Giovedì in musica – Maria Rita De Giorgio
Si potrà vedere o rivedere la mostra di Maria Rita De Giorgio sulle note dell’esibizione musicale del “Trio d’Ance O.Respighi”composto da Paolo Di Cioccio (oboe), Francesco Belli (clarinetto) e Marco Dionette (fagotto), docenti presso il medesimo Conservatorio.
Comunicato stampa
Prosegue la rassegna Giovedì in musica che si avvale della collaborazione tra MAD Museo d’Arte Diffusa a cura di Fabio D’Achille e il Conservatorio di Latina Ottorino Respighi e che propone l’affiancamento di una mostra di un artista visivo a ogni stagione di concerti (Concerti di primavera).
Giovedì 18 aprile si potrà vedere o rivedere la mostra di Maria Rita De Giorgio sulle note dell’esibizione musicale del “Trio d’Ance O.Respighi”composto da Paolo Di Cioccio (oboe), Francesco Belli (clarinetto) e Marco Dionette (fagotto), docenti presso il medesimo Conservatorio.
Il programma selezionato per questo concerto abbraccerà quasi tre secoli di musica con brani originali per questo ensemble e trascrizioni d’epoca; da un Adagio e Fuga di J.S.Bach il Trio eseguirà poi delle stupende trascrizioni dallo Zauberflöte di W.A.Mozart e approderà al Novecento francese con un Concerto Campestre di H.Tomasi e una Suite di D.Milhaud.
“Le opere che propongo per questi spazi, rappresentano alcuni passaggi emotivi del mio vissuto artistico. Alcuni lavori parlano di un Africa magica, misteriosa che ha tanto stimolato ed arricchito il mio immaginario e che mi ha spinto in una ricerca profonda verso le origini, tra suoni, colori e musiche primordiali di cui il continente nero è grande maestro.
Alcune tele sono state dedicate alla musica Jazz e al blues e ai loro autori-compositori come Miles Davis, Charlie Parker, B.B.King, Coltraine, Mingus e a tutti coloro che hanno saputo trasformare l’istintiva armonia dei suoni in un linguaggio universale.
Da sempre, i segni esprimono in modo istintivo, un'innata esigenza dell'uomo alla comunicazione. Attraverso di essi, in un linguaggio rituale che vorrebbe universale, innocente ma determinato, l'Artista-Stregone rappresenta la sua Magia e la comunica tentando di codificare lo stato d'animo dei suoi contemporanei, spingendoli a riflettere…
Linee, segni e impronte sono dunque prove tangibili e visibili del nostro passato e forse anche, l'immagine riflessa di un possibile futuro.
L'espressione grafica ripropone la nostra esistenza e in maniera unica e personale, la manifesta
Attraverso alti e bassi, toni acuti e grevi, le immagini che tento di riprodurre rientrano nel dispositivo della partitura musicale, pentagrammi di colori, sinfonie di volumi, segni antichi e primordiali che partono da silenzi di un mondo prima dell’uomo”. (Maria Rita De Giorgio)
Maria Rita De Giorgio è nata a Roma, dove ha frequentato il Liceo Artistico e l'accademia di Belle Arti, nel 1977 ottiene a pieni voti il Diploma di Laurea Corso di Scenografia. Negli anni successivi, partecipa a mostre pittoriche a Roma e Provincia e in contemporanea, progetta e realizza scenografie e costumi per alcune compagnie di teatro. Nell’estate 1981 frequenta a San Giminiano, laboratori di maschere e tecniche teatrali presso la Scuola Toesca e, a Montepulciano, segue le lezioni teorico-pratiche sull’espressività mimica e corporea di Marcel Marceau. Organizza e tiene diversi seminari di aggiornamento per le insegnanti della scuola materna ed elementare sull’espressività e le tecniche di animazione e drammatizzazione. Dal 1982 al 1984 si trasferisce a Verona dove insegna Scenografia e Storia del Teatro presso l’Accademia di Belle Arti “Cignaroli” al fianco dello scenografo dell’Ente Lirico, Sergio Colliva. Sperimenta inoltre, un laboratorio di mimo e pittura gestuale per il recupero psicomotorio di bambini con problemi emotivi e caratteriali. Tra il 1992 e il 1997, acquisisce le tecniche del restauro del dipinto antico su tela, tecniche antiche che userà per la preparazione e la realizzazione delle sue particolari opere. Da sempre alterna il suo lavoro d’artista con l’insegnamento di Arte Plastica e Storia dell’Arte. Dal 2000 al 2007, ha insegnato presso la Scuola Francese di Tripoli in Libia.