Giulia Dall’Olio – Visioni del Settimo Giorno
Trenta opere recenti di una tenace esploratrice del senso profondo del moderno.
Comunicato stampa
Giulia Dall’Olio torna ad esporre allo spazio Vibra: trenta opere di particolare suggestione, esito del lavoro degli ultimi due anni. Nello stesso spazio espositivo l’artista aveva tenuto nel 2014 una mostra, assieme a Domenico Grenci, “Paesaggi mai visti”, a cura di Eleonora Frattarolo, esposizione che faceva idealmente seguito al riconoscimento ottenuto al Premio Marina di Ravenna nel 2012, che le aveva valso una sala personale al MAR.
Giulia Dall’Olio prosegue in una ricerca che si discosta da molte delle strade più frequentate da giovani artisti: lei tende a fondere incisione (intesa materialmente come scavo nelle tavole su cui lavora), disegno e pittura, tecniche che padroneggia con crescente varietà di soluzioni e che le consentono, anche attraverso il contemporaneo ricorso alla fusaggine e alle lumeggiature di bianco, di esaltare i contrappunti tra luci e ombre, e le loro cangianti manifestazioni, dai toni più cupi ai bagliori più sfavillanti. L’artista dimostra di confidare nelle infinite possibilità offerte dal segno, dalla forma, dal colore, anche nelle loro espressioni più larvali, quando li si frequenta con la perenne convinzione di non potere recidere i legami con gli strumenti, con la tradizione, con l’etica stessa della pittura.
La Dall’Olio dà vita a forme e visioni che paiono emergere da un tempo assai lontano, talvolta segnato da una sorta di stato di allucinazione e di sogno. Se negli anni scorsi Giulia si era particolarmente concentrata su forme che possono essere ricondotte ai motivi propri della natura morta – includendovi tuttavia anche elementi insoliti quali nasse e le strutture create dagli abitatori del mare, cui magari accostava, in dittici, la suggestione di rappresentazioni dell’acqua o delle onde –, nelle opere recenti la sua attenzione si volge verso paesaggi e nature morte del tutto particolari.
“Visioni del settimo giorno” potrebbero definirsi le immagini di paesaggi creati dalla Dall’Olio: ciò che si poteva vedere quando Dio, dopo le fatiche della creazione, finalmente poté riposarsi, ed ecco l’incanto di una vegetazione rigogliosa che affonda le sue radici, dall’artista volutamente lasciate scoperte e ben individuabili, nella terra, e protende dentro il cielo le sue fronde. Dunque, la natura come tramite che collega la terra al cielo, ciò che può definirsi il finito e ciò che invece è l’infinito, l’ignoto, l’inconoscibile. Ci fanno pensare, questi dipinti, a un mondo incontaminato, preservato dalle cupidigie e dai saccheggi dell’uomo. Oltre ai quadri di paesaggio, la Dall’Olio presenta una serie di tecniche miste su carta (matita, penna biro, pastelli) in cui inscrive, nelle piante delle antiche basiliche cristiane, elementi vegetali, talvolta con i loro fiori e frutti in nitida, sinuosa evidenza – soluzioni che, anche qui, diventano simbolo manifesto della sacralità della natura –, o delinea, con un tratto nervoso e segmentato, paesaggi della desolazione, in cui prevalgono le rocce e le loro fessurazioni, come se fossimo dentro un processo di inesorabile disgregazione.
Le opere di Giulia Dall’Olio affascinano e confermano il tenace rigore di una ricerca non sviata dalle tentazioni delle mode o dell’effimero, volta a riflettere, con una visione non immemore della tradizione romantica, sui caratteri di fondo della modernità: il vento della razionalità non può mai spazzare via la persistenza, continuamente affiorante, di tutto ciò che ha a che fare con il senso del sacro e con la forza del mito.
Giulia Dall’Olio è nata a Bologna nel 1983, dove vive e lavora, e dove si è formata all’Accademia di Belle Arti. Nonostante i suoi esordi recenti nell’attività espositiva, la sua opera già ha riscosso l’interesse e l’attenzione di critici e storici dell’arte.
Sandro Parmiggiani
Presso vibra sarà disponibile il catalogo " Visioni del Settimo Giorno " comunicazione e grafica di Michela Bernardini - testo di presentazione di Sandro Parmiggiani