Giovanni Urbinati – Castelli di carta

Informazioni Evento

Luogo
MELTINGBOX
via San Giovenale 86 – 47922 , Rimini, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle ore 9:00 alle ore 18:00

Vernissage
07/07/2013

ore 19,30

Artisti
Giovanni Urbinati
Generi
arte contemporanea, personale

In mostra una distesa di cattedrali, cui rivelano la propria massima espressione le opere di Giovanni Urbinati, che trovano forma compiuta nella mostra “Castelli di carta”. Scelta espositiva peculiare l’ex mulino, ora attività di architetti e nuovo centro espositivo dedicato all’arte contemporanea.

Comunicato stampa

Nella avveniristica location di MELTINGBOX, messa a disposizione da GhirardelliArchitetti appare una distesa di cattedrali, cui rivelano la propria massima espressione le opere di Giovanni Urbinati, che trovano forma compiuta nella mostra “Castelli di carta”. Scelta espositiva peculiare l'ex mulino, ora attività di architetti e nuovo centro espositivo dedicato all'arte contemporanea.
...dalla terra all'architettura. Dalla terra a una nuova architettura...
L'idea, trova il suo prototipo circa trent’anni fa, in attesa di riemergere oggi con tutta la sua energia e carica di nuovi significati. Architetture, costruzioni non finite dai piani non comunicanti, appaiono all'attenzione dell'artista quando, durante il solito percorso per arrivare in atelier, rimane affascinato
da un palazzo abbandonato in costruzione e come il non finito accenda l'immaginazione.
Le opere sono realizzate con tecnica a lastra e foglie in porcellana gres, sottilissime, fino a 1mm.
Gli impasti ruvidi, lucenti o opachi, metallici. Dal bianco assoluto, alle macchie di colore, alle lettere, ai
colori puri, alle colature caratteristiche, ai fantasmi. Felicità, dolore, vitalità, inquietudine, risata, solitudine, desiderio... i sentimenti che trapelano, dall'operato delle abili mani di Urbinati, nelle sue torri, capaci di realizzare opere che riflettono la nostra epoca.
Appollaiati sulle vette di alcuni palazzi, si stagliano dei mostri, come avvoltoi, gargoyle della città odierna, che giudicano e imbruttiscono ciò che si trovano intorno, pubblicità, smog, stress, fagocitando ironia e grottesco. Altre architetture sono accessoriate di alberi, cipressi, piante, in rimando all'ecologia, alla nascita e alla morte. Altre ancora prendono ispirazione dai castelli di carta dei bambini, dalle carte da gioco, dai numeri, dai colori puri, dalle molteplici fantasie, capaci di
abbracciare qualsiasi gusto personale.
Chiusi ma aperti, chiusi e aperti e chiusi e aperti ancora. Corredano le sculture i grandi fogli di carta appesi ai muri, schizzi preparatori a matita e china, con
pennellate decise, prospettiche, accompagnano nel percorso espositivo lo spettatore, valorizzando e completando il lavoro dell'artista. Architetture che come persone respirano, ognuna con una personalità, indipendenti, ma che in gruppo trovano tutta la loro vitalità, dialogando tra di esse e con lo spazio.

Notizie Biografiche
Gio Urbinati (Rimini 1946), tra i più sensibili e noti ceramisti italiani, ha al suo attivo più di
quarant'anni di attività e di riconoscimenti. Esordisce nell'atelier riminese di Carla Birolli negli anni '60. Nel periodo dal 1986-1988 realizza opere come La cattedrale dove va a dormire il mare, il Giardino pietrificato, l'arco delle favole e l'Orto dei frutti dimenticati a Pennabilli, sculture architetture nel
paesaggio montefeltrano. Numerose sono le sue opere pubbliche diffuse sul territorio romagnolo(S.Marino, Rimini, Valmarecchia, Budrio, Bagnacavallo). All'attivo decine di mostre personali e
partecipazioni a collettive e a concorsi nazionali di ceramica (Faenza, Gualdo Tadino). Tra le sue ultime mostre: nel 2011 ai Musei di Rimini 100 ciotole e un vaso, a Bologna, galleria NERA Dolci teatrini, sculture in ceramica (2010), a Cerasolo Ausa, Nafta, a Ravenna, Galleria AMArte, Dolce Combinazione (marzo 2012). Nutrita la sua bibliografia critica, da Tonino Guerra, a Simonetta Nicolini, Virginia Cardi, Rita Giannini, Ennio Grassi, Giorgio Conti, Alessandro Giovanardi, Sabrina Foschini.

A cura di Iris Tercon