Giuseppe Manigrasso – Acqua
Mito, archetipo, inconscio onirico e domestico. Nelle opere di Giuseppe Manigrasso, eterna, l’epopea del perenne incontro del Maschile e del Femminile si snoda nobile, eppur concreta. Un vissuto reale, ma di cui si cerca di rintracciare il profondo senso archetipo.
Comunicato stampa
Venerdì 27 marzo, alle ore 18, negli spazi della galleria Al Blu di Prussia - lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo diretto da Mario Pellegrino - inaugurazione della mostra “Acqua”, personale di Giuseppe Manigrasso a cura di Diana Gianquitto. In esposizione, 40 sculture (tecniche miste in ceramica e terracotta con legno, vetro, plexiglass) e 20 disegni. Opere recenti incentrate sul tema del perenne incontro del maschile e del femminile, in una scelta di Diana Gianquitto che le riunisce sotto il titolo di “Acqua” come liquido simbolo della maternità. Un corpus di lavoro che esprime la visione artistica e umana di Manigrasso, nella quale gli oggetti del quotidiano – mollette, sacchetti, forme da scarpe, bottiglie, recipienti, cellophane, ventole, macchinette per il caffè – vanno oltre la banalità dell’oggetto stesso che sono e assurgono ad archetipo dell’esistenza. Giuseppe Manigrasso (Taranto 1946). Napoletano di adozione, frequenta la Facoltà di Architettura di Napoli ma si laurea in Ingegneria e Architettura a Friburgo (CH). Con Franco Sossi, nel 1964, fonda a Taranto il “Gruppo dei 5” dando inizio ad un’intensa attività artistica che lo vede attivo in Italia e all’estero con mostre di Poesia e Visiva e di arte sperimentale. Nel 1968, ospite della galleria “Lucio Amelio”, presenta “Environments”: opere di poesia sonora, progetto “Spazi elastici”, opere di “arte povera”. Nel 1969, espone al Palazzo Strozzi di Firenze e al “Festival dei due Mondi “ di Spoleto. Dagli anni ’70, spazia dal teatro al design per l’industria e l’architettura d’interni, alla letteratura. Intanto, in senso più strettamente artistico si muove tra scultura, Poesia Visiva, performance e happenings. Negli anni ’80 dirige la Galleria d’Arte Contemporanea “N.7” di Napoli, collabora con articoli su riviste d’arte (Segno, Flash-Art, Giuliet), fonda la rivista d’Arte, Urbanistica e Architettura “AURA” e il Centro Studi Scienze Umane di Napoli, promuove e dirige rassegne e manifestazioni artistiche. Negli anni ’90, dopo la direzione della galleria “Roma-Arte” di Roma, è protagonista di numerose personali a Napoli: “Acquerelli e sculture” presso Pick & Paik Club di Napoli (1995), presso la Galleria Ferrari, lo Showroom Novelli, il Teatro Mercadante, Citta della Scienza - “Futuro Remoto”. Negli anni 2000 firma il progetto per la fontana delle antiche Terme Stabiane, quello della fontana del Comune di Gioi (Sa) e riprende un’intensa attività espositiva: Galleria Martina Franca (Ta), Convento di San Francesco di Gioi (Sa), Istituto Superiore di Design di Bruxelles, Pica Gallery Napoli, Galleria Catus di Bologna, Showroom Marinella di Milano, Galleria Dal Monte di Forio d’Ischia (Na), Galleria Dolcevita di Firenze.