Giuseppe Cuccio – Archi Celesti
I poderosi ed essenziali torsi maschili e le scabre forme femminili dello scultore vogliono rimandare all’archetipica essenza delle forme classiche.
Comunicato stampa
All’inaugurazione ci sarà una prolusione della Dott.ssa Elisabetta Polezzo curatore della mostra e del catalogo, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti. Si brinderà con vini italiani.
Ho conosciuto Giuseppe Cuccio in occasione della mostra "Forme sul mare" tenutasi all'Acquario di Milano nel mese di giugno del 2011 e le sue opere si sono rivelate da subito coinvolgenti ed evocatrici di epoche a me care.
Ma le mostre si spostano, per dar modo a molti di fruire di ciò che presentano.
E così Cuccio, dopo essere stato ospite a Cles e quindi nelle belle sale del Palazzo del Governo a Siracusa, approda finalmente nella sua Palermo.
Smentendo il famoso secondo cui nemo profeta in patria, ecco che le opere di questo scultore palermitano ritornano, per un certo verso, a casa. Una casa sontuosa quella scelta per Cuccio, uno splendido esempio di felice e illuminato restauro da parte della Provincia di Palermo: il loggiato di San Bartolomeo. L’equipe formata dagli architetti Maurizio Rotolo e Luigi Guzzo e dall’Ing. Paolo Mattina ha saputo restituire infatti alla città uno dei suoi più suggestivi monumenti, risalente alla prima metà del XIV secolo, e più volte rimaneggiato dopo varie parziali distruzioni.
Quello che se ne è ricavato attualmente è uno spazio che,grazie alle grandi vetrate trasparenti che mettono l’interno in contatto visivo con il mare, è in grado di creare una grande ed evocativa suggestione. Infatti dal 1998, data di riapertura al pubblico, ha ospitato personali di autori del calibro di Andy Warhol, Tano Festa, Giacomo Manzù e Igor Mitoraj, solo per citarne alcuni. Spesso capita che, per una strana e imprevedibile alchimia, proprio mura antiche siano i migliori contenitori di opere contemporanee, forse perché entrambe indicano l’essenziale. Questo succede senz’altro per le opere della mostra “Archi celesti” che appunto all’ archetipica essenza vogliono rimandare.
I poderosi ed essenziali torsi maschili e le scabre forme femminili dello scultore, sono per precisa scelta privi sin dall'origine di quel colore che da analoghe opere della Grecia arcaica solo la corrosione del tempo ha gradualmente eliminato.
La purezza delle linee, la cui segreta armonia risiede nella sapiente arte del togliere materia la dove superflua, è il frutto di un'elaborazione intellettuale che all'ideale antico si rifà pur senza averne il medesimo nutrimento culturale.
Lo sguardo del contemporaneo che si volge indietro contiene la consapevolezza del proprio tempo e crea qualcosa di prepotentemente originale pur nel solco di una salda tradizione.
L'opera dello scultore racconta allora un raffinato gioco di rimandi culturali che proprio nel chiaroscuro delle citazioni antiche trova la sua strada. Quella narrata da Cuccio e' una storia di forme, anzi di una forma, la stessa attorno alla quale sono state fatte riflessioni millenarie e si sono avvicendate innumerevoli declinazioni di pensiero: la forma dell'uomo.
Elisabetta Polezzo
Cenni biografici dell’artista
Giuseppe Cuccio , conseguito il diploma del liceo classico e il diploma dell’Accademia di Belle Arti nella sezione scultura ,oggi è docente per la materia Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Damiani Almeyda” di Palermo. Ha partecipato ad alcune mostre in Italia e all’estero, tra i diversi riconoscimenti è stato premiato a Milano “artista dell’anno 2009” ( Premio delle Arti Premio della Cultura) . La sua ricerca espressiva è comprensiva della scultura della pittura della grafica e del disegno .Sue opere sono in dotazione in collezioni private ed in musei.
L'artista vive ed opera tra Milano e Palermo, telefono - 3384503505, [email protected].
Biografia del curatore
Elisabetta Polezzo, laureata in grammatica latina presso l'Universita degli Studi di Milano e gia' docente di lettere presso vari Licei classici di Milano, riveste da anni l'incarico di responsabile delle mostre presso l'Acquario civico di Milano.
Curatrice di numerose esposizioni, ha pubblicato una breve storia dell'Acquario (in "Quaderni della Civica Stazione idrobiologia di Milano"), una biografia sull'architetto Sebastiano Locati (Sebastiano Locati e l'Acquario dell'Esposizione Internazionale di Milano del 1906 pubblicato per i tipi della Guerini ) nonche' gli atti di vari interventi svolti in convegni specializzati sui temi dell'acqua.
Il suo ultimo lavoro, dal titolo "Nel mito delle Sirene: da creature mostruose a simboli di seduzione", e' attualmente in corso di pubblicazione.