Glasstress 2011
Seconda edizione di Glasstress, mostra d’arte contemporanea nella quale importanti protagonisti della scena internazionale si confrontano con l’uso del vetro.
Comunicato stampa
Il 4 giugno 2011 si inaugurerà a Venezia la seconda edizione di Glasstress, mostra d’arte contemporanea nella quale importanti protagonisti della scena internazionale si confrontano con l’uso del vetro. La mostra, che presenta sculture, installazioni e oggetti di design, avrà luogo
nelle sale di Palazzo Cavalli Franchetti (sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti),
del Berengo Centre for Contemporary Art and Glass e include un progetto speciale di
Mike+Doug Starn, presso la Wake Forest University - Casa Artom.
Promossa dal MAD (The Museum of Arts and Design) di New York, ideata da Adriano Berengo
e prodotta da Venice Projects, Glasstress 2011 sarà curata da Lidewij Edelkoort, Peter Noever
e Demetrio Paparoni con il contributo di Bonnie Clearwater.
Glasstress 2011 rimarrà aperta al pubblico fino al 27 novembre 2011 e presenterà sculture
e installazioni di opere in vetro appositamente realizzate da: Anthon Beeke, Pieke Bergmans,
Domenico Bianchi, Ernst Billgren, Joost Van Bleiswijk, Barbara Bloom, Monica Bonvicini,
Kiki Van Eijk, Jan Fabre, Kendell Geers, Charlotte Gyllenhammar, Zaha Hadid, Paula Hayes,
Jaime Hayon, Yuichi Higashionna, Magdalena Jetelova, Liu Jianhua, Michael Joo, Marya
Kazoun, Konstantin Khudyakov, Michael Kienzer, Marta Klonowska, Nawa Kohei, Oleg Kulik,
Hitoshi Kuriyama, Hye Rim Lee, Tomáš Libertiny, Atelier Van Lieshout, Luke Jerram , Massimo
Lunardon, Urs Luthi, Vik Muniz, Nabil Nahas, Atelier Ted Noten, Tony Oursler, Anne Peabody,
Javier Pérez, Jaume Plensa, Recycle Group, Antje Rieck, Antonio Riello, Bernardì Roig,
Maria Roosen, Ursula Von Rydingsvard, Andrea Salvador, Judy Schaechter, Thomas Schütte,
Anatoly Shuravlev, Kiki Smith, Mike + Doug Starn, Tanja Sæter, Patricia Urquiola,
Koen Vanmechelen, Pharrell Williams, Fred Wilson, Erwin Wurm, Shi Yong, Tokujin Yoshioka,
Yutaka Sone, Zhang Huan, 5.5 Designers.
La mostra include le installazioni in interno ed esterno di Kendell Geers, Zaha Hadid,
Magdalena Jetelova, Michael Kienzer, Koen Vanmechelen e Erwin Wurm curate da Peter
Noever; le installazioni in interno ed esterno di Tony Oursler a cura di Demetrio Paparoni
e Gianni Mercurio ed il progetto speciale di Mike+Doug Starn.
L’edizione di quest’anno della rassegna ha come tema il complesso rapporto che, in un’epoca
che si ritiene sia andata oltre il modernismo, lega arte, design e architettura. Mettendo a
confronto l’opinione di curatori diversi, Glasstress affronta questo tema attraverso sculture
appositamente realizzate in vetro da importanti artisti della scena contemporanea e attraverso
oggetti-scultura realizzati da designer, la cui ricerca formale è condizionata dalla funzione d’uso
dell’oggetto.
Accostare all’interno della stessa mostra opere che rispondono a concezioni così
profondamente diverse equivale a riproporre sul piano critico questioni tutt’altro che
risolte: cosa attribuisce lo status di opera d’arte a un oggetto che sul piano formale subisce i condizionamenti della sua funzione d’uso? Per rispondere allo spirito del tempo, si rende
necessario che un’opera rimandi solo a se stessa? Si può affermare oggi che la funzione d’uso
di un oggetto di design, indipendentemente dalle sue qualità formali, è di per sé sufficiente a
rendere l’opera estranea allo spirito del tempo? Queste domande, che sono alla base del progetto
di Glasstress 2011, rimettono in discussione il concetto di “arte per l’arte” tanto caro
alle avanguardie del Novecento.
Glasstress 2011 offre allo spettatore elementi di riflessione su temi complessi e pone l’esigenza
di una revisione critica dei principali dogmi del modernismo, la maggior parte dei quali hanno
profondamente inciso sull’arte degli anni Ottanta e che sono stati messi in dubbio a partire dal
decennio successivo, dalla seconda generazione del post-moderno. Glasstress 2011 dimostra
quanto siano ancora attuali queste tematiche, che richiedono di essere ulteriormente esplorate.