Giulio Frigo – Impenetrable
La mostra Impenetrable di Giulio Frigo, a cura di Laura Lamonea e prodotta da Video Sound Art Festival, nasce per gli spazi della storica Piscina Cozzi di Milano.
Comunicato stampa
GIULIO FRIGO
Impenetrable
a cura di Laura Lamonea e prodotta da Video Sound Art Festival
Inaugurazione mercoledì 9 dicembre 2020
fino a metà gennaio 2021
Impenetrable, la terza mostra personale di Giulio Frigo negli spazi di Francesca Minini, costituisce l'epilogo di un più ampio percorso espositivo, iniziato il 16 ottobre presso la Piscina Cozzi di Milano.
Nei suoi dipinti Frigo convoca delle figure reali - filosofi, conoscenti o personaggi storici - cercando di sondare le connessioni dinamiche e non-lineari che le uniscono. Così la distorsione fisiognomica o l'utilizzo della fibra ottica nell'opera "In Superficie (Spinoza Topologico) I" sono un invito all'osservatore ad andare oltre il livello dell'immagine, ad addentrarsi in una complessa mappa di connessioni neurali e flussi di informazioni. Per usare una nozione biologica, le opere in mostra ci restituiscono la rappresentazione di un connectoma, una rete di cognits* che si estende oltre la mente del singolo e che, a un livello trans-individuale, è in grado di determinare la realtà e le sue strutture sociocomunicative.
Nella grande composizione di tavole "Presentatori di presenza", si sovrappongono più livelli di interpretazione: in primo piano i celebri presentatori della RAI, come nello scatto del 1967. Danzanti durante lo show di Mina - la intravediamo alle spalle di Tortora – sono la televisione, l'inconscio a cielo aperto della società di quegli anni, un flusso incessante di intrattenimento.
Giulio Frigo sonda i molteplici strati del linguaggio, costruendo alle spalle dei presentatori una rete fitta di rimandi: attitudini bizantine, sguardi rinascimentali, sagome da cinema americano, richiami alle misteriose figure che attraversavano i corridoi della Rai.
Quella di Frigo è un'impresa d'altri tempi, un'operazione eroica nella sua materialità: 32 mila pennellate di tempera fosforescente e 1800 pixel, nascosti da un manto di colore su cui dipinge "i personaggi dell'eterno presente". Figure che riemergono attraverso la tecnica dello sgraffio, disperse in un vortice luminoso.
Ai quattro presentatori-messaggeri, in posa come il dio Mercurio nelle sue più note effigie, si accompagnano quattro ologrammi di "Pulviscoli Eraclitei", forme basate su modelli matematici che descrivono i fenomeni di mutamento perpetuo.
"I pixel degli ologrammi rappresentano una serie di figure del flusso, che ho definito Pulviscoli Eraclitei per
metterli in contrapposizione ai Solidi Platonici... Mi interessa sfumare i bordi tra le cose e, di conseguenza,
tra i concetti con cui frammentiamo il mondo e le idee." G.F.
"Presentatori di presenza" travalica il pittorico per entrare nella dimensione impalpabile dell'ologramma. L'opera si estende oltre il dispositivo di ogni rappresentazione dipinta, spingendosi nella sfera dell'informazione.
Con la stessa attitudine è stata realizzata "Impenetrable", l'installazione che dà il titolo alla mostra; un pulviscolo di pixel dipinti su sottili fili di PVC, che accoglie il visitatore nel cuore dell'esposizione e lo conduce attraverso le profondità insondabili del mondo digitale.
Dietro ogni messaggio, filmato e immagine digitale si celano miliardi di pixel, un flusso di minuscole particelle di colore. I pixel danno silenziosamente forma a un mondo che ogni giorno scorre davanti ai nostri occhi, attraverso interfacce sempre più sofisticate, la cui bellezza matematica è spesso difficile da contemplare. Nell'opera "Pixel" Giulio Frigo rappresenta queste particelle evidenziando la loro natura rigida e modulare. L'artista compone un quadro che potrebbe continuare all'infinito, espandendosi in ogni direzione tramite l'accostamento di pennellate discrete. Pur essendo elementi bidimensionali, i pixel sembrano animati da un bagliore meccanico simile a quello di uno schermo. I colori fluorescenti utilizzati per la tela hanno infatti la particolarità di uscire leggermente dallo spettro del visibile, rimandando a quella parte del digitale fatta di cloud, wi-fi e onde radio, che con la loro immateriale presenza permeano lo spazio urbano.
L'esperienza del digitale rimane impenetrabile, per quanto si possano scorrere le dita sullo schermo è impossibile da afferrare. Il suo incessante flusso di dati e calcoli matematici è sempre più distante dalla capacità di ragionamento dell'essere umano, chiamato a ridiscutere il suo innaturale primato e le sue pretese di onniscenza.
Thomas Ba, Davide Francalanci, Laura Lamonea
Video Sound Art Festival
Direzione
Laura Lamonea
Team curatoriale
Thomas Ba, Davide Francalanci
Produzione
Lino Palena, Francesco Sileo
Educazione
Daniela Amandolese
Comunicazione
Chiara Sorrentino
Ufficio Stampa
Francesca Mainardi
______________________________________________________________________________________________________________
*I cognits, per come Joaquim M. Fuster li descrive in Cortex and Mind (2005), si riferiscono alla unità base della rete corticale e della memoria, pattern di neuroni dispersi, sovrapposti e interattivi, che prendono forma a partire dalle nostre esperienze di vita.