Giulia Dall’Olio – Equinozio d’Autunno
Giulia Dall’Olio presenta al pubblico un grande lavoro pittorico: Equinozio d’autunno pensato per la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense.
Comunicato stampa
All’interno del percorso di arte contemporanea Ascoltare Bellezza, ogni giorno dell'inizio della stagione nasce con un omaggio alla natura attraverso l'arte. Giulia Dall’Olio presenta al pubblico un grande lavoro pittorico: Equinozio d'autunno pensato per la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense e realizzato dall'artista bolognese in questo 2022 e in dialogo (fino al 3 dicembre 2022) con il prezioso elemento musivo pavimentale del VI secolo d.c. ospitato in Sala del Mosaico. Dopo gli ultimi interventi artistici realizzati da Piero Pizzi Cannella, Nicola Verlato, Nicola Samorì; Massimo Pulini e Alessandro Pessoli, il ciclo Ascoltare Bellezza ospita un’altra importante presenza artistica contemporanea, protagonista di questo nuovo omaggio alla città ravennate.L'iniziativa è promossa dall' Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna; Istituzione Biblioteca Classense; MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna.
Giulia Dall’Olio (Bologna, 1983) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove attualmente vive e lavora. La mancanza di una natura che si sta perdendo nel tempo a causa delle realtà globali, ha portato l’artista ad indagare con il disegno e la pittura il fenomeno dell’antropizzazione. L’ attingere continuamente agli elementi naturali a seconda delle nostre esigenze ne ha determinato le conseguenze che tutti noi oggi conosciamo. Sulla base di questa evidenza, mentre l’uomo attraverso la cancellazione modifica il paesaggio per le sue necessità, l’artista cancellando crea una natura nuova. Osservando le opere dell’artista, si è portati a perdersi in questa fitta trama di segni che rimandano a selve o a dettagli di elementi naturali. Prendendo coscienza di ciò che è stato rimosso, l’opera si fa pretesto per attuare una riflessione con se stessi e ritrovare un equilibrio nuovo con la natura che ci circonda. L’artista espone in Italia, Cina, Germania e Stati Uniti. Vincitrice di numerosi premi, espone nella collezione permanente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel 2021 essendo tra le vincitrici della 16° edizione di Level0 ArtVerona, in collaborazione con Galleria Studio G7 e Traffic Gallery; mentre nel 2019 espone come finalista della XX° edizione del PREMIO CAIRO a Palazzo Reale a Milano. Tra le principali esposizioni si ricordano: Imbalance, Kunsthalle Mannheim, Germania, 2022, a cura di Mathias Listl e in collaborazione con Galerie Isabelle Lesmeister; INEFFABLE WORLDS, Tang Contemporary Art, Hong Kong, Cina, curata da Michela Sena e Giuliana Benassi, 2021; CIAK COLLECTING, Palazzo Orti Manara, Verona, 2021, curata da Irene Sofia Comi; SELVA, Galerie Isabelle Lesmeister, Regensburg, 2020; Per ogni estatico istante, Giulia Dall’Olio – Paola De Pietri, Galleria Studio G7, Bologna, 2020, a cura di Irene Sofia Comi; 2020 Inventario Varoli della copia e dell’ombra, Palazzo Sforza, Cotignola, curata da Massimiliano Fabbri, 2020; The primacy of perception_ Un altro paesaggio, Chiesa di San Barnaba, Bondo, curata da Jessica Bianchera, 2020; Suspension, Massey Klein Gallery, New York, 2018; Biennale del Disegno di Rimini, 2018; Il Terzo Paesaggio, Museo di Palazzo Poggi, Bologna, 2016 e Cave Naturam, MAR, Ravenna, 2015, entrambe a cura di Leonardo Regano.
LA SALA DEL MOSAICO
Nella grande sala al primo piano del complesso Classense si conserva il mosaico pavimentale qui collocato alla fine dell'Ottocento, quando questo spazio faceva parte della Pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti, allora situata in via Baccarini. Il mosaico si compone di tre pannelli con decorazioni differenti e fu rinvenuto nel 1875 nell'area di Classe, nelle vicinanze dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe. L'ipotesi più probabile, allo stato attuale degli studi, assegna il pavimento alla Basilica Beati Probi, grandioso edificio religioso dedicato ad uno dei primi vescovi di Ravenna. Dopo il ritrovamento, i mosaici vennero composti in questo ambiente tra il 1889 e il 1890 sotto la direzione di Gaetano Savini (1850-1917), pittore, decoratore e docente dell'Accademia di Belle Arti; nel corso del Novecento porzioni del pavimento furono restaurate e parzialmente ricomposte. Il mosaico, che la critica attribuisce a maestri di origine orientale, è considerato il più elegante mosaico pavimentale ritrovato in area ravennate.