Gonzalo Borondo – Tempo perso

Informazioni Evento

Luogo
TEMPESTA GALLERY
Foro Buonaparte, 68 Italia 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

ore 11:00 - 13:00 / 14:30 - 18:30

Vernissage
30/11/2023

ore 18

Artisti
Borondo
Generi
arte contemporanea, personale

‘Tempo perso’ non è solo una presentazione delle ultime opere dell’artista, ma un progetto espositivo che invita a esplorare nuove prospettive sull’idea di lascito e la sua relazione con il ‘futuro’. 

Comunicato stampa

Tempesta Gallery è lieta di presentare il prossimo progetto di arte
contemporanea "Tempo Perso", un percorso installativo unico e site specific a
cura dell'artista Gonzalo Borondo che stravolge lo spazio di Foro Buonaparte
68 e altera la prospettiva dei visitatori.
La mostra esplora il concetto polisemico di "tempo perso", invitandoci a riflettere sullo
svago, sulla contemplazione del tempo libero e soprattutto sulla liberazione dal
passato. Borondo affronta il tema della damnatio memoriae e dell'iconoclastia,
mostrando la bellezza feroce che può emergere dalla distruzione. Le opere
esposte invitano il pubblico a riflettere su motivi politici e religiosi, e a
immaginare un diverso rapporto con la tradizione e l'avvenire.
"Tempo Perso" non è solo un'esposizione artistica, ma un progetto pensato e
progettato per Tempesta Gallery che si propone di trasformare lo spazio espositivo in
un'anima nuova, coinvolgendo gli ospiti a esplorare nuove prospettive sul passato,
presente e futuro.
“Attraverso il corpus di opere che ho scelto per l’esposizione “Tempo Perso”,
cerco di sfidare il concetto tradizionale di monumento e di esplorare le
contraddizioni e le sfide dell'iconoclastia contemporanea. La demolizione di
statue e monumenti rappresenta una narrazione storica in evoluzione, una
riflessione sulla mutevolezza dei valori e dei modelli nella società moderna. La
mostra invita gli spettatori a interrogarsi sul significato dei monumenti, sulla
loro validità e sulla necessità di riconsiderare il passato in un contesto più
ampio. Attraverso la ri-significazione e la reinterpretazione dei materiali e dei
concetti artistici, cerco di aprire un dialogo critico sulla storia, sulla memoria e
sul rapporto con il nostro tempo, esplorando nuovi modi di vivere insieme e
costruire identità collettive”. Gonzalo Borondo
Il complesso rapporto tra arte e memoria, ovvero tra opere e il loro valore simbolico,
si confronta con la Storia dalla quale scaturisce una riflessione sulla natura
conflittuale del tempo e, contemporaneamente, sulla fatua aspirazione all’eternità.
Definita una critica etico-politica del presente stesso, Borondo abbatte i monumenti,
condannati a perire, e assiste alla scalata di chi sta per occupare il vuoto
temporaneo, un piedistallo che sarà presto nuovamente abitato.

Questi eventi sono rappresentati in una memoria collettiva, che bisogna ricostruire e
l'artista per farlo utilizza la sovrapposizione di strati, una serie di reti, come risorsa
formale per mettere in scena la profondità degli avvenimenti. Il culmine di questa
pratica si concretizza nella monumentale installazione al centro dello spazio
progettata con materiali leggeri per permettere a riflessi e ombre di disegnare un
ambiente etereo che coinvolge gli spettatori in un'esperienza sensoriale unica.
Ogni area favorisce il potere e la presenza dell’immagine come via per raggiungere
una realtà trascendentale. Si cancella allora il tempo, sostituito per un limbo
atemporale di immagini, dove gli eventi appartengono a un discorso al di là dei
racconti creati in una logica di cause ed effetti. Si tratta appunto di un “Tempo Perso”
che ci invita alla contemplazione e soprattutto a superare il passato. Il monumento
non era altro che un pretesto per parlare non solo della persistenza del passato nel
presente ma anche della poesia che può esserci tra il marasma di panorami che
rimangono all’interno della rete di strati sovrapposti.
Le grandi reti sono l’elemento che attira inizialmente l’attenzione del visitatore,
sebbene solo dopo appaiono altre immagini, le vere icone, dove i piedistalli
diventano altari a quello che potrebbe un domani diventare la nostra “storia”. Questa
disposizione stratificata rende inefficace uno sguardo frontale e statico, soltanto nel
movimento, e concluso ogni percorso, le opere passano dalla confusione alla
lucidità, superando la violenza e il disagio che si impone in un primo momento.
Fondamentali per l'atmosfera della mostra sono anche l'illuminazione e il sound
design creato appositamente da Francesco Venturino per ciascuno degli spazi
espositivi. Queste corrispondenze accompagnano il percorso dello spettatore,
creando due effetti principali: il primo, un forte contrasto cromatico tra il bianco e
nero, che predominano nel lavoro pittorico, e le luci calde che bagnano le stanze; il
secondo, la gradazione di intensità della luce che si affievolisce finendo nel buio, un
effetto rinforzato dalla colonna sonora cangiante di stanza in stanza che contribuisce
a creare un ambiente suggestivo e coinvolgente.
"Il concetto polisemico di "tempo perso" che Borondo esplora ci invita a
riflettere non solo sulla natura effimera del tempo, ma anche sulla nostra
relazione con il passato e il futuro. La mostra offre una profonda esperienza
sensoriale, unendo pittura e scultura con musica ed illuminazione in modo
immersivo. In un momento in cui l'arte può fungere da ponte tra culture e
persone, siamo orgogliosi di sostenere ed esporre progetti come "Tempo
Perso", che incoraggiano la riflessione, la comprensione e l'innovazione.
La galleria rimarrà sempre un luogo aperto all'espressione creativa e alle idee
innovative, siamo quindi lieti di condividere questa esperienza con il pubblico
milanese e internazionale." Enrico Angelino ed Elisa Bonzano, Tempesta
Gallery.
"Tempo Perso" è un grido che emerge dalle macerie della storia e la circolarità
di una fama vana. Borondo sfida il concetto di monumento tradizionale,

creando un'opera soggetta ad attivazioni e disattivazioni del suo significato, un
antidoto illusorio contro l'oblio.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 1° dicembre al 1° marzo 2024 presso
Tempesta Gallery - Foro Buonaparte 68, Milano.