Giovanni Termini – Contrappunti
La cornice della settecentesca villa Rospigliosi ospita una serie di incontri e progetti estetici volti a stimolare una riflessione sull’arte e sullo spazio che da esso può essere abitato, innescando un dialogo inedito, rivolto ad un pubblico eterogeneo e sensibile, tra i luoghi ‘privati’ ed il territorio.
Comunicato stampa
La cornice della settecentesca villa Rospigliosi ospita una serie di incontri e progetti estetici volti a stimolare una riflessione sull’arte e sullo spazio che da esso può essere abitato, innescando un dialogo inedito, rivolto ad un pubblico eterogeneo e sensibile, tra i luoghi ‘privati’ ed il territorio.
CONTRAPPUNTI . E’ il titolo del progetto site specific realizzato da Giovanni Termini negli spazi esterni della villa Rospigliosi a Prato visitabile dal 31 ottobre al 5 dicembre 2020.
Memoria, leggerezza, sincerità, le parole con le quali il suo curatore, Riccardo Farinelli sintetizza questo nuovo progetto nato da un patto tra cultura e natura del quale il parco, la fattoria, la stessa villa ne sono testimonianza. “Una musica già scritta” della quale il lavoro di Termini “non può che essere il contrappunto”.
Sono quattro i Contrappunti concepiti dall’artista. Interventi leggeri, quasi invisibili, la cui proposta di lettura non superficiale richiede una attenta osservazione. Opere che invitano alla sosta, sottolineano ambiguità, sospensione, alimentano attesa. Una vena spirituale e immateriale pare attraversarle nel cui processo sembrano acquisire vitalità, quasi un desiderio d’indipendenza dal volere stesso dell’autore.
1- sulla circonferenza. Il rischio di un getto d’acqua segue il percorso ideale di un cerchio ma lungo il cammino un ombrello può creare riparo.
2- libera di scegliere se restare. Un desiderio di cura e amorevolezza verso un’opera mutilata, una protesi mobile restituisce libertà di scelta se rimanere o andare.
3- privata. Un lungo drappo cardato, dal colore dei cenci di cui è composto, evidenzia la vocazione operosa della città o la vocazione teatrale di un piccolo spazio, forse protegge un ambiente più intimo innescando curiosità vojeristiche.
4- fine giornata. E’ l’imbrunire. Dai vetri smerigliati della rimessa bagliori e suoni indistinti. Una porta chiusa ... l’ultimo contrappunto.
Giovanni Termini nato in Sicilia, dal ’98 vive e lavora tra Pesaro ed Urbino dove insegna presso l’Accademia di Belle Arti. Nel suo linguaggio le installazioni come mezzo di comunicazione, assemblaggi, progetti. Un operare volto ad interventi di alterazione e modificazione dello spazio ospitante. Non volumi statici ma forme in espansione, tensioni tra forze compresse, installazioni dalla dimensione temporale aperta al cambiamento ed alla mutazione. Un impiego di materiali eterogeni e d’uso ordinario, prevalentemente provenienti dall’edilizia. Materiali spogliati dalla loro funzionalità che rivelano una dimensione poetica o “contestualizzati” paiono interrogare lo spazio destinato. Un lavoro incentrato sul paradosso, l’instabilità, su un costante mutare delle cose e delle situazioni. Termini è noto alla critica ed al pubblico per il dialogo tra scultori quali Eliseo Mattiacci, Paolo Icaro, Nunzio Di Stefano.