Giovanni Oberti – Laghi di aceto
In occasione della riapertura di TILE project space, Giovanni Oberti presenta Laghi di Aceto, una mostra composta da diversi elementi che ricostruiscono un paesaggio.
Comunicato stampa
In occasione della riapertura di TILE project space, Giovanni Oberti presenta Laghi di Aceto, una mostra composta da diversi elementi che ricostruiscono un paesaggio.
L’artista lavora per fornire allo spettatore un punto di vista più alto incarnato nel volo di un uccello, immaginando una prospettiva più ampia che comprenda l’uomo e gli elementi organici e inorganici che lo circondano. Estendendo la naturale visione, Oberti permette allo sguardo di ricostruire un orizzonte complessivo che riporti l’uomo ad osservarsi all’interno di un paesaggio ‘appassito’.
I piani di visione si sviluppano attraverso tre linee percepibili simultaneamente dallo spettatore come a creare un terzo sguardo proiettato nel tempo oltre la momentanea visione, un occhio che immagina il futuro e tenta di sentirne l’atmosfera.
Questo cambiamento di angolazione permette di riflettere sugli elementi performativi dello sguardo, generando il richiamo all’attenzione come punto critico attraverso cui osservarsi come uomo all’interno di un ambiente in radicale cambiamento.
Le parti che compongono la mostra sono oggetti e materiali disposti sul pavimento dello spazio. Gli oggetti sono utilizzati sia come riferimenti iperrealistici di un ambiente topografico, sia come elementi dalla funzionalità mancante che diventano media naturali e artificiali per la lettura del paesaggio. I materiali organici e in particolare l’aceto, sono invece testimoni di una maturazione, una particolare trasformazione nel tempo che pur preservando una memoria di informazioni, è soggetta a costanti scissioni formali che modificano l’immagine futura delle sostanze.
Laghi di aceto “sarà una mostra da vedere dall’alto, o meglio, una mostra visibile guardando verso il basso. Come il volo di un uccello nei cieli di un paesaggio naturale, un paesaggio appassito e sfiorito come d’autunno, esalante odore ormai acre come l’aceto”.
Giovanni Oberti (Bergamo, 1982). Vive e lavora a Milano, ha studiato presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, dove si è diplomato nel 2006. Ha tenuto diverse mostre personali in Italia e all’estero tra cui: Onorarono, Munich Kunstverein, Monaco di Baviera, 2015; I fiori in tasca, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2012; Arise Therefore, con Daniela Huerta, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2011; 8, con Elio Grazioli, a cura di Chiara Agnello, Careof, Milano, 2010;Placentarium, a cura di Marinella Paderni, Galleria Placentia Arte, Piacenza 2009. Tra le mostre collettive ricordiamo: Keep it real, Ventura 15, Milano, 2014; The excluded third, included, a cura di Postbrother, Emanuel Layr Gallery, Vienna, 2014;Veerle, a cura di Chris Fitzpatrick, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2013; Epidedon, a cura di Ludovico Pratesi, Co2 Gallery, Roma, 2012; SC13, a cura di Chris Fitzpatrick, San Fracisco, 2010; Now where now here, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo) 2010; Il raccolto d’autunno è stato abbondante, a cura di Chiara Agnello e Milovan Farronato, Careof e Viafarini, Milano 2009.
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Aperta solo su appuntamento
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TILE PROJECT SPACE
is pleased to present
Giovanni Oberti // Lakes of vinegar
Opening February 24, 2016, 7 PM
February 24 - March 26, 2016
On the occasion of TILE’s reopening, Giovani Oberti presents Lakes of vinegar, an exhibition which is made up of several elements that reconstruct a landscape.
Oberti works to provide the spectator with a higher point of view, embodied by the flight of a birth, imagining a wider perspective which puts together the human being and the surrounding organic and inorganic elements. Through the expansion of the natural sight, Oberti allows the view to create an overall horizon which brings again the human to observe himself within a ‘withered’ landscape. The whole vision simultaneously develops across three lines perceived by the spectators, thus creating a third gaze projected in the time over a temporary vision, an eye which imagines the future and tries to feel its atmosphere.
This shift of viewpoint allows to reflect on the performative elements of the view and induces to think of attention as a turning point through which it is possible to observe yourself inside an enviornment in radical mutation.
The exhibition is composed of objects and organic matters organized on the TILE’s floor. The objects are used both as topographical hyperrealistic landmarks that as elements without a functionality, becoming natural and artificial media for reading a landscape. The organic matters and especially vinegar, are witnesses of a ripening, a particular transformation during the time which, even if preserves an information memory, is subject to a costant formal fission which changes a future image of the materials.
Lakes of vinergar “will be an exhibition to be seen from above, or rather, a show seen looking down. Like the flight of a bird in the skies of a natural landscape, a withered and faded landscape like in autumn, exhaling now acrid smell like vinegar”.
Giovanni Oberti (Bergamo, 1982) Lives and works in Milan. He studied at the Carrara Academy of Fine Arts in Bergamo, where he graduated in 2006. He has held several solo exhibitions in Italy and abroad including: Onorarono, Kunstverein Munich, Monaco, Germany, 2015; I fiori in tasca, Enrico Fornello Gallery, Milan, 2012; Arise Therefore, with Daniela Huerta, Enrico Fornello Gallery, Milan, 2011; 8, with Elio Grazioli, curated by Chiara Agnello, Careof, Milan, 2010; Placentarium, by Marinella Paden, Placentia Art Gallery, Piacenza, 2009. For collective exhibitions include among others: Keep it real, Ventura 15, Milan, 2014; The excluded third, included, by Postbrother, Emanuel Layr Gallery, Vienna, 2014; Veerle, edited by Chris Fitzpatrick, Rebaudengo, Turin, 2013; Epidedon, curated by Ludovico Pratesi, Co2 Gallery, Rome, 2012; SC13, edited by Chris Fitzpatrick, San Fracisco, 2010; Now where now here, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo) in 2010; Il raccolto d’autunno è stato abbondante, curated by Chiara Agnello and Milovan Farronato, Careof and Viafarini, Milano 2009.