Gli Spazi dell’arte. Dalla pop art al concettuale
Nella suggestiva cornice dell’ex Municipio cagliaritano, da qualche anno restaurato e adibito alle esposizioni, viene esposta una prima sezione della Collezione d’arte contemporanea di proprietà dei Musei Civici.
Comunicato stampa
L’ARTE CONTEMPORANEA DEL SECOLO XX PROTAGONISTA A CAGLIARI
I musei civici di Cagliari aprono al Palazzo di Città la mostra
Gli Spazi dell’arte. Dalla pop art al concettuale.
A Cagliari dal 21 giugno al 30 novembre 2012 a cura di Anna Maria Montaldo.
Ha aperto a Cagliari nella sede dell’Antico Palazzo di Città la mostra Gli Spazi dell’arte. Dalla pop art al concettuale. Nella suggestiva cornice dell’ex Municipio cagliaritano, da qualche anno restaurato e adibito alle esposizioni, viene esposta una prima sezione della Collezione d’arte contemporanea di proprietà dei Musei Civici.
Arte pop, astrazione, arte povera e concettuale: molti tra i più noti artisti italiani ed europei degli anni Sessanta e Settanta che animarono le sale della Galleria Comunale d’Arte a partire dal 1975, ora trovano il loro ambito ideale nella sede dell’Antico Palazzo di Città.
Gli Spazi dell’arte. Dalla pop art al concettuale è il titolo della mostra, curata da Anna Maria Montaldo. A molti anni ormai dalla prima esposizione, si rivisita il clima coinvolgente che caratterizzò uno dei periodi più fecondi delle avanguardie artistiche, quando documentare e fare tendenza era un solo atto della ricerca artistica. Assecondando il nuovo interesse europeo per le arti visive degli anni Settanta, i Musei Civici di Cagliari concorrono con questa mostra alla volontà di riattraversare percorsi, motivi, sperimentazioni, attività ludiche, riflessioni, provocazioni, gesti. Forme, oggetti, dipinti, fotografie, analisi del linguaggio: 38 opere rappresentative delle esperienze e dei nodi del dibattito che hanno caratterizzato le scena artistica in quegli anni, quando gli artisti erano impegnati nella riflessione sulla destinazione dell’opera, sul senso del proprio operare, sul rapporto dell’arte con la società, sul ruolo attivo del pubblico.
Tre sono le sezioni in questa prima mostra: Arte Pop, Astrazione e pittura analitica, Arte Concettuale e Arte Povera. Seguiranno nel 2013: Arte Minimal, Optical, Arte cinetica.
ARTE POP
La mostra offre una significativa testimonianza della produzione pop europea della fine degli anni Sessanta. Mimmo Rotella e Paolo Baratella recuperano la tradizione dadaista del collage e del fotomontaggio e tramite la sovrapposizione di immagini e parole raggiungono una intensa carica espressiva; lo spagnolo Eduardo Arroyo adopera con disinvoltura gli stili del fumetto; Pietro Gallina ritaglia le sue immagini realistiche coloratissime nei supporti simili a quelli adoperati dal linguaggio pubblicitario. Emilio Tadini sospende con leggerezza la narrazione nella Natura morta del 1970.
ASTRAZIONE E PITTURA ANALITICA
La riflessione si sposta dalla pittura fatta al fare pittura, dove importa soprattutto quel che l’artista fa: la pittura non deve più rappresentare qualche cosa , ma è sufficiente che parli di sé stessa e del rapporto tra l’artista e la tela, tra l’azione del fare e la traccia che resta. Ne sono testimonianza le fasce di colore del Tensionale di Claudio Olivieri e delle opere di Rosanna Rossi e Claudio Verna, la spazialità rarefatta di Carlo Battaglia, l’immagine archetipica e dinamica del sole in marmo nero di Giò Pomodoro, le stesure cromatiche di Gaetano Brundu e di Primo Pantoli.
CONCETTUALE E ARTE POVERA
Ecco infine che cosa succede quando le idee e i concetti espressi diventano più importanti del risultato estetico e percettivo dell’opera stessa. L’arte concettuale entra in campo con Vincenzo Agnetti e il suo Portagiri del 1970 (base di legno con piatto rotante in metallo) e con Giulio Paolini che presenta una tela bianca attraversata da fili di nylon policromi. L’arte Povera mette in campo i suoi materiali in polemica con l’arte tradizionale, utilizzando terra, legno, stracci, plastica, rifiuti: Ugo Nespolo realizza nel 1968 i suoi Canestri in vimini e Piero Gilardi il Greto di torrente, una delle sue innumerevoli opere in poliuretano espanso, perfetta e iperrealistica imitazione della natura così com’è, e così come ogni giorno la consumiamo.
Il linguaggio dunque è la forza espressiva di questi artisti: c’è la sperimentazione con i materiali fotografici (Aldo Tagliaferro), l’uso spregiudicato della lingua, della parola, della scrittura (Antonio Carena e Ugo Carrega). Sino alla provocazione in grande formato della domanda esclamativa di Bruno Di Bello: L’ARTE? L’ARTE!
Gli artisti in mostra: Agnetti, Aillaud, Antico, Andolfatto, Arroyo, Baratella, Battaglia, Biasi, Brundu, Carena, Carrega, Cavaliere, Devalle, Di Bello, Gallina, Gilardi, Hsiao Chin, Leinardi, Mele, Muscu, Nespolo, Olivieri, Pantoli, Paolini, Pardi, Pettinau, Pomodoro, Pozzati, Rossi, Rotella, Schiavocampo, Spadari, Tadini, Tagliaferro, Trubbiani, Uncini, Vago, Verna.