Giulio Alvigini – No more!

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Via Jacopo Ruffini 3, Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

gio-ven ore 12-19
sab-dom ore 10-20

Vernissage
04/05/2017

ore 18

Contatti
Sito web: http://www.hotelvillacroce.com
Patrocini

a cura di Aboutness contemporary art

Artisti
Giulio Alvigini
Generi
arte contemporanea, personale

Il Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce ospiterà la densissima mostra personale di Giulio Alvigini, borsista presso la Oblomov Foundation nel 2016 e vincitore morale del Talent Prize 2015.

Comunicato stampa

A partire dal giorno 4/5 del 2017 il Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce ospiterà la densissima mostra personale di Giulio Alvigini, borsista presso la Oblomov Foundation nel 2016 e vincitore morale del Talent Prize 2015.
La complessa e cervellotica ironia di Alvigini si cambia per questa volta in offesa, in affronto, sempre laterale ma ciò nondimeno vulcanico. E non solo: l'attacco, la violenta scorribanda concettuale recata senza troppi complimenti dall'artista, ha in questo caso l'inesistente sia per teatro che per arma. Con ciò rappresenta una duplice insidia; in modo particolare per quanti scelgano di accostarsi a questo intensissimo lavoro senza prima entrare in possesso delle necessarie categorie per maneggiarlo.
L'ordigno pronto a detonare è appunto inesistente, è l'inesistente. Con un briciolo di accondiscendenza verso il lessico, spesso astratto, delle cose d'arte, la si potrebbe persino definire: una raffinata operazione di ingegneria dell'inesistente. Un unico piano di lavoro - quello della comunicazione - che si scinde in due piani distinti: una comunicazione generica e generalista, giornalettistica, da un lato, e una comunicazione specifica, tecnica e di sistema (e viene eletto il Sistema, inevitabilmente, dell'arte contemporanea) dall'altro. Dove la falsa notizia torna alla sorgente liquida dell’informazione e rinasce come post-verità, come post- fatto; ecco il territorio congeniale ad Alvigini, che mette in scena, con tutta la serietà di questo mondo, due vistosi falsi 1) la denuncia di un pericolo che non si profila affatto 2) l’annuncio di una mostra che non avrà mai e poi mai luogo. Falsi, senza dubbio, ma falsi d’artista in senso stretto, corredati da un nutrito assieme di oggetti e manufatti prodotti appunto allo scopo di testimoniare la veridicità delle succitate contraffazioni e con questo l’autenticità dell’atto artistico, la salute espressiva del corpus alviginiano.
L'operazione concettuale, si diceva, è delle più raffinate: la ricerca dell'istituzionalizzazione e della consacrazione museale - così come l’autorità indispensabile a dare notizie, a fare notizie - non stanno qui alla fine di un percorso, come piana ed inevitabile conquista, bensì all'inizio, come deliberato, gratuito, quasi generoso atto di insolenza teso a intorbidire il concetto medesimo di istituzione; si pensi a un viaggio che disturba la geografia stessa. Giulio Alvigini rivendica, con drammatica eleganza e glaciale umorismo, il proprio diritto ad essere notizia in ogni forma possibile, sia lecita che illecita.