Giulia Bonora – Il gesso come la farina
Un’indagine tra scultura e design about food che parte dallo sviluppo del processo artistico come metodo di ricerca, tema cardine della sua tesi di laurea.
Comunicato stampa
GALLLERIAPIÙ ospiterà a partire dal mese di ottobre il progetto Il gesso come la farina di Giulia Bonora: un’indagine tra scultura e design about food che parte dallo sviluppo del processo artistico come metodo di ricerca, tema cardine della sua tesi di laurea. Abitando la tesi giorno dopo giorno, Giulia ha vissuto la sua ricerca come parte della vita. Abitare il processo ha significato attraversarne ogni attimo rendendolo parte dello scritto.
Il gesso come la farina è un insieme di esperienze, voci, tracce, riflessioni tra cibo e scultura, nati dal sentimento di voler trovare un punto di comunione tra i due mondi. Combinando i materiali della scultura con le tecniche di cucina e viceversa, Giulia ha scambiato cibo vero con cibo simulato, per imitare le metodologie note. La sua personale sperimentazione l’ha portata ad interessarsi a nuovi codici, cercando di arrivare ad una nuova definizione di cibo.
Il lavoro si svilupperà in galleria mantenendo le linee guida della sua ricerca, rendendo quindi partecipi gli spettatori al processo stesso: non una mera messa in scena del laboratorio/cucina dell’artista ma una reale condivisione del metodo di Giulia attraverso un live streaming che permetterà di collegare in tempo reale la galleria con il suo luogo di lavoro.
Il progetto oltre a documentare il processo artistico si ispira ai tanti food show, diventando così un appuntamento quotidiano con un’insolita esperienza tra l’arte e la cucina. In galleria sul monitor collegato in diretta con il laboratorio/cucina dell’artista si potrà assistere puntata dopo puntata alla realizzazione di sculture ispirate da un ricettario di cucina degli anni 70. Il live streaming si alternerà con le tre puntate pilota registrate nel mese di luglio 2015: le sculture prodotte nelle puntate zero saranno esposte in galleria come risultato tangibile della ricerca. Il progetto si svilupperà in otto puntate in diretta che daranno vita ad altrettante sculture di FAKE FOOD. FAKE perché il legame con la realtà è solo nell’idea del cibo e nell’interpretazione di processi culinari. Il cibo entra nella scultura come materia e processo perdendo la sua caratteristica principale: la commestibilità.
PALINSESTO
SABATO 10 OTTOBRE - LASAGNE AL FORNO
VENERDÌ 16 OTTOBRE - FRITTO MISTO
SABATO 17 OTTOBRE - FARAONA ALLA CRETA
GIOVEDI 22 OTTOBRE - SPAGHETTI ALL’AMATRICIANA
SABATO 24 OTTOBRE - TIMBALLO ALLA FERRARESE
VENERDÌ 30 OTTOBRE - POLLO IN GELATINA
SABATO 31 OTTOBRE - CAPPELLO DA PRETE CON LENTICCHIE
GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE - STRUFFOLI DI NATALE
Sarà possibile iscriversi ai gruppi di ascolto delle puntate contattando telefonicamente o via e-mail la galleria.
Dal testo di Martina Liverani che accompagna il food project: “Non siamo forse qui, tutti noi, ipnotizzati non dal cibo mangiato ma da quello guardato? Disinteressati al suo sapore, ma attratti dalla magia della sua preparazione? Non siamo forse con i nasi appiccicati al nostro smartphone a likeare foto di cornetti virtuali a colazione e spaghetti all’ora di pranzo? Non siamo forse incollati ai nostri divani guardando l’ennesima puntata di un food show?”
GALLLERIAPIÙ è la prima galleria in Italia che ha inserito nella sua programmazione una sezione specifica dedicata al “cibo ragionato” promuovendo progetti che riflettono sull’atto alimentare e su azioni partecipate dove il cibo diventa preteso per parlare d’altro.
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Giulia Bonora (Ferrara, 1986) Diplomatasi in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2012, progetto Erasmus nel 2011 presso l’Università Aki in Enschede. Sono numerose durante gli anni di formazione, le partecipazioni a workshop e collaborazioni con istituzioni di rilievo come il Mambo di Bologna. Tra il 2009 e il 2011 è assistente dell’artista Sissi. Nel 2014 prende parte alle mostre Biennale Giovani 3 a cura di Renato Barilli, residenza SAC Mari tra le Mura curata da Fondazione Pino Pascali, Puglia. Nel 2013 What is the story? Palazzina Marfisa, Ferrara, Play with food, Qubì, Torino, In forma di pane, Sessantotto/ventidue, Bologna. Nel 2012 a Polaroid, Polaroid, Enschede, Paesi Bassi, nel 2011 è invitata a Simbiosi, XV Biennale dei Giovani artisti d’Europa e Mediterraneo, Salonicco, nel 2010 alla collettiva Here we are, il luogo è sempre specifico, PAC, Ferrara. Vive e lavora tra Bologna e Ferrara.