Giovanni Urbinati – Almanacco di fasti e nefasti. Ferie d’Agosto
Giovanni Urbinati (Rimini 1946 – 2023) è stato un ceramista e scultore dalla carriera cinquantennale.
Comunicato stampa
Giovanni Urbinati (Rimini 1946 – 2023) è stato un ceramista e scultore dalla carriera cinquantennale. La sua
attività è iniziata nell’atelier riminese “Ceramica Stella Alpina” di Carla Birolli negli anni ’60. Dopo un breve
apprendistato, nel 1969 apre la sua bottega a Rimini avviando un lavoro sperimentale di ricerca sugli smalti e
cotture a lustro per la scultura e per l'arte applicata all'oggetto. Nel 1988 incontra Tonino Guerra da cui nascerà
una prolifica collaborazione per la realizzazione di opere permanenti d'arte ambientale come “Il giardino
pietrificato", l'affascinante lavoro alla Torre di Bascio Alta nei pressi di Pennabilli e qui il suo intervento presso
“L'Orto dei frutti dimenticati” ideato dal poeta.
Artista prevalentemente attivo in Riviera e nella sua Rimini con mostre personali e istallazioni permanenti,
esemplifica al meglio la natura non centralizzata dell'arte italiana.
testo di presentazione:
CARNE VIVA E TERRA COTTA
di Matteo Giacomelli
Per Gio Urbinati la terra è madre, la stessa materia che rende i corpi carnosi conferendo ad essi massa.
La terra, senza dubbio impastata con l’acqua dell’Adriatico e poi cotta nel fuoco, prende così forma ceramica
acquistando senso e soprattutto sesso.
Si potrebbe dire che si tratti di una sinfonia di corpi o meglio, di un’orchestrina paesana accompagnata dal
cinguettio di uccelli e da voli di farfalle, mentre profumi inebrianti dall’olfatto raggiungono il cervello.
Si materializzano così le opere, in forma di mele spaccate in due, dischiuse verso misteriosi piaceri o di seppie
iridescenti e palpitanti, emerse da chissà quale abisso del mare o della psiche, pronte a stritolarci con tentacoli
predatori.
Nell’aria c’è un clima di festa, un odore di cibo fritto e di sale. A tratti si sente perfino l’umidità delle notti d’estate
che appiccica la pelle, quando la Riviera si svela e tutto sembra sul punto di accadere soprattutto l’amore…
Questo però è un inganno momentaneo e all’estate segue sempre l'autunno e poi inesorabilmente l’inverno. Gli
ombrelloni d'improvviso spariranno dalle spiagge come foglie cadute dagli alberi, lasciandoci nel dubbio che
siano mai esistiti. Rimarremo così perplessi come si resta davanti a un coccio rotto, con in mano una manciata di
sabbia che sfugge tra le dita e un filo di malinconia.
Dopo notti di feste Post- Modern in discoteche anni ottanta, il pensiero arcaico riaffiorerà sulla tavola
materializzandosi in terraglie dalle forme elementari della tazza e del vaso. Il rito della colazione e del pranzo si
rinnoverà così in una quotidianità senza tempo.
Sarà così che quella civiltà di bagnini e ristoratori che ben conosciamo, dismessi i variopinti costumi estivi, si
riapproprierà lontana da occhi indiscreti del segreto della terra e del fuoco. Essi sono i discendenti di antichi
villanoviani dell’età del bronzo, raccoglitori o cacciatori di collina.
La dimensione del fare- immaginando si ritaglierà il proprio spazio senza curarsi delle implicazioni del linguaggio
estetico di moda, scevra da intellettualismi. Le opere, risultato dell’ingegno e del saper fare con le mani,
finalmente splenderanno in sé e per sé nel luccichio del lustro ceramico e così, piene di vita, ci riscalderanno il
cuore.
Fano / Bologna
Luglio-Novembre-2024