Giovanni Robustelli – Tratti e ritratti
In mostra 15 disegni al tratto ispirati all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters da un testo di Gianni Brunoro per Spazio Papel.
Comunicato stampa
15 DISEGNI AL TRATTO ispirati all'Antologia di Spoon River
IL MISTERO DI UN TALENTO
di Barbara Brevi
per Spazio Papel
Forse non serve sapere chi sia Giovanni Robustelli. Non importa conoscere la sua età, né sapere se le rughe hanno già cominciato a inciderne il volto e il bianco a spruzzarne i capelli o se invece attraversa ancora l’età della giovinezza. Non c’é neppure bisogno di sapere se vive nel grigiore ottundente della Pianura Padana o altrimenti respira a pieni polmoni di fronte alla luce del Mediterraneo, se è autodidatta oppure ha studiato all’Università.
Domande legittime, ma forse superflue, per svelare il mistero di un talento. Non sembra necessario definire, incasellare, aggiungere informazioni, redigere una biografia per avvicinare Giovanni Robustelli. Il talento basta a se stesso. La sua mano si muove senza incertezze, mettendo a tacere ogni curiosità. Un silenzio incantato si impone davanti alle sue invenzioni, perentoriamente spontanee e forse già compiute mentre si accinge a iniziare il disegno. Sembra non esserci separazione tra mano e immaginazione.
Non si intuiscono bozzetti preparatori, o stadi progressivi di avanzamento dell’opera. Il disegno di Giovanni Robustelli sgorga limpido da una biro. Sì, proprio dalla penna a sfera, quell’oggetto comune che tutti noi afferriamo diverse volte ogni giorno per una firma frettolosa, un appunto o la lista della spesa. Per noi, la biro resta qualcosa di poco valore che, il più delle volte, dimentichiamo in giro. Per Giovanni Robustelli, la biro diventa strumento nobile tanto quanto pennelli, olii e tempere lo furono per i grandi pittori del passato.
Lo immaginiamo impossessarsi con decisione della carta e cominciare a “tessere”, con tratti precisi e rapidi, la trama del disegno. L’opera nasce e si sviluppa in un continuum ininterrotto. È troppo armonica la composizione per soffrire di pause forzate, di incertezze. È potente e naturale, come l’acqua che scaturisce da una sorgente.
Immaginiamo, ancora, che sia appassionato di letteratura anglo-americana, dato che la sua mano di artista si è mossa ispirata da Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e, recentemente, dall’Antologia di Spoon River di Edgard Lee Masters.
È con felice naturalezza, infatti, che Robustelli ha regalato un volto ad alcune eteree voci della collina di Spoon River. Ha donato loro un’originale concretezza di carne e ossa, di sguardi intensi e simboli, di animali e piante. Un filo comune lega l’edera di Louise Smith al cedro con il quale si fonde il ricco Washington McNeely e ai fiori che sbocciano dalla spalla di Serepta Mason, splendida, eterna ragazza. Essere umano e mondo vegetale sono tutt’uno.
Altrettanto indissolubile è il legame che si intreccia tra uomo e mondo animale: il rapporto tra il domatore Sam Hookey e il fiero leone rimanda a quello tra Benjamin Pantier e il suo cane, dolcemente appoggiato alla testa del padrone. Anche il pescatore Schroeder, dal cappello di feltro e ipnotici occhi chiari, vive di pesci, appesi a un filo come panni stesi ad asciugare, che sembrano zampillare dalla sua spalla sinistra.
Giovanni Robustelli ha ascoltato le voci di Spoon River, quasi come un alter ego di Theodore il poeta che, dopo aver contemplato la tana del gambero, volse lo sguardo verso uomini e donne, e compose versi. E’ così che possiamo allora immaginare Giovanni, non conoscendolo se non nella sua matura vena artistica. Partecipe del mondo, letterario e non, fiabesco o reale, Giovanni lo osserva e lo svela con la grazia del suo talento.