Glaser/Kunz
Gagliardi e Domke inaugura la stagione espositiva 2016/17 con una mostra personale del duo svizzero GLASER/KUNZ.
Comunicato stampa
Gagliardi e Domke inaugura la stagione espositiva 2016/17 con una mostra personale del duo svizzero GLASER/KUNZ.
La coppia, nota a quanti seguono da anni la programmazione della galleria prevalentemente per i “Talking Heads”, le sorprendenti videoinstallazioni pregne di significati, capaci di indurre in un’ipnotica suggestione gli spettatori di ogni latitudine del mondo, in questo frangente mostra invece la poliedricità del proprio processo creativo e l’estensione del dominio della loro poetica su ogni forma di espressione: animazione video, disegno, scultura, fotografia, animazione kinematica e, in divenire, e quindi non parte della mostra attuale, anche performances.
Non si tratta di un’evoluzione temporale del loro lavoro. Daniel e Magdalena da sempre ricorrono a ogni forma espressiva nella loro prassi creativa quotidiana. Ricordo che dieci anni fa, quando presentai per la prima volta a Torino il loro lavoro “High and Low” scoprii che alle spalle del lavoro kinematico oggetto della mostra, c’era un consistente retroterra di disegni, story board purtroppo perduti, perché realizzati su lavagna quotidianamente nettata per far spazio alla creatività del giorno successivo.
Per cinque anni, dal 2000 al 2005, tanto durò la realizzazione della trilogia “High and Low”, si espressero col media fotografico, con la kinematica, col disegno (perduto) e con la scultura. Nell’atrio della galleria si presenta “Schwarze Säcke”, un’installazione di 18 sacchi di juta neri che concettualmente raccolgono i colori persi da grandi foto in bianconero, il cui contenuto è deprivato appunto dai colori e liberato al contempo dalla schiavitù della gravità che andrà a gravare invece sui sacchi. Si tratta dell’installazione “Flying High” che con “Babelsberg” e “Overnight” completava la trilogia.
Più tardi, con l’animazione, realizzarono “Uhr”, un orologio che anch’esso si svincola dalla gravità e dal rigore, liberandoci dalla schiavitù del tempo e “Kreidekreis”, dove ritorna protagonista la famigerata lavagna con una mano che fa e disfa un cerchio, un lavoro senza fine col quale gli artisti , a parer nostro, inconsapevolmente cercano di espiare la colpa di aver distrutto in passato centinaia di disegni.
“Zeichnung”, disegni appunto, sono invece presenti nelle sale al piano terra della galleria. Sono disegni svincolati da altri progetti, sono cioè disegni autonomi e non realizzati come studi per approdare ad altro. Due aspetti emergono nell’osservarli: la gestualità e il conflitto fra il nero e il bianco che si percepisce come se le masse di bianco e di nero potessero uscire dalla fissità andando a modificarsi – e trattandosi di opere di GLASER/KUNZ non sarebbe impossibile se ciò accadesse -. (Accade infatti in “Schwarz und Weiß”, presentato in altre occasioni, in cui su quattro monitor, avviene uno scontro-dialogo fra generose pennellate di bianco e di nero che superano i confini dei monitor stessi).
Dopo anni in cui abbiamo privilegiato la presentazione delle teste parlanti, una riflessione sulla poliedricità della coppia svizzera ci è parsa ora un omaggio agli artisti e un doveroso atto di divulgazione verso il pubblico amico.
PS. Nel gennaio 2017 gli artisti saranno omaggiati di una grande antologica all’abazia di Ittingen, Museo di Arte Contemporanea del Cantone Turgau CH.
Pietro Gagliardi / Christian Domke