Giulio Bensasson – Sediamoci qui
¬¬¬Divario presenta Sediamoci qui, mostra personale di Giulio Bensasson, la cui pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione.
Comunicato stampa
¬¬¬Divario presenta Sediamoci qui, mostra personale di Giulio Bensasson, la cui pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione, ponendo particolare attenzione alle tecnologie multimediali e soprattutto alla sperimentazione di nuovi materiali. Esponente della nuova generazione di artisti italiani, tra i più interessanti e apprezzati del momento, Giulio Bensasson si sta imponendo sulla scena contemporanea grazie al carattere distintivo della sua impronta estetica e all’accattivante cromatismo che contraddistingue tutti i suoi lavori.
Tema prediletto della sua ricerca è il tempo che in molte delle sue opere ricopre anche il ruolo di protagonista, alluso come momento culminante di un atto o come processo latente e inesorabile. Il suo trascorrere è elemento basilare della composizione con cui l’artista deve scendere a patti, usato metaforicamente come mezzo espressivo attraverso il quale indagare il trasformarsi della materia e osservare i processi imprevedibili che in essa si manifestano.
La selezione delle opere esposte (sei riproduzioni fotografiche su carta e tre lightbox) proviene da un archivio - Non so dove, non so quando - molto ampio e in continua crescita, formato da centinaia di diapositive ammuffite che l’artista è riuscito a raccogliere grazie a una serie di ritrovamenti fortuiti all’interno di cantine umide, magazzini abbandonati e bancarelle dell’usato.
Queste piccole immagini fotografiche, che prima raffiguravano e custodivano un istante ben definito della realtà, sono ora l’ingrandimento di vecchie pellicole quasi completamente disfatte dall’incessante lavoro di decomposizione delle muffe e dei funghi. Erano ricordi di qualcuno e ora sono la rappresentazione della memoria stessa che si sgretola, si trasmuta e assume forme ambigue, indecifrabili, compone mondi sconosciuti e piccoli universi di colore. Vere e proprie opere pittoriche del tempo.
La mostra si completa con l’opera Come funghi, un’installazione che dialoga con lo spazio della galleria composta da più di 100 sculture in gomma siliconica rosa che si ispirano alle forme dei funghi lignicoli, imitandone persino il proliferare, ma realizzati con la consistenza, il colore e il materiale stesso dei sex toys.
L’esposizione è accompagnata da catalogo con un approfondimento critico a cura di Saverio Verini.