Giulio Saverio Rossi – Ogni cosa rappresa
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CAR DRDE presenta Ogni cosa rappresa, prima mostra personale in galleria di Giulio Saverio Rossi.
Comunicato stampa
Il progetto inedito pensato per gli spazi di CAR DRDE si sviluppa a partire da un elemento che unisce la storia
dell'arte visiva con la storia e la geografia del luogo: il gesso di Bologna. Un materiale attorno alla cui mercificazione ruota sia l'edificazione della città stessa, il mutamento del paesaggio circostante (costellato di cave di gesso) e la storia della pittura, in quanto il gesso in polvere, il pigmento ricavato dal riscaldamento ad alte temperature della selenite, è la base per l'imprimitura della maggior parte delle tele.
A partire da un cristallo di selenite estratto negli anni '60 dalla vena del gesso romagnola i lavori in mostra si articolano su varie declinazioni possibili di mostrare e negare la presenza del gesso, ponendo al centro del percorso narrativo sia la riflessione sul rapporto fra immagine e soggetto rappresentato, che la trasformazione chimica da selenite a gesso in polvere.
Il gesso è dunque il soggetto non visibile su cui si regge l'immagine dipinta, lo strato intermedio e necessario fra colori e tela.
Ogni cosa rappresa, significato etimologico della parola cristallo, è così riferito sia al soggetto dei lavori presentati in mostra che alla pittura in quanto tale, che indagando se stessa cerca di rapprendersi e cristallizzarsi.
Giulio Saverio Rossi (Massa, 1988). Vive e lavora a Torino. Rossi ha studiato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Il suo lavoro è caratterizzato da un uso critico dei mezzi pittorici tradizionali e riflette su come la capacità di guardare alla pittura denunci l’abilità di guardare al mondo. Negando quindi la pittura come risultato di un esercizio ripetitivo, i suoi lavori possono anche essere intesi come la messa in esperimento di diverse strategie per capire lo sguardo attraverso la pittura. Tra le sue mostre recenti, le personali “Bordi/Borders/Bords #1” a K+D (Torino, 2018) e “No Subject” a LocaleDue (Bologna, 2017), e le collettive “Fragile” Société Interludio (Torino); “Hortus (in)conclusus” MACA Museo d'Arte Contemporanea di Alcamo; “The Malpighian Layer” CAR DRDE (Bologna); Stupido come un pittore #2, Villa Vertua Masolo (Nova Milanese); “Sulla Pittura” Spazio Siena (Siena); “Teatrum Botanicum” PAV - Parco Arte Vivente (Torino); “Viva Arte Viva” presso Futurdome (Milano).