Gisela Andersch – Dal pensiero alla forma
È una mostra di rilievo quella presentata alla galleria d’arte spazio78, che offre ai visitatori un ulteriore discorso incentrato sulle storiche realtà artistico-regionali del nostro Cantone.
Comunicato stampa
È una mostra di rilievo quella presentata alla galleria d’arte spazio78, che offre ai visitatori un ulteriore discorso incentrato sulle storiche realtà artistico-regionali del nostro Cantone. Dopo le esposizioni dedicate alle opere di Gianni Metalli, Nena Airoldi ed Italo Valenti, il filone si arricchisce ora di un’importante personale imperniata sul lavoro di Gisela Andersch.
Il pubblico ricorderà la mostra, appena conclusa al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, dal titolo evocatore: “lei crea nello spazio, io nel tempo”. L’esposizione, che era curata da Peter Erismann in collaborazione con il Museum Strauhof di Zurigo, analizzava il rapporto che ha legato, per più di quarant’anni, Alfred Andersch - grande scrittore antinazista e nel contempo narratore, poeta, saggista, giornalista radiofonico e sceneggiatore per la libertà democratica - a sua moglie Gisela, pittrice autodidatta la quale ha saputo arricchirsi degli stimoli e degli insegnamenti della Germania prenazista, ovvero quelli razionalisti e puristi del secondo Bauhaus, e degli ambienti sia francesi di Abstraction-Création sia olandesi di De Stijl.
La mostra alla galleria spazio78 riprende questa tematica concentrandosi, nello specifico, sul lavoro di Gisela Andersch. Pittrice e grafica, la Andersch è un’artista profonda, sensibile e attenta allo scambio tra il mondo della parola e del pensiero e quello visivo e tattile, in un evolversi costante del proprio concetto di pittura.
Lo spettatore sarà accompagnato lungo un fil rouge costituito da una trentina di opere, tra tele, collages e chine, come pure da fotografie dell’artista che permettono di ripercorrere la genesi creativa di Gisela che, dopo aver frequentato per molto tempo l’ambito figurativo, all’inizio degli anni Cinquanta si volge verso l’astrattismo geometrico, portando avanti con disciplina e passione il suo personale discorso d’avanguardia.
BIOGRAFIA:
Gisela Andersch nasce il 5 novembre 1913 a Elberfeld (oggi Wuppertal), in Germania.
Si sposa molto presto e ha due figli. Cerca la sua strada da artista autodidatta, frequentando però anche diverse scuole e confrontandosi con i movimenti astratti coevi. Nel 1940, durante la seconda guerra mondiale, nelle vicinanze di Amburgo, fa la conoscenza di Alfred Andersch che diventerà il suo secondo marito.
Da questo incontro sboccia un’unione che durerà tutta la vita, contrassegnata dalla condivisione dei rispettivi lavori: fin dall’inizio i due artisti saranno legati dalla ricerca di un linguaggio espressivo proprio, nella scrittura e nella pittura.
Già dal 1948 Gisela progetta le copertine di tutte le prime edizioni degli scritti del futuro marito (compresa la relazione autobiografica "Ciliegie di libertà" del 1952). Alfred e Gisela si sposano in seconde nozze nel 1950 e, a partire da questo momento, lei disegnerà le copertine anche per diverse altre pubblicazioni (tra le quali i libretti dei programmi della Süddeutsche Rundfunk di Stoccarda, e la rivista “Texte und Zeichen”). I suoi primi lavori pittorici seguono la corrente espressionista e le tematiche si concentrano su paesaggi e ritratti. In seguito l’artista si converte all’astrattismo geometrico, trovando in esso la propria linea ispiratrice.
Nel 1958, la coppia Andersch con i figli si trasferisce a Berzona, in valle Onsernone, in un ritiro voluto per la creatività e la promozione della libertà di pensiero. Alfred e Gisela saranno tra gli animatori della cultura locale, continuando la loro attività comune e mantenendosi in contatto con intellettuali e artisti internazionali, in Germania e in Italia, e con personalità residenti in Ticino, quali Valenti, Arp, Bissier, Nicholson, Golo Mann, Max Frisch e altri ancora.
Nel 1977 Gisela partecipa a Kassel a “Documenta 6”, nel 1979 è presente alla terza Biennale di Sydney e, per ben tre volte, (negli anni 1982, ’84 e ’86), è invitata ad illustrare il “Festschrift” commemorativo del Premio Arno Schmidt. Numerose le sue esposizioni sia in Svizzera (per esempio al Kunsthaus, al Kunstgewerbemuseum e alla galleria Suzanne Bollag di Zurigo, al Museo Onsernonese di Loco e alla galleria im Weissen Haus di Winterthur) sia all’estero (tra le tante, al Stedelijk Museum di Amsterdam e al Museo am Ostwall di Dortmund) . Muore a Berzona il 13 ottobre 1987.