Giovanni Giaretta – Altrove e altri canti
La galleria Tiziana Di Caro ospita nei suoi spazi la seconda personale di Giovanni Giaretta. Intitolata Altrove e altri canti.
Comunicato stampa
La galleria Tiziana Di Caro ospita nei suoi spazi la seconda personale di Giovanni Giaretta. Intitolata Altrove e altri canti, la mostra sarà inaugurata martedì 22 giugno 2021, dalle ore 18:00 alle ore 21:00.
La mostra include opere realizzate nel 2020 e nel 2021, e il titolo allude all’intreccio di alcuni temi che caratterizzano il lavoro di Giaretta: la memoria, la geografia e l’interpretazione del linguaggio determinata da fattori culturali. “Altrove” evoca una dimensione spaziale immaginifica declinata in modo soggettivo, mentre gli “altri canti” alla pluralità di senso e significato implicita nella lingua e alle possibili alterazioni nate dalle variazioni di pronuncia.
La mostra ruota attorno a due nuclei creativi: la serie Elsewhere and Other Islands e il video del 2020 intitolato Words Words Words Are Decorative Sound.
Elsewhere and Other Islands è formata da disegni digitali stampati su carta. Le isole sono luoghi che non hanno a che fare con la geografia fisica ma sono un altrove presente nell’immaginazione popolare e letteraria. Il modo in cui vengono trattati i soggetti risulta familiare a chiunque conosca le barzellette sulle isole deserte di noti periodici italiani e stranieri. Giaretta manipola le vignette eliminando qualsiasi presenza umana e lasciando solo degli indizi, tracce di un passaggio. Così l'isola, da ambientazione di una scena satirica, si trasforma definitivamente in iconica “isola deserta”, pur non perdendo il potenziale ironico.
Nella seconda sala, alle piccole isole vengono affiancati disegni di grandi proporzioni realizzati con la tecnica del wall painting. Le proporzioni ampie fanno sì che l'osservatore diventi un possibile abitante, un naufrago.
Introdotta da foto e testi presentati negli spazi antecedenti, l'installazione video Words Words Words Are Decorative Sound è ospitata nella terza sala. L’opera indaga la relazione tra il linguaggio e l'identità culturale. Giaretta esplora il potenziale delle lingue, non solo come strumenti di comunicazione, ma anche come veicolo di fantasie e fantasmi visivi. Punto di partenza è la narrazione frammentata di un aneddoto: il ricordo dell'apprendimento dell'inglese durante gli anni dell’adolescenza. Questa memoria intima viene filtrata giocosamente attraverso riferimenti alla cultura visiva e musicale mainstream della fine degli anni '80 e '90, dai Ghostbusters ai The Cure. Il video descrive il processo di formazione di nuove forme di sé attraverso l'uso del linguaggio, indagando la relazione mnemonica e visiva sepolta in una lingua e arrivando a ipotizzare la possibilità di estendere le proprie percezioni a nuove geografie. Parole, ricordi e immagini si fondono con paesaggi artificiali, creati e filmati nello studio dell’artista e in un laboratorio di ingegneria navale. L’ultima frase recitata nel video, ripetuta come uno scioglilingua, “Within the first breath of a word a new geography starts” è esemplificativa di questo concetto. È come se le immagini filmiche avessero contaminato la lingua fino a diventare una cosa sola, un’immagine pronunciata.