Giuseppe Rescigno – La parentesi concettuale 1974-1979
La mostra propone oltre quindici tra opere oggettuali-concettuali, istallazioni, rarissime documentazioni fotografiche che coprono un periodo limitato ma estremamente significativo dell’intensa carriera artistica di Giuseppe Rescigno, uno dei protagonisti degli anni Settanta in Campania e in Italia, in particolare per la partecipazione al Gruppo Salerno 75, formato con Ugo Marano e Antonio Davide su sollecitazione di Enrico Crispolti.
Comunicato stampa
La mostra 'Giuseppe Rescigno - La parentesi concettuale 1974-1979', a cura di Marco Alfano, che si avvale della presentazione di Enrico Crispolti, propone oltre quindici tra opere oggettuali-concettuali, istallazioni, rarissime documentazioni fotografiche che coprono un periodo limitato ma estremamente significativo dell'intensa carriera artistica di Giuseppe Rescigno, uno dei protagonisti degli anni Settanta in Campania e in Italia, in particolare per la partecipazione al Gruppo Salerno 75, formato con Ugo Marano e Antonio Davide su sollecitazione di Enrico Crispolti; è una delle formazioni artistiche italiane che ebbe maggiore fortuna a livello europeo, con importanti partecipazioni a rassegne di rilevanza nazionale ed europea, come la Biennale di Venezia (1976) e il IX Kongress der IAA International Association of Art di Stoccarda (1979). Si tratta di opere provenienti per la maggior parte dalla raccolta personale dell'autore, esposte in occasione di prestigiose mostre nazionali e internazionali, come la X Quadriennale di Roma, la XVI Triennale di Milano, il XXXII Premio Michetti. In quest'occasione, inoltre, sarà proposta dall'artista una ricostruzione dell'istallazione, dal titolo Enclosure, presentata alla Galleria “Taide Spazio Per” di Mercato S. Severino e alla Galleria la Nucara di Reggio Calabria nel 1975. Nel suo percorso espositivo, di opere originali, datate tra il 1974 e il '79, la mostra intende quindi ripercorrere il tracciato di un periodo fondamentale nell'itinerario creativo di Rescigno, che egli stesso definisce la “parentesi concettuale”.
«In un’assimilazione e metabolizzazione di suggestioni di decantazione “concettuale” dell’immagine, - scrive Enrico Crispolti nel testo introduttivo al catalogo - della scrittura e della presenza oggettuale, la ricerca portata avanti da Giuseppe Rescigno (amico e compagno di tante esperienze in proiezione di operatività estetica nel sociale), come si precisa a metà degli anni Settanta, assume un carattere decisamente di rilevazione analitica di evidenze caratteristiche di oggetti che, proprio attraverso una loro messa in uso analitica, si caricano (vedi, in questo senso classico, Kirchner, del 1974) di una virtualità di riferimento provocatorio oggettuale-processuale, giocato fra sconcertante evidenza tautologica (assenti infatti modificazioni) ed enigmaticità di verosimiglianza strumentale, evocata (come altrimenti accade in Alfabeto+alfabetiere, del 1975). Una seriosità analitica, fra lettere, numeri, segni, oggetti, entro i quali si muove con pungente ironia dei sistemi possibili, sviluppando dunque una dimensione concettuale intimamente di suggestione dialogica, piuttosto che unilateralmente assertiva, come quella maggiormente in uso nel concettualismo corrente in quegli anni, non soltanto in Italia. Un modo per esercitare ulteriormente una volontà analitica propositiva come costitutiva del processo comunicativo e della sostanza appunto della sua caratteristica riflessività dialogica. E ciò persino in sfide d’evidenza analitica, in chiave tautologica (Terra Cotta, 1975). Un’ironia autoriflessiva di evidenze e processi che si risolve analiticamente in possibilità di azione-dimostrazione (come le performances: Enclosure ed Ellisse: costruzione per punti, 1975). In una prospettiva di apertura di questa dimensione di operatività analitica oggettuale o performativa a una operatività di comunicazione estetica più esplicitamente dialogica, in senso sia ambientale che sociologico, attraverso l’attività del “Gruppo Salerno 75”, Rescigno progetta [...] una possibilità di estensione analitica ambientale delle sue proposte oggettuali, esattamente nel senso di una progettata dimostrazione di possibile metodologia di commisurazione. E qui si comincia a cogliere chiaramente quella intenzionalità propositiva implicitamente di sostanza metodologica appunto analitica che risulta costitutiva della volontà dialogica di comunicazione variamente espressa, occasione per occasione, nel lavoro di Rescigno. Per cui il territorio diviene il campo di possibilità di rilevazioni analitiche topologico-semiologiche ed ecologiche e di cultura materiale, significative non tanto in una loro possibilità di risultati particolarmente rilevanti in quanto tali ma nella loro rappresentatività del valore conoscitivo del processo attuato di rilevazione analitica di contingenze di realtà (in spazi urbani o in natura)». [...]
«La ricerca “analitica” di Rescigno - osserva Marco Alfano nel testo critico in catalogo - dopo le prime prove degli ultimi anni Sessanta, in parallelo a quelle collettive, prima nell’ambito di Taide Spazio Per, e poi nel “Gruppo Salerno 75” con Ugo Marano e Antonio Davide, quando l’attività comportamentale prevale su quella pittorica e oggettuale-concettuale, documentata in questa mostra La parentesi concettuale, s’inserisce coerentemente entro una situazione di apertura “partecipativa” e d’intenzionalità critica, secondo quanto andava teorizzando Enrico Crispolti a proposito dell’“operatività estetica nel sociale”, in uno scenario d’interessi di un’arte “ecologica” ed “antropologica”, affermatosi negli anni Settanta, che ha visto importanti protagonisti non solo in Europa.[...]
Anche se la vera svolta, nel percorso creativo di Rescigno, è rappresentata dall’invito all’VIII Biennale del Metallo di Gubbio nel settembre del 1975, quando il nuovo sodalizio con Antonio Davide, Ugo Marano e Mario Chiari, crea le premesse di una partecipazione collettiva, avanzata da Crispolti con un intervento di gruppo nello spazio urbano. È in questo momento che si determinano gli elementi fondativi del “Gruppo Salerno 75”, vale a dire l’affermazione di una linea di ricerca collettiva, che comunque salvaguarda le proposte individuali. Nei più noti interventi, da Errata corrige, a Gessificare, sino alla vicenda del Mulino Stucky, che rappresentano i punti fermi di una sintonia d’intervento tra gli artisti del gruppo, si rivela l’apporto analitico di Rescigno, proiettato in un determinato ed originale “orizzonte”, sia esso ambientale o antropologico; è un carattere che lo distingue dalla matrice ironico-celebrativa di Antonio Davide, e dall’approccio immaginativo-sapienziale-affabulatorio di Ugo Marano».
In occasione del vernissage del 30 giugno, sarà offerto un menù appositamente curato dal ristorante La Playa di Vietri sul Mare (Salerno), e verrà proposta una selezione di vini a cura dell'azienda agricola Casa di Baal di Montecorvino Rovella (Salerno).
In occasione della mostra è stato pubblicato un volume monografico, dal titolo Giuseppe Rescigno - Itinerari creativi, edito da Gutenberg Edizioni di Fisciano, che presenta testi introduttivi di Enrico Crispolti e Marco Alfano, testi dell'artista, una vasta appendice documentaria, e gli apparati biografici e bibliografici, nonché un ampio repertorio di illustrazioni a colori e in b/n.
Giuseppe Rescigno. Itinerari creativi, testi introdutivi di Enrico Crispolti e Marco Alfano, con testi dell'artista, pp. 298, illustrazioni a colori e b/n, appendice documentaria, apparati biografici e bibliografici, pubblicato da Gutenberg Edizioni, Fisciano, 2011 ISBN 978-88-7554-041-8.
cenni biografici
Giuseppe Rescigno è nato a Castelluccio Superiore (Potenza) nel 1941. Dopo la laurea in Scienze Economiche all’Università degli Studi di Napoli, ha iniziato la sua attività artistica nei primi anni Settanta come autodidatta. Nel 1975 è presente alla X Quadriennale di Roma; nella primavera dello stesso anno forma con Mario Chiari, Antonio Davide e Ugo Marano il Gruppo Salerno 75, che partecipa alla Biennale di Gubbio del 1975 e del 1976, alla XXXVII Biennale di Venezia, alla XVI Triennale di Milano del 1979. Ha realizzato happenings al Cabaret Voltaire di Torino, al Centro Polivalente di Ferrara e in altre gallerie d’arte di Milano, Roma, Salerno. Dal 1975 si occupa di sperimentazione didattica nella scuola nella duplice veste di operatore culturale ed estetico. Esperto di metodologia dello studio dell’ambiente, ha pubblicato numerosi libri su temi storici e ricerche sui meccanismi di funzionamento dei sistemi familiari e in campo economico e sociale. Dirige il Laboratorio di Educazione Ambientale (LEA) di Mercato S. Severino con particolari compiti di salvaguardia e di valorizzazione del Parco Naturalistico Archeologico Regionale del Castello dei Sanseverino. Vive e lavora a Mercato S. Severino (Salerno).