Giulia Maiorano – Sinapsi

Informazioni Evento

Luogo
NCONTEMPORARY
Via Giovanni Lulli, 5, 20131 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mercoledì-sabato 15-19

Vernissage
27/03/2019

ore 18

Artisti
Giulia Maiorano
Curatori
Vera Canevazzi
Generi
arte contemporanea, personale

Ncontemporary presenta nei nuovi spazi della galleria milanese SINAPSI, la prima mostra personale dell’artista Giulia Maiorano (Milano, 1991), a cura di Vera Canevazzi.

Comunicato stampa

Ncontemporary presenta nei nuovi spazi della galleria milanese SINAPSI, la prima mostra personale dell’artista Giulia Maiorano (Milano, 1991), a cura di Vera Canevazzi.
L’esposizione, in cui sono presenti cinque serie di lavori, di cui tre inedite, s’incentra sulla genesi dell’ideazione artistica, l’immaginario da cui scaturisce l'invenzione di un’opera.
In ambito scientifico la sinapsi è un fenomeno chimico ed elettrico che mette in comunicazione i neuroni, creando connessioni e scambi. Questo meccanismo si ritrova anche nel processo di creazione: un potenziale innescato involontariamente o in maniera consapevole, da un’impressione originaria.
Per Giulia Maiorano è la realtà che la circonda a provocare un collegamento con l’immaginario visivo e con la rete dei ricordi. L’osservazione di libri, oggetti, mobili e vestiti negli ambienti della sua abitazione la inducono a ripensarne funzione e significato.
La sua è una ricerca basata sull’interazione tra gioco e lavoro, ironia e serietà, mondo interiore ed esteriore, sfera pubblica e privata. Arte e vita sono così strettamente connesse e intersecate: l’una mette in moto l’altra.
I tre lavori allestiti nella prima parte della galleria, prodotti tra il 2017 e 2019, presentano una comune sensibilità formale, un’attrazione primordiale per il grandissimo e il piccolissimo. La serie Suspended Island (2017), già presentata nella mostra The Great Learning a cura di Marco Scotini alla Triennale di Milano, scaturisce dall’ispezione dei residui di medicinali solubili depositati sui fondali di bicchieri di vetro. La disposizione casuale dei cristalli bianchi rievoca la struttura di organismi microscopici, paesaggi satellitari o elementi cosmici. Queste immagini, fotografate e trasposte su tele circolari di diverse dimensioni acquisiscono così un nuovo senso e una forza ambientale immersiva. Lo stesso accade nel recente Crystals (2019), dove il ritrovamento di un’immagine a microscopio elettronico di una porzione di estrogeno, l’ormone femminile, diventa una composizione di nastri adesivi colorati che attraverso la luce si modificano restituendo un ritratto sempre diverso di sé.
Oppure nella nuova serie Monopoli (2019), in cui Giulia Maiorano trasforma le pagine strappate di un atlante in visioni cosmiche. Le fotografie aeree di paesaggi diventano il fondale e l’artista, come fosse un architetto, sovrappone piccoli oggetti che, in alcuni casi, vi si mimetizzano per forma e contorni. Minerali o palline fluorescenti, ricordi di un mondo ludico infantile, possono dare altra vita a un’area desertica trasportandola in un paesaggio nuovo. La serie, qui formalizzata in una modalità fotografica, deriva il suo nome dal noto gioco da tavolo e dalla sua caratteristica intrinseca: parte da un unico libro (mono), per svilupparsi all’interno delle sue molteplici pagine (poli).
Negli altri due lavori esposti in galleria sono invece le stanze dell’abitazione dell’artista e gli oggetti in essi raccolti a fornire un’occasione con la quale confrontarsi.
Nell’opera Habitat (2013) Giulia Maiorano rivive e tenta di far rivivere la sua fanciullezza attraverso le dinamiche del gioco: inventa scenari fantastici e surreali, popolati da pupazzi, animaletti in plastica e materiali naturali da lei collezionati negli anni, sin da quando era bambina. Crea dei teatrini che hanno come base d’appoggio un comodino e come fondale le immagini di un calendario. Inventa dodici scene effimere, come i mesi dell’anno, le fotografa prima di disfarle e ancora una volta, le trasforma in qualcosa di nuovo. La sfera privata e intima dell’artista, il racconto della sua fanciullezza e il suo immaginario vengono resi pubblici, trasformati in poster che i visitatori possono sfogliare e sovrapporre. La serie fotografica, già presentata nel 2013 a Flash Art Event (Palazzo del Ghiaccio, Milano), è disposta oggi su un supporto ricavato dalle due insegne del negozio di estetica e massaggi che sorgeva dagli anni ‘80 negli spazi di Via Lulli 5, oggi sede di Ncontemporary.
Infine è presentato il lightbox Le bain de l’après-midi (2016-2019), dove l’artista entra nella rappresentazione, sebbene nascosta all’interno della vasca da bagno. Da questa spuntano una gamba e le braccia tese a sostenere il tubo della doccia, su cui è innestata una lampada accesa, sferica, coperta da nastri adesivi colorati (oggetto utilizzato anche nell’istallazione Tippe top del 2016). Maiorano propone una lettura ironica di questo luogo, spazio che di per sé ha una connotazione particolare: come spiega l’artista è il luogo dell’abitudine e della noia, dove possono però nascere idee bizzarre, aprirsi scenari assurdi. Essa ama infatti pensare che questo scatto, il più recente della serie che ha come oggetto gli ambienti della sua casa, possa essere l’inizio di un nuovo progetto, il primo frame di un film.

La mostra è completata da una piccola pubblicazione in cui sono riportati alcuni stralci di una conversazione avvenuta in galleria tra Giulia Maiorano e Patrick Tuttofuoco in occasione della preparazione della mostra Sinapsi. Lo scambio è incentrato su diversi aspetti che riguardano la figura dell’artista, la genesi della creazione artistica, il tema del gioco, la prima mostra personale e in generale il sistema dell’arte.

Giulia Maiorano è nata nel 1991 a Milano, dove vive e lavora.
Si è laureata alla Naba di Milano in Pittura e Arti Visive, proseguendo la specialistica in Arti Visive e Studi Curatoriali. È stata poi assistente di Marcello Maloberti alla Naba e tirocinante presso lo studio di Patrick Tuttofuoco a Berlino (2017).
Ha partecipato a esposizioni collettive presso diverse istituzioni culturali, fiere e gallerie, tra cui The Great Learning, La Triennale di Milano (2017); Premio San Fedele, Milano (2017), Short is Beautiful - 2minutesvideoscreening, Lehrter Straße 36, Berlino (2017); Milano Fashion Show, Camera della Moda, Milano (2014), Flash Art Event - "Amore mio", Palazzo del Ghiaccio, Milano (2013), Miart Fiera (2013), Barbarie, Careof DOCVA, Milano (2012).