Giulia Marchi – Rokovoko
Il rapporto tra fotografia e letteratura, tra parola e immagine lega i lavori che occuperanno le due sale di Materia spaziando dalla fotografia stessa all’installazione, proponendo una concezione altra di “spazio”.
Comunicato stampa
Matèria è lieta di annunciare la personale di Giulia Marchi dal titolo Rokovoko. La mostra inaugura e sancisce la collaborazione tra la fotografa e la galleria romana proponendo, in anteprima, un corpus di tre lavori che definiscono le tematiche esplorate e sviluppate dall’artista.
Il rapporto tra fotografia e letteratura, tra parola e immagine lega i lavori che occuperanno le due sale di Materia spaziando dalla fotografia stessa all’installazione, proponendo una concezione altra di “spazio”.
Rokovoko, isola immaginifica del celebre romanzo di Herman Melville, “Moby-Dick or The Whale”, rappresenta un punto d’arrivo irraggiungibile una meta tracciata da rotte letterarie che coraggiosamente affiancano Cesare Pavese, Gustave Flaubert e lo stesso Melville, su di una cartografia irrisolta.
“Paesaggi irrisolti”, “Memorie selettive”, “Prima di essere schiuma saremo indomabili onde” i nomi propri dei lavori esposti.
Matrici di polaroid alterate al servizio di una chimica del paesaggio; confini irrisolti tracciati da fili bianchi, da funamboliche funi sulle quali camminare, geometrie aliene in dialogo con scenari terrenamente eseguiti. La memoria non è lineare e localizzare è fondamentale per ricordare; luoghi destinati al vuoto, lasciato, perché fosse occupato dalla memoria divenuta selettiva e adagiata in cassetti che ne divengono dimora. La rotta appare incompleta, costretti ad avanzare al buio scandagliamo la spazio in apnea, direzionati dalla bacchetta del rabdomante che dà il ritmo al viaggio.