Giuseppe Arcidiacono – Capricci di architettura
Parma Urban Center coglie l’occasione di ospitare la prestigiosa mostra “Capricci di architettura” di Giuseppe Arcidiacono per avviare una riflessione sul rapporto Arte e Architettura o meglio sull’interpretazione artistica dell’immaginario dell’architetto.
Comunicato stampa
Parma Urban Center coglie l’occasione di ospitare la prestigiosa mostra “Capricci di architettura” di Giuseppe Arcidiacono per avviare una riflessione sul rapporto Arte e Architettura o meglio sull’interpretazione artistica dell’immaginario dell’architetto.
La mostra si compone di una serie di collage che hanno come tema la costruzione di una città immaginifica, sospesa fra tradizione e innovazione, dove figure enigmatiche sembrano porgere piccoli rebus all’attenzione di chi guarda. I “Capricci di Architettura” di Arcidiacono si collegano, infatti, alla tradizione delle invenzioni settecentesche di paesaggi ideali; ma la tecnica del collage allontana ogni tentazione nostalgica, e riconduce il gioco delle allusioni dentro gli ironici “montaggi” del Movimento Moderno o all’interno delle associazioni oniriche con le quali i surrealisti hanno esplorato i territori del sogno e della memoria collettiva. Nel sogno, infatti, le immagini che alla coscienza appaiono distinte e prive di rapporti, si rivelano collegate tra loro da relazioni tanto più salde in quanto supportate dalla loro stessa evidenza. Se -come dice Novalis - «il sogno è segno»; la tecnica di questo segno è il collage, dove gli elementi conservano la loro evidenza e la loro materia, e si combinano per accostamento e per opposizione dando spazio ad una nuova forma. Come nel collage la forma si sviluppa attraverso un complesso di associazioni del logos e del caos, di ordine e disordine in cui le cose si relazionano le une sopra/sotto/accanto le altre; così nel progetto non possiamo costringere l’architettura dentro una forma pre-costituita, ma dobbiamo mettere in forma le relazioni tra le cose. La tecnica del collage, dunque, può suggerire il disegno di una città che prende atto del disordine, ma lo trasforma attraverso il progetto: mettendo in forma le relazioni tra oggetti differenti, componendole attraverso un gioco di associazioni che le portano dalla casualità alla comprensione - nel senso del cum-prehendere, del tenere insieme -.
Prof. ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Ateneo di Reggio Calabria, Giuseppe Arcidiacono ha esposto i suoi progetti e quadri d’architettura a Roma, Belgrado, Colonia, Aquisgrana, Berlino, Vienna, Francoforte, Torino; ma il suo abitare, reale e poetico, si svolge in quei luoghi della classicità mediterranea che sono la Sicilia, terra natale, e la Calabria, patria adottiva. La mostra, allestita in occasione del 18° Seminario Internazionale di Architettura e Cultura Urbana di Camerino, è stata esposta presso la Galleria Comunale di Cesena, l’Accademia di Brera a Milano, la Cittadella Internazionale di Loppiano a Incisa in Val d’Arno, la Biblioteca Nazionale di Cosenza, la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, il Museo della Tonnara di Vibo Valentia.
La mostra sarà inaugurata venerdì 25 maggio alle ore 18 presso l’ex oratorio di San Quirino e vedrà una conferenza dell’autore e un intervento del poeta Marco Vitale. La mostra resterà aperta fino all’8 giugno con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.
Giuseppe Arcidiacono (Catania 1953) è professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria.
Ha pubblicato studi e progetti sui contesti urbani e le architetture della Sicilia Orientale: Artigianato e industria a Catania (Catania 1983); Immagini di una città. Catania fine Ottocento (Roma 1988, con A. Fabiano); Il progetto della città. Una via e tre piazze a Gela (Messina 1995, con M. Lo Curzio); Il treno del barocco. L’architettura della ferrovia Siracusa-Licata (Messina 1999); Centralità e progetto. Piazza Carafa a Grammichele (Messina 2000, con M. Lo Curzio); Castiglione di Sicilia. Un centro urbano tra l’Etna e il Mediterraneo (Cannitello 2003); Messina e il Moderno (Catania 2010).
Articoli e disegni di Arcidiacono sono apparsi su riviste nazionali e internazionali come Aa, ARC, Architettura&Città, Building Design, Casabella, Chiesaoggi, Controspazio, Domus, Eupalinos, Giornale dell’Architettura, Gomorra, 9H criticism and projects, Il progetto dell’abitare, Kolnische Bundshau, L’Edilizia, Lotus International, Paesaggio Urbano, Rassegna, Recupero e Conservazione, Traditional dwellings and settlements review.
Principali mostre: Una situazione romana, Roma 1982; Interpretazioni di architettura, Palermo 1983; La nave di pietra, Roma 1983; Riti di passaggio, Roma 1983; Brod od kamena, Belgrado 1984; Junge Romische Architekten, Colonia 1984, Aquisgrana 1984, Berlino 1985, Vienna 1986, Catania 1986, Pescara 1986, S. Teresa di Gallura 1987; Neues Bauen In Der Ewigen Stadt, Francoforte sul Meno 1987, Verona 1988; Itinere, Acireale 1993; 5 Questions, Torino 1994; La città invisibile, Catania 1994; Roma per Gela, Roma 1994; Architetture al vento, Messina 1997; Paesaggistica e linguaggio grado zero, Modena 1997; Il progettare contemporaneo, Reggio Calabria 2000, Palermo 2001; Centralità e progetto, Messina 2001, Catania 2001; I sagrati d’Italia, Roma 2005; Spazi della Fede, Catania 2005, Agrigento 2006.