Giuseppe Maraniello – In-Es
“In-Es”, il titolo di questa rassegna, evoca termini in contrapposizione, ma allo stesso tempo complementari – inspirare-espirare – che contengono l’idea della vita, la testimonianza della nostra esistenza secondo una polarità in continua e costante dialettica e, come suggerisce lo stesso Maraniello, che simboleggiano e riassumono il lavoro dell’artista nel suo incessante assimilare, assorbire la realtà che lo circonda attraverso le sue sollecitazioni sensoriali per riversarla al di fuori di sé, restituendola, metabolizzata, nell’opera.
Comunicato stampa
Lorenzelli Arte a partire dal prossimo 11 maggio dedica un’importante mostra personale a Giuseppe Maraniello, da oltre trent’anni indiscusso protagonista del panorama artistico nazionale ed internazionale. “In-Es”, il titolo di questa rassegna, evoca termini in contrapposizione, ma allo stesso tempo complementari - inspirare-espirare - che contengono l’idea della vita, la testimonianza della nostra esistenza secondo una polarità in continua e costante dialettica e, come suggerisce lo stesso Maraniello, che simboleggiano e riassumono il lavoro dell’artista nel suo incessante assimilare, assorbire la realtà che lo circonda attraverso le sue sollecitazioni sensoriali per riversarla al di fuori di sé, restituendola, metabolizzata, nell’opera.
La mostra presenta, nelle tre ampie sale della galleria, una selezione di lavori eseguiti per l’occasione: tre grandi sculture e diverse opere di medie e grandi dimensioni che rappresentano e sintetizzano il suo percorso artistico attraverso i diversi linguaggi che ha sperimentato.
Maraniello è uno dei principali interpreti di quella generazione di artisti che, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, ha ridato significato al linguaggio della scultura e della pittura, giocando contemporaneamente sulle due e le tre dimensioni.
Da queste premesse Maraniello ha saputo sviluppare uno stile personale inconfondibile fino a diventare una delle icone del panorama visivo contemporaneo. Le sue opere contengono forme e segni immediatamente riconoscibili, anche se non specificamente identificabili: sono i simboli che egli stesso inconsciamente assimila e sui quali fa leva la sua ricerca iconografica, mentre sapienti giochi di equilibrio fanno delle sue sculture in bronzo delle eleganti strutture che attraversano lo spazio.
Giuseppe Maraniello nasce a Napoli nel 1945. Nel 1969 entra in contatto con la Galleria Morra di Napoli, nel 1971 si trasferisce a Milano, dove lavora con Luciano Inga Pin. Dalla seconda metà degli anni ’70 espone in spazi pubblici con mostre collettive, tra le quali nel 1979 “L’estetico e il Selvaggio” alla Galleria Civica d’Arte Moderna, Modena, a cura di Giorgio Cortenova, nel 1980 “Italiana Nuova Immagine” a Loggetta Lombardesca, Ravenna, a cura di Achille Bonito Oliva, a Bologna, “Dieci anni dopo i nuovi nuovi”, Galleria d’Arte Moderna, a cura di Francesca Alinovi, Renato Barilli e Roberto Daolio. Nel 1982 espone alla Hayward Gallery di Londra, partecipa alla mostra “Arte Italiana 1960-1982” a cura di Guido Ballo, Renato Barilli e Flavio Caroli. Nel 1985 espone “Intorno al flauto magico”, a cura di Gillo Dorfles al Palazzo della Permanente, Milano. Nel 1990 è invitato con una sala personale alla XLIV Biennale d’Arte di Venezia, con presentazione in catalogo di Lea Vergine. Nello stesso anno è al Palazzo della Virreina di Barcellona, al Palazzo di Cristallo di Madrid e al Matidenhohe Darmstadt per la mostra “L’altra scultura” a cura di Renato Barilli. Nel 1992 partecipa alla mostra itinerante “Cadenze, figure dell’arte italiana degli anni ’90”, a cura di Pier Giovanni Castagnoli, nel Museo Sofia Imber di Caracas e nel Museo d’arte Moderna di Bogotà. Nel 1993 si tiene, in contemporanea, un’antologica a cura di Pier Giovanni Castagnoli e Danilo Eccher alla Galleria Civica di Trento e alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna – Villa delle Rose. Nel 1994 espone alla mostra “L’incanto e la trascendenza” a cura di Danilo Eccher a Castel Ivano, Ivano Fracena, Trento.
Nel 1997 partecipa alla mostra “Arte Italiana – Materiali Anomali” a cura di Danilo Eccher e Dede Auregli alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, che ha una sua scultura in permanenza nei propri giardini. Nel 1998 espone alla mostra “Trash” a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Albere, Trento. Con Luigi Mainolfi sempre nel 1998 espone alla “Pescheria” di Pesaro. Nel 2001 tiene una personale alla Fortezza Firmafede di Sarzana e nel 2002 alla Rocca Sforzesca di Imola. Nel 2004 il Comune di Ischia gli dedica un’antologica alla Torre Guevara. Al Mart di Rovereto partecipa alla mostra “Il bello e le bestie” a cura di Lea Vergine, Giorgio Verzotti e Jean-Hubert Martin. Nel 2005 espone alla Fondazione Arnaldo Pomodoro “Scultura italiana del XX secolo”. Nel 2006 inaugura la Galleria Civica di Arco di Trento con una sua personale, a cura di Giovanna Nicoletti. Nel 2009 installa nella città di Terni un’opera pubblica permanente di 24 metri di altezza, in Piazza dei Poeti.
Nel 2009 tiene a Firenze una vasta mostra, a cura di Danilo Eccher nel Giardino di Boboli, in Piazza Pitti e nell’edificio ‘Le Pagliere’. Nello stesso anno a Monza partecipa alla mostra “Gli Anni 80 - Il Trionfo della Pittura”, a cura di Marco Meneguzzo.
Nel 2010 partecipa a “Pagine da un bestiario fantastico. Disegno italiano nel XX e XXI secolo” a cura di Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Flaminio Gualdoni, Galleria Civica di Modena.