Giuseppangela Campus – Caffèll’Arte
I frequentatori habitué del letterario Caffè volterrano dei “Fornelli”, nei ritratti pop-cartellonistici, della mostra allestita negli ambienti dello stesso locale ispiratore.
Comunicato stampa
Sono ritratti di sintesi dal vivace taglio cartellonistico e fumettistico. Restituzioni di personalità e caratteri, imprigionati e sospesi in quello stesso mondo che contribuiscono, per ruolo e attitudini, a rendere reale. Volti pop alle prese con il proprio segno caratterizzante, restituito con spiritosa ironia.
Per il quindicinale “Caffèll'ARTE”, sono i frequentatori habitué del culturale Caffè dei Fornelli, osteria, caffè, sede espositiva e di eventi musicali e letterari nel centro storico di Volterra (PI), che, in una mostra allestita proprio in quello stesso ambiente, scivolano da persone a personaggi, dall’individuale all’universale, attraverso il tratto di sintesi, la forza cromatica che dà profondità di senso, il taglio plastico, di Giuseppangela Campus.
Nell’esposizione, che sarà inaugurata sabato 23 marzo 2013 ore 18, è la visione dell’artista, che coniuga il tratto manuale a lapis con la colorazione digitale, il disegno in senso tradizionale ed il fare artigianale all’arte digitale, senza perdere quel calore cromatico e quella morbidezza della linea che ne caratterizzano lo stile, e che ora coglie un legame pre-conscio fra quella rete di persone che condividono, attraverso una connessione causale non lineare e produttiva di nuove situazioni, la frequentazione di quello stesso spazio, sul filo conduttore di una passione autentica per l’arte e le sue altalenanti “gioie e dolori”.
“Lavorare sulle persone che frequentano il locale era il modo corretto di dare continuità alla mia ricerca estetica” conferma Giuseppangela Campus, più di consueto impegnata in opere a carattere installativo di denuncia lirica, sul fronte della salvaguardia ambientale, ora ispirata più con ironia spiritosa all’insolita atmosfera del caffè. Una mostra completamente inedita poiché l’autrice, sottolinea, quando entra in uno spazio, “lavora su quello spazio”, in una reciprocità di suggestione.
Dal patron e ideatore, Carlo Bigazzi, alla sorella Catia, ai molti artisti (c’è anche un autoritratto di Giuseppangela Campus) che è possibile incontrare, i curatori e critici d’arte, ma anche i frequentatori incisivi e “tipici”, di un luogo dove la cultura è ancora viva e vivace, dove si scambiano le opinioni, dove ci si scontra e – di nuovo – incontra, una carrellata ritmica e incalzante di circa quaranta personaggi, in grandi formati, ma anche in quello minimo della cartolina. A sottolineare anche nel supporto, una sorta di reiterazione pop, di “intromissione” nella logica mass-mediatica, delle personalità autentiche e del messaggio artistico.
Forse perché l’arte più difficile sembra quella di riuscire a tenere insieme la fantasia alle ragioni del quotidiano, entrare e uscire dallo straordinario, e saper ritornare, arricchiti, ma con semplicità, nelle piccole-grandi cose del proprio personale ambiente, ritagliato nell’apparente ordinario.