Giuseppe Zigaina – Paesaggio come anatomia
Il pittore Giuseppe Zigaina compie 90 anni di età. L’omaggio del Friuli Venezia Giulia, dello scrittore Claudio Magris, del fotografo Danilo De Marco e dello stampatore Corrado Albicocco in una mostra che racconta la vita artistica del Maestro attraverso l’incisione.
Comunicato stampa
Il 2 aprile Zigaina compie 90 anni, un traguardo importante, che il Friuli Venezia Giulia festeggia attraverso una serie di mostre dedicate all’incisione di questo grande protagonista dell’arte internazionale. Che trova ormai collocazione sui manuali di storia dell’arte per la sua adesione al neorealismo, quindi a una poetica che pone al centro l’uomo e la realtà indagandone le pieghe psichiche, inconsce, visionarie. La prima delle mostre si inaugura proprio il 2 aprile presso la sede del Consiglio regionale, per procedere nel Centro Civico di quella Cervignano del Friuli in cui l’artista nacque nel 1924 e che, nonostante il richiamo della scena internazionale, non volle mai abbandonare. Infine, a giugno, l’ultima tappa espositiva sarà presso la Stamperia d’arte Albicocco, dove il “l’insostituibile, paziente, caparbio” Corrado Albicocco (come nelle parole di Zigaina), da molti e molti anni tira lastre di incredibile perizia ed espressività, assecondando il maestro e appoggiando la sua inesauribile ricerca artistica. L’incisione per Zigaina è un viaggio che dura 50 anni e che sempre è stato vissuto a fianco della pittura e della scrittura (sì, Zigaina è un grande scrittore), in modo naturale. Così, fuori da un mondo spesso nutrito da frequentazioni a margine e da scarti minimi rispetto alla pittura, Zigaina accoglie la grafica come luogo di interrogazione originaria e ne fa elemento nodale della sua complessa dimensione artistica. Dimensione in cui il segno prevale in una accezione antica della parola graphè, usata in modo indistinto per disegno e scrittura a definire un unicum artistico di grande valore. In mostra sono oltre 60 grafiche tecnicamente incentrate sull’acquaforte e i libri di artista di questo intellettuale a tutto campo, in cui il testo scritto si fonde all’immagine incisa per originare oggetti d’arte preziosi, in cui il senso dell’inesprimibile trova terreno in una scrittura magmatica e multiforme, sostenuta da una figurazione che rinforza l’alto valore poetico dei temi. Che l’autore affronta nell’incisione, come nella scrittura, come nella pittura unendo l’impegno civile al sogno. Ma a differenza dello scrivere che si precisa nelle prime ore del mattino, a differenza del dipingere che affronta la luce, l’incisione appartiene al buio dell’inverno e della sera. E questo è il notturno da cui prende consistenza l’immagine incisa in un ingorgo tenebroso che scende sui temi a lui più cari, come I campi dell’Arciduca, i Verso la laguna, Le sere dei vigneti e ancora Sul colle di Redipuglia, sugli orti e nei prati dove insetti misteriosi operano larvali e metamorfiche visitazioni. Si genera in questo orizzonte colto ed esistenziale, realista e visionario quel Paesaggio come anatomia come titola la mostra, che ben significa il legame con il territorio densamente vissuto dall’autore in una rivisitazione di luoghi ed esistenza, di storia, esperienza e sogno.