Informazioni Evento

Luogo
OFFICINE DELL'IMMAGINE
via Carlo Vittadini 11 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì - Venerdì 15.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Altri orari, lunedì e giorni festivi su appuntamento.

Vernissage
24/10/2013

ore 19

Artisti
Gohar Dashti
Curatori
Silvia Cirelli
Uffici stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Generi
fotografia, personale

Milano ospita per la prima volta in Italia la personale della giovane artista iraniana Gohar Dashti, una delle più talentuose voci dell’arte contemporanea mediorientale.

Comunicato stampa

Dal 24 ottobre 2013 al 24 gennaio 2014, Officine dell’Immagine di Milano ospita per la prima volta in Italia la personale della giovane artista iraniana Gohar Dashti, una delle più talentuose voci dell’arte contemporanea mediorientale.

Già molto apprezzata nel panorama artistico internazionale, Gohar Dashti appartiene a quella generazione di giovani iraniani nati in un periodo storico di grande complessità, a cavallo cioè fra la Rivoluzione Islamica del 1979 e la sanguinosa guerra Iran-Iraq (1980-1988). Il tormentato passato, così come la testimonianza di un presente ancora in bilico fra desiderio di modernizzazione e la salvaguardia di tradizioni culturali e religiose islamiche integraliste, sono le tracce dalle quali si snoda la riflessione artistica di questa promettente fotografa persiana. L’indagine che ne consegue è una simmetria creativa dove gioca un ruolo essenziale l’analisi della psiche dell’uomo, in rapporto alla storia culturale di un Paese dalle forti ambivalenze.

INSIDE OUT, questo il titolo della mostra curata da Silvia Cirelli, propone un percorso culturale prima ancora che artistico, in cui si articolano le contraddizioni di una contemporaneità condizionata continuamente dallo spettro di conflitti sociali, politici, pubblici (l’outside), che hanno immancabilmente risonanze sulla vita privata degli iraniani, sulla loro sfera intima (l’inside). L’arte di Gohar Dashti sorprende per una raffinatezza tagliente, che mostra sofferenze atroci, ma con metafore sottili che solo valicando la barriera dell’apparente oggettività si possono comprendere. Nulla è esplicito, al contrario, la verità viene rivelata da un puzzle di elementi nascosti, che scoprono suggestioni fino a quel momento inconfessate.

Nell’esposizione di Milano saranno visibili, in esclusiva italiana, le serie più famose di quest’artista, in una selezione che ne raccoglie i tratti distintivi, confermandone l’unicità lessicale. Today’s Life and War, del 2008, già dal titolo denuncia la difficile condizione del vivere quotidianamente a contatto con la guerra. La coppia protagonista è infatti costretta a una dimensione domestica dove è sempre presente l’ombra della violenza: in uno scatto i due giovani pranzano serenamente, mentre alle spalle arriva un temibile carrarmato, in un altro sono obbligati a stendere i propri panni su del filo spinato, in un altro ancora, si addormentano circondati da un’inquietante squadra militare. Nonostante la continua minaccia di pericolo, non c’è mai rassegnazione sui loro volti, quanto invece fermezza, determinazione a resistere. Questo stesso rigore è percettibile anche nella serie Slow Decay, nella quale si aggiunge però una severità che suggerisce un’agonia intensa. L’immobilità della scena regala storie private, dolori intimi sospesi fra spazio e tempo, dove lo sguardo dei personaggi annuncia segreti forse ancora troppo amari perché siano dichiarati. La severità viene poi abbandonata nella recente serie Volcano, del 2012, in cui l’artista mette in scena una sorta di teatro dell’assurdo, con personaggi che ridono divertiti e una strana creatura che si aggira fra gli spazi. Seppur la sensazione iniziale sia quella di un’atmosfera rilassata e gioiosa, l’anomala presenza crea scetticismo nell’osservatore, che non sa se aspettarsi una catastrofe annunciata, oppure un gioco innocente. La mostra si chiude infine con l’ultima serie di Gohar Dashti, Iran, Untitled, presentata a Milano in esclusiva assoluta. Lo scenario cambia nuovamente, spostandosi nella periferia di Tehran, in un paesaggio nostalgico e silenzioso. Qui si consumano piccole trame di vita, che rievocano la grazia dei tradizionali haiku giapponesi, noti per riuscire a tradurre in linguaggio, l’intensità di un’emozione.

Biografia
Gohar Dashti è nata ad Ahvaz (Iran) nel 1980, attualmente vive e lavora a Tehran. Laureata nel 2003 alla Fine Art University di Tehran, nel 2005 si è poi specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose residenze d’artista e scholarship come DAAD award (2009-2011), Visiting Arts (1mile2 project), Bradford/London, UK (2009), International Arts & Artists (Art Bridge), Washington DC, USA (2008). Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Mori Art Museum di Tokyo (JP), il Fine Art Museum di Boston (USA), il National Taiwan Museum of Fine Art (TW), la Devi Art Foundation di Gurgaon (IN) e il Grimmuseum di Berlino (DE); che partecipazioni a Festival e Biennali, come l’Asian Art Biennial (2013), il Fotofestival di Oslo (2013), Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa (2012) e il Photoquai di Parigi (2009).