Giro giro tondo
La personale interpretazione della forma circolare di 16 artisti che ruotano attorno alla galleria Iper Uranium, nuovo spazio espositivo romano aperto verso libere sperimentazioni artistiche
Comunicato stampa
La forma del cerchio, non avendo né inizio e né fine, da sempre è l’emblema del ciclo perenne della vita, soprattutto all’interno della tradizione filosofica pagana. Da Empedocle, che credeva in un corso continuo di creazione e distruzione, a Platone, che riteneva fosse la figura geometrica più perfetta in natura. Tuttavia, non sono stati solo i grandi pensatori a riflettere sul suo senso profondo.
La visione ordinata del cosmo a cui essa rimanda, è stata, nei secoli, stimolo creativo anche per molti artisti, a partire da Leonardo che, in epoca rinascimentale, cercò di rintracciare in tale struttura alcune leggi fondamentali, passando poi per uno dei pionieri dell’arte moderna, Kandinskij - concepì la realtà come un’unica sinfonia - fino agli esiti più recenti dell’artista giapponese, Tatsuo Miyajima (espresse la sua idea del tempo ciclico proprio in una mostra romana, nel 2004).
Si sono orientati in tal senso anche gli artisti che espongono in Giro giro tondo. Il ciclo perenne della vita, mostra – premio sul tema del cerchio, a cura di Stefania Valente - opening 10 ottobre, ore 18.30 – allestita nella galleria Iper Uranium, spazio romano orientato verso sperimentazioni artistiche, ludiche e libere.
Partecipano al progetto diversi artisti – pittori, scultori e fotografi - che ruotano attorno all’entourage della galleria: Loris Caporali, Francesco Donadei, Felice Del Brocco, Daniela Di Mase, Fabio Pagliarin, Maria Paci, Annamaria Papalini, Daniele Giacomini, Andrea Gentili, Gian Luca Gentili, Rosanna Grassia, Simonetta Imperiali, Alessandra Raucci, Paolo Ronchi, Ilaria Sadun, Thomas Spielmann, Elisa Trodella.
Ognuno con il proprio stile, ha interpretato in maniera originale e inedita la concezione filosofica che sottende alla figura rotonda: lavori site specific, che conferiscono all’ambiente espositivo singolari suggestioni suscitate vuoi dall’allestimento che appare uniforme, esteticamente e concettualmente, vuoi dai testi, scritti da Simone Papalini, che, posti a margine di ogni opera, traducono in parole il senso soggettivo delle immagini.
L’esposizione si chiuderà il 31 ottobre 2013, giorno in cui sarà annunciato il vincitore della mostra che avrà diritto a una personale di 5 giorni presso la stessa galleria che ha promosso l’iniziativa.