Giuseppe Spagnulo – L’ombra di Napoli
In mostra quaranta opere, tra sculture in ferro e opere su carta; i lavori si collocano nell’arco dell’ultimo decennio di operatività di Spagnulo.
Comunicato stampa
GIUSEPPE SPAGNULO
L’OMBRA DI NAPOLI
Testo in catalogo:
DELLA MATERIA E DELL’ENERGIA
I “RILIEVI-BASSI” DI GIUSEPPE SPAGNULO
colloquio di Giorgio Bonomi con Giuseppe Spagnulo
Galleria Giraldi, piazza della Repubblica 59, Livorno
19 novembre – 14 gennaio 2012
Inaugurazione: sabato 19 novembre ore 18
Sabato 19 novembre alle ore 18, presente l’Artista, la Galleria Giraldi inaugura la stagione 2011-2012 con un’importante mostra, Giuseppe Spagnulo - L’ombra di Napoli in cui si espongono quaranta opere, tra sculture in ferro e opere su carta; i lavori si collocano nell’arco dell’ultimo decennio di operatività di Spagnulo.
Continua così la linea di presentazione di artisti italiani della generazione “anni trenta” che costituiscono il tessuto più solido dell’arte italiana contemporanea.
Dopo Griffa, Guarneri e Pinelli, dopo Uncini, ora si presenta Giuseppe Spagnulo. Noto scultore, pugliese di nascita e milanese di adozione, opera con la terracotta e con il ferro, esprimendosi nelle grandi e nelle piccole dimensioni. Caratteristica dei suoi lavori è la grande energia che questi rappresentano e significano: blocchi di ferro, anche di svariate tonnellate, tagliati e squarciati si pongono di fronte all’osservatore con tutta la loro forza titanica; qualità che mantengono anche quando le forme sono più ridotte.
Le stesse modalità presentano le opere in terracotta nelle quali l’artista plasma quella materia inerte con decisione e determinazione fino a che pulsi di vita. Spagnulo sempre evidenzia la lotta dell’uomo con la natura e dell’artista con i materiali.
In questa mostra si presenta anche un’ampia selezione di “rilievi-bassi”, secondo la definizione dello stesso Spagnulo, cioè di carte, di forte spessore e sovrapposte, su cui il Maestro interviene con vari materiali, quali sabbia vulcanica, ossido di ferro, carbone e resina per amalgamare il tutto. Queste opere si danno, di preferenza, nere, ma non mancano quelle con il rosso o il giallo o il blu, sempre presenti con la loro pura e semplice cromaticità.
Quelle presenti in mostra si ispirano ad una poesia di un poeta americano, Mark Strand, intitolata Ombra. Dice Spagnulo: “Quando ho letto questa poesia, Napoli, una città che amo molto, era stravolta dal problema dell’accumulo dei rifiuti e io ho ritenuto assurdo che una città così bella potesse essere completamente stravolta, degradata. Quel che rimaneva di Napoli era l’ombra. L’ombra presuppone l’esigenza di un corpo, è una traccia, è l’archeologia della materia. L’artista non crea, ma agisce sull’archeologia della materia, interviene sulle tracce, sulle ombre.”
Inoltre va messo in evidenza come queste “carte” siano delimitate da una spessa cornice in ferro che aggiunge una forza notevole all’opera e fa sì che la materia non “fuoriesca” dalla superficie.
Accompagna la mostra un Catalogo con un’ampia documentazione delle opere esposte e con un colloquio di Giorgio Bonomi con l’artista, Giuseppe Spagnulo, a cura dalla giovane storica dell’arte Federica Boràgina.
Fabrizio Giraldi