i personaggi ritratti: Barack Obama, Marco Pannella, Forattini, Ettore Sottsass, Germano Celant, Mimmo Jodice, Fiorello, Zucchero, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Roberto Bolle, Bebe Vio, Bianca Balti, Luciana Littizzetto, Franca Sozzani, Miriam Leone, Monica Bellucci, Mara Venier, Carolina Crescentini.
Il titolo della mostra è una dichiarazione d’intenti: il fotografo si svela nella sua più intima autenticità e consacra il “ritratto” opera artistica per eccellenza. Presentando oltre 200 ritratti, la mostra documenta una parte importante del suo lavoro. Modelle, attrici, artisti, operatori del settore, vip, cantanti, musicisti, politici, giornalisti, designer, chef fanno parte del caleidoscopio di fotografie esposte senza un ordine preciso né un’appartenenza a un determinato settore o categoria.
I ritratti non sono percepiti come semplici rappresentazioni della fisionomia umana, ma lasciano trasparire un significato interiore più vero: lo scopo è quello di indagare ciò che va aldilà dell’esteriorità, cogliendo la complessità del soggetto. Al centro sempre l’anima che traspare dalla posa, dall'espressione del volto e dalla sua teatralità. I ritratti assumono un ruolo centrale che non si ferma all'analisi fisica, ma scava nella sfera psicologica del personaggio.
Tutti ritratti sono in grande formato, la maggior parte in bianco e nero, mentre nella parte finale del percorso espositivo trovano spazio 80 immagini della serie dei colli neri, dei ritratti ai margini della spiritualità dell’anima.
In parallelo, la piccola mostra I gioielli della fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, presenta come un prezioso castone, per usare un termine desunto dall’oreficeria, uno dei primi lavori che ha dato a Giovanni Gastel la notorietà internazionale. Sono esposte 20 immagini di un più ampio progetto commissionato all’autore da Daniel Swarowsky Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, tradotto in quattro lingue, e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera.
Dopo la prima presentazione al Museo Teatrale alla Scala, la mostra ha circolato per sei anni in alcuni dei più importanti musei europei di arte applicata (Museum Bellerive di Zurigo, Victoria and Albert Museum di Londra, Museum für Angewandte Kunst di Colonia, Kunstgewerbemuseum di Berlino) per raggiungere poi anche gli Stati Uniti.
Giovanni Gastel dà vita a una reinterpretazione fantastica e immaginaria dei gioielli da cui emerge tutta la sua straordinaria vena creativa. Ritroviamo qui l’eleganza stilistica e i temi centrali della sua ricerca artistica, il dialogo sincretico tra il mondo degli oggetti e quello della figura umana, l’ironia, il corpo e la maschera, il travestimento e la metamorfosi: un filo rosso che accompagnerà per tutta la vita il suo itinerario creativo.
Le fotografie in mostra sono state donate da Lanfranco Colombo a Regione Lombardia e sono conservate presso il Museo di Fotografia Contemporanea.
I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, l’Institutional Media Partner Clear Channel e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano anche per questo progetto espositivo.
Giovanni Gastel
La carriera di fotografo di Giovanni Gastel (Milano, 1955–2021) inizia in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni Settanta, dove Gastel, giovanissimo, trascorre i suoi lunghi anni di apprendistato scattando foto e imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo. Tra il 1975 e il 1976 lavora per la casa d’aste londinese Christie’s, mettendo in pratica ciò che aveva appreso. La svolta della sua carriera arriva nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda: dopo la pubblicazione della sua prima natura morta sulla rivista italiana “Annabella”, nel 1982, inizia a collaborare con “Vogue Italia” e, poi, grazie all’incontro con Flavio Lucchini, Direttore di Edimoda, e Gisella Borioli, con “Mondo Uomo” e “Mondo Donna”. Tra gli anni Ottanta e Novanta, la carriera di Gastel nel mondo della moda esplode parallelamente al boom del Made in Italy. In quegli anni, Gastel sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo e molte altre. Il successo in Italia lo porta anche a Parigi – dove negli anni novanta lavora per marchi come Dior, Nina Ricci, Guerlain – nonché nel Regno Unito e in Spagna. Sebbene la sua carriera inizi nel mondo della moda, Gastel (fotografo e, al contempo, anche poeta) capisce rapidamente che il suo impulso d’espressione necessita anche di progetti con fini prettamente artistici. La consacrazione artistica non tarda ad arrivare e, nel 1997, Triennale Milano gli dedica una personale curata da Germano Celant. La mostra lancia Gastel ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo successo professionale si consolida così tanto che il suo nome che compare su riviste specializzate accanto a quello di mostri sacri della fotografia Italiana come Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna e di leggende internazionali come Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Jürgen Teller. Il successo professionale apre le porte a un altro lato del repertorio fotografico di Gastel che fino alla fine degli anni 2000 era rimasto inesplorato: il ritratto. Negli ultimi anni, Gastel si scopre appassionato di questo ramo della fotografia e, come sempre ha fatto nella sua carriera, vi si immerge totalmente.