Giovanni Termini / Aperture
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Due mostre. LA PROMESSA DEL VUOTO, mostra personale di Giovanni Termini, a cura di Simone Ciglia. APERTURE, terzo appuntamento del progetto The Archive Project, mostra collettiva a cura di CAMPO.
Comunicato stampa
Giovedì 30 gennaio 2025 la Fondazione Pastificio Cerere presenta LA PROMESSA DEL VUOTO, mostra personale di Giovanni Termini a cura di Simone Ciglia.
La mostra sarà aperta al pubblico da venerdì 31 gennaio a sabato 15 marzo 2025.
La ricerca di Temini studia la relazione tra i materiali e lo spazio e formalmente si presenta con istallazioni in grado di sfidare equilibri, tensioni e forze. La sua poetica s’ispira ad un immaginario vicino al contesto dell’edilizia, della fabbrica e del cantiere. Usando tubi innocenti, parapetti, pedane, scale, spartitraffico in cemento, armature per la carpenteria rende ambiguo ciò che è comune ed altera la percezione degli ambienti espositivi. Le opere rimpiegano e rielaborano oggetti prelevati dalla realtà e il suo lavoro fermamente situato in uno spazio che si proietta nella dimensione temporale, aperto al processo che ne detta i materiali, si nutre – come dichiara l’artista stesso – “proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare”.
Per la sua personale alla Fondazione Pastificio Cerere Giovanni Termini si propone di riflettere sul rapporto con la città di Roma. L’esposizione presenta una serie di lavori inediti concepiti per l’occasione insieme a una selezione di opere recenti.
Roma occupa una posizione centrale nella personale geografia di Termini, che nella capitale ha trascorso gli anni della formazione, dalla fine degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta. Alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti, ha aggiunto la conoscenza degli artisti operanti in città, sia della generazione emergente in quel periodo (raccolta nella cosiddetta “Scuola di San Lorenzo”) sia delle generazioni precedenti. La lezione di questi artisti ha informato la concezione dell’arte che anima fino a oggi il lavoro di Giovanni Termini, che ha continuato a praticare Roma anche dopo il suo trasferimento, mantenendo un legame stretto con la città.
Biografia
Giovanni Termini è nato ad Assoro (En) nel 1972, vive e lavora a Pesaro.
Ha esposto in Italia e all’estero. Tra le mostre personali: Da quale pulpito, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; Consuete attenzioni, Galleria Vannucci, Pistoia; L’umanità degli oggetti, Jason Dodge - Giovanni Termini, Kappa Noun, San Lazzaro di Savena, Bologna; (Criteri generali per la) messa in sicurezza, Otto Gallery, Bologna; Come la metti sta, Palazzo Tiranni - Castracane, Cagli (PU); In fondo a destra, Palazzo Filippo Mezzopreti, Pescara; Visioni d’insieme, Mac Museo di Lissone; Grado di tensione, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo; Pregressa, Galleria Renata Fabbri, Milano; Disarmata, Fondazione Pescheria, Pesaro; Zona franca, Galleria Pio Monti, Roma.
Tra le collettive: Another world is possible, Centrul de Interes 4th, Cluj Napoca, Romania; Rifrazioni, Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Per via del tutto eccezionale, Fondazione Filiberto Menna, Roma; Upcycle, Residenza dell’Ambasciata d’Italia, Berna, Svizzera; The new abnormal, Straperetana, Pereto (AQ); La forma della terra, Fondazione Menegaz, Castelbasso; Opera morta, Otto Gallery, Bologna; Arte e tecnologia, Museo di Lan Wan, Qingdao, Cina; DISIO - Nostalgia del futuro, Sala Tac, La Caja, Istituto Italiano di Cultura, Caracas, Venezuela; Rilevamenti #1, CAMUSAC, Cassino; Au Rendez-Vous des Amis, Palazzo Vitelli Fondazione Burri, Città di Castello; XV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni; I Premio Internazionale Giovani Scultori, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.
Giovedì 30 gennaio 2025 la Fondazione Pastificio Cerere presenta la mostra collettiva Aperture, terzo appuntamento di “The Archive Project”, a cura di CAMPO. L’esposizione sarà aperta al pubblico da venerdì 31 gennaio a sabato 15 marzo 2025.
Per celebrare il suo decimo anno di attività, CAMPO invita architetti, artisti, fotografi e curatori a riflettere sull'idea di apertura come dispositivo estetico, tecnico e concettuale. Le opere, i progetti e gli interventi realizzati dai partecipanti verranno allestiti nello spazio espositivo del Silos, che, privo di finestre, sarà trasformato in una sorta di facciata interna.
La mostra Aperture propone una riflessione sul valore dello sguardo e sulla necessità di superare i limiti per intravedere scenari futuri. In architettura aprire è un gesto fondamentale: se costruire è delimitare, separare e definire il confine tra interno ed esterno, aprire è rivelare, connettere mondi distinti e sfidare ordini stabiliti.
La storia dell’architettura può essere letta come una costante tensione tra la continuità del limite e la sua reiterata interruzione. L’involucro traforato rappresenta il dispositivo estetico per eccellenza dell’architettura: una grammatica di forme e simboli, un ritmo di colonne, una cornice che racchiude il fluire del tempo. Dal punto di vista tecnico costruttivo, perforare una parete significa governare la permeabilità degli elementi, sfidare la forza di gravità, esibire o nascondere lo sforzo umano o della materia.
Le aperture non solo distinguono la soglia tra interno ed esterno, pubblico e privato, familiare e sconosciuto, ma esse dirigono lo sguardo, organizzano i flussi e trasformano la terra in territorio, creando un ordine che struttura lo spazio abitato. In questo senso le aperture non solo definiscono lo spazio fisico e concettuale in cui viviamo, ma offrono anche la possibilità di esplorare mondi immaginari e futuri.
Biografia
CAMPO è un progetto fondato a Roma nel 2015 da Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo, Luca Galofaro e Davide Sacconi. Attraverso mostre, dibattiti, workshop e progetti editoriali CAMPO riflette sul valore dell’architettura utilizzando la pratica curatoriale come mezzo per stimolare dialoghi e produrre conoscenza. www.campo.space